fassino schlein

"SULLE SPESE MILITARI SCHLEIN FINIRÀ PER RICREDERSI". FASSINO BOMBARDA ELLY: “ERA CONTRO L'INVIO DI ARMI IN UCRAINA POI HA CAPITO DI ESSERE L'UNICA TRA I SOCIALISTI EUROPEI E CI HA RIPENSATO" – I TENTENNAMENTI DELLA SEGRETARIA MULTIGENDER DEM SULL'INNALZAMENTO DELLE SPESE MILITARI DEL NOSTRO PAESE AL 2%, COME CHIEDE LA NATO: “DECIDEREMO QUANDO SAREMO AL GOVERNO” (AVEVA DETTO DALLA GRUBER SUSCITANDO IL CORO DI DISAPPROVAZIONE DI LILLI E GIANNINI)

 

 

Letizia Tortello per “la Stampa” - Estratti

 

PIERO FASSINO - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FEDERIGHI

Barletta dice Alfa, Torino risponde Beta. Chi volesse capire cosa pensa il Pd dell'innalzamento delle spese militari del nostro Paese al 2%, come chiede la Nato, ieri si trovava certo un po' spiazzato, ascoltando la segretaria del partito democratico Elly Schlein nella piazza pugliese, ospite della festa di Sinistra italiana, e poco prima l'ex sindaco Fassino, intervenuto ad un dibattito sulla guerra in Ucraina e le vie della pace, dal palco della Festa dell'Unità di Torino.

 

 «Sono favorevole a sostenere Kiev, anche militarmente – ha detto la leader dem –, ma pensano di raccontarci che la difesa comune si fa aumentando in modo lineare la spesa dei singoli Paesi europei? È il contrario. Se ci fosse una difesa comune, le spese si potrebbero ridurre, razionalizzare», sentenziava Schlein. Un conto, quello degli investimenti in difesa, che ammonterebbe a 13 miliardi di euro in più da destinare ogni anno al comparto militare. «Mezza manovra buona per altro», rispondeva Fratoianni, la sinistra-padrona di casa.

 

elly schlein

Un passo avanti nella direzione della concretezza, quello di Elly Schlein, che fa seguito ai tentennamenti sul tema degli scorsi giorni: «Sul 2% decideremo quando saremo al governo». Un posizionamento che sembra piuttosto lontano, però, dalla chiarezza delle risposte che il suo compagno di partito stava dando alla festa del Pd nel capoluogo piemontese: «Non si può volere essere sovrani rispetto alla Nato e pensare che le spese militari diminuiscano, non sta in piedi. Non si può fare la difesa europea con i fichi secchi», punge Fassino.

elly schlein

 

E racconta un aneddoto, per spiegare che quello della segretaria non è il primo ripensamento: «Quando Elly Schlein è arrivata, ha detto che lei non era favorevole all'invio delle armi in Ucraina. Poi, dopo qualche giorno è andata alla riunione del Partito socialista europeo, non una riunione di reazionari, partito di cui noi siamo parte e siamo stati fondatori (sull'atto di fondazione c'è la mia firma, 1993). Schlein si è accorta che era l'unica a pensarla così. Subito, si è riposizionata. Ha fatto bene. Ora, non vorrebbe investire il 2% del Pil nella Difesa? Se ne assume lei la responsabilità», dice l'ex sindaco, prendendo distanza. Subito aggiunge: «Ho l'impressione che anche sul 2% del Pil si ricrederà presto».

piero fassino

 

elly schlein

(...)

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…