1. E CON IL SUO LEGGENDARIO AUTOLESIONISMO, IL PIDDI SI TROVA ADESSO CON IN MANO IL CERINO DELLE DIMISSIONI DI UN MINISTRO CHE MANCO È SUO, BECCATO PER ALTRO AD AIUTARE I LIGRESTOS, CHE SONO AMICI DEL CAINANO E DEGLI ALFANOIDI. INSOMMA, UN CAPOLAVORO TOTALE. LA VITTORIA DI RENZIE AL CONGRESSO DEI NON VOTANTI VIENE OFFUSCATA DALL’INCAPACITÀ DI GOVERNARE “LA BASE” SULLA SFIDUCIA A NONNA PINA 2. TARTUFI A TORINO, STRUZZI SUL COLLE: LA MINISTRA CANCELLIERI NON FINISCE SUL REGISTRO DEGLI INDAGATI, MA NEPPURE VIENE ARCHIVIATA. A QUESTO PUNTO L’ARTICOLO 87 DELLA COSTITUZIONE VA COSÌ INNOVATO NELLA SUA ULTIMA PARTE: “IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PRESIEDE IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA. PUÒ CONCEDERE GRAZIA E COMMUTARE PENE. ESPRIME IL PROPRIO GRADIMENTO SULLE INCHIESTE IN CORSO E NE ORIENTA LE SCELTE E LE SOLUZIONI GIURIDICHE A SUO INSINDACABILE GIUDIZIO, NEL SUPERIORE INTERESSE DELLA RAGION DI STATO”. AMEN

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. MONITO ERGO SUM
La Procura fasciocomunista di Torino, retta dal duo Law & Order Maddalena-Caselli, si lava bellamente le mani sulla cocchina di Re Giorgio e manda l'incartamento ai cuor di leone della Capitale. Tanto per capirsi, quelli che non hanno ancora interrogato i due capi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, per chiedere loro se hanno subito pressioni della ministrona per la scarcerazione di Giulia Ligresti.

Tecnicamente siamo di fronte a un pareggio con rinvio alla prossima partita, visto che per ora Nonna Pinna non finisce sul registro degli indagati, ma neppure viene archiviata. Nulla da stupirsi, per chi conosce come funziona la giustizia di classe di rito italiota. Ma è davvero stupefacente quello che ha combinato Re Giorgio appena la Procura sabauda ha comunicato la sua tartufissima decisione: ha fatto filtrare la piena approvazione del Quirinale per una scelta "chiara e rigorosa". Il tutto alla vigilia del voto parlamentare di sfiducia e di una decisiva riunione del partito di maggioranza relativa sul caso Cancellieri.

A questo punto l'articolo 87 della Costituzione va così innovato nella sua ultima parte: "Il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare pene. Esprime il proprio gradimento sulle inchieste in corso e ne orienta le scelte e le soluzioni giuridiche a suo insindacabile giudizio, nel superiore interesse della Ragion di Stato".

Ma ogni regno ha i suoi banditori e i nostri li trovi in edicola. C'è da salvare un Guardasigilli che si mette "a disposizione" del Clan Ligrestos? Non c'è problema. Ecco qui il Corriere della Sera a denunciare sulla richiesta di dimissioni "una pesante pressione mediatica". "Il tritacarne politico è in moto", lamenta il corazziere Marzio Breda.

"Ed è quindi logico che al Quirinale guardino quasi interdetti a una simile deriva. Con i timori di chi considera quest'accelerazione non soltanto come l'ennesima tappa di un progressivo imbarbarimento della vita pubblica, ma come una mossa studiata ad arte per attaccare da un altro versante Palazzo Chigi e destabilizzare l'esecutivo. Magari fino ad affondarlo" (p. 5). Deriva! Imbarbarimento! Destabilizzazione! E "stupro della democrazia" no?

Ovviamente, come sempre accade quando si tratta di Napo Orso capo, la Repubblica si volta dall'altra parte e fa finta di niente. Anzi, dedica un'intera pagina a questo nuovo e fondamentale monito di Re Giorgio: "Napolitano e il corpo delle donne. ‘Tv e spot, più dignità e sobrietà'. E sui femminicidi: ‘Provo indignazione e dolore, basta violenza" (p. 18).
In realtà, pare che il vero titolo del monito fosse: "Il corpo delle donne: quanti ricordi!".

La Stampa, nell'ansia di rimediare a quel micidiale attacco di sabato contro i giudici di Torino, oggi mette una toppa che è peggio del buco. Ed ecco la velina di giornata da via Arenula: "E' vero che formalmente toccherà alla Procura di Roma archiviare il fascicolo, non senza aver fatto un'istruttoria preliminare, ma la decisione di Torino per lei (la Cancellieri, ndr) è più di un'assoluzione, visto che sugli atti si è celebrato in queste settimane un processo virtuale con condanna mediatica senza appello" (p. 2).

"Più di un'assoluzione" è davvero memorabile. Schizofrenia andante sul Cetriolo Quotidiano, che in prima pagina parla di un Napolitano che entra "a gamba tesa". Poi fa le pulci alla Stampa con due giorni di ritardo, parlando di "velina avvelenata da via Arenula" e citando Re Giorgio che "ha chiarito l'assoluta correttezza della Procura torinese, chiara e rigorosa" (p. 4). Cosa non si fa per l'amicuccio Caselli, nevvero?

Di rara perfezione, infine il titolino ino ino sulla prima pagina del Messaggero: "I pm: Cancellieri non è indagata. Blitz democrat sulle dimissioni". Insomma, tutta una congiura dei cattivi piddini.

2. NONNA PINA E IL CERINO DEL PIDDINO
E con il suo leggendario autolesionismo, il Piddimenoelle si trova adesso con in mano il cerino delle dimissioni di un ministro che manco è suo, beccato per altro ad aiutare i Ligrestos, che sono amici del Cainano e degli alfanoidi. Insomma, un capolavoro totale. La vittoria di Renzie al congresso dei non votanti viene offuscata dall'incapacità di governare "la base" sulla sfiducia a Nonna Pina.

Repubblica, organo ufficiale del partito, rende bene la situazione: "Il pressing del Pd per le dimissioni del ministro. ‘Letta deve sapere che così non reggiamo'. I renziani pronti a dare battaglia. Il rischio di uno scontro con il Quirinale. Spuntano i nomi di Mirabelli, Vietti e D'Ambruoso per la eventuale successione. Epifani: non esiste che ora chiedano a me di metterci la faccia facendo infuriare i deputati" (p. 3).

Gli mancano due settimane, ed Epifanio altre figure di merda non ne vuol fare.

3. NON SONO STATO, IO
Il Cetriolo Quotidiano intervista un certo Enrico Sbreglia, capo delle carceri piemontesi, che all'ultima domanda offre una risposta di rara sincerità: "Sarebbe bello se nel fascicolo dei magistrati ci fossero le intercettazioni. Non i tabulati, ma proprio gli audio. Io non ricordo di avere sentito nulla del genere. Mi creda, davvero il sistema stavolta ha funzionato bene. Giulia Ligresti non ha avuto un trattamento preferenziale rispetto alla generalità dei detenuti.

La logica è quella che le dicevo prima: pensi quanto avrebbe dovuto pagare l'amministrazione come danni alla famiglia se fosse successo qualcosa. Con quei soldi è meglio costruire un carcere" (p. 5). Buoni avvocati e discreto patrimonio familiare spaventano l'amministrazione carceraria?

4. NANO DECADENCE E LA MACCHINA DEL MASCARA
Dopo la scissione "morbida", cominciano a volare le ciabatte. "Alfano: ‘Forza Italia, solo rabbia'. Decadenza, il Senato conferma il 27 ma Berlusconi scatena l'offensiva. Ncd, nascono i gruppi. Letta: ora l'Italia è più stabile. Al Cavaliere un'indennità di 180mila euro se decade. Il Pdl prepara 4 mozioni" (Repubblica, p. 6). Inoltre "La scissione apre la strada al rimpasto. Angelino pronto a lasciare gli Interni. E i partiti cugini già litigano per i rimborsi elettorali" (p. 7). Per il Messaggero, "Prima mossa di Alfano: asse con Maroni. Incontro a Milano per sfilare al Cav l'alleanza privilegiata con la Lega. Secondo passo: aprirsi ai moderati fuori dal Pdl" (p. 5)

Sulla Stampa, Ugo Magri spiffera: "E Berlusconi cambia strategia. Ora medita di ‘oscurare' i falchi. Vuole evitare che i moderati siano spinti verso i transfughi. Il ritorno della Bergamini, che avrà l'incarico di gestire gli spazi televisivi che spettano al rinato movimento. Starebbe personalmente selezionando i candidati da mandare nei talk show" (p. 6).

Intanto prosegue il surreale casting di Farsa Italia, all'insegna di un patetico remake del '94. "In 120 a Villa Gernetto. L'ex premier parla due ore. Hanno 30-40 anni, li ha scelti Dell'Utri. Tra di loro anche il figlio di Romani" (Corriere, p. 9).

5. UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Non c'è uno dei quattro partiti usciti vincitori dalle ultime urne cinerarie che non sia in pieno terremoto. Dopo Sciolta Civica e Pdl, venti di spaccatura totale anche in casa grillina, come racconta soddisfatto il Corriere: "5 Stelle, i ribelli pronti all'addio: rischio scissione dopo il V-day. Crescono le tensioni, dalla ‘parentopoli' alle accuse sull'efficacia della piattaforma web voluta da Casaleggio. L'idea di formare un nuovo gruppo composto da una decina di fuoriusciti: ma serve ancora tempo" (p. 7).

6. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Fiato ai tromboni dei giornaloni, perché c'è da convincere Bruxelles che questo governo fa sul serio. Repubblica annuncia garrula: "Scatta subito la spending review. Darà 32 miliardi in tre anni e per gli statali arriva la mobilità. Letta: no a tagli lineari. Saccomanni: ‘Bene il programma di lavoro. Con queste risorse ridurremo per prima cosa le tasse" (p. 10).

Si fa in quattro la Stampa: "Risparmi su tutto. Dai grandi appalti alle cure termali" (p. 9). A vederla così verrebbe da dire: Mister Forbici Cottarelli facci sognare. Poi cade l'occhio sul catenaccio ed è subito farsa: "Per la revisione ci saranno 76 gruppi di lavoro". Dove si riuniscono, al palazzetto dello Sport?

7. CHE MAZZATE A VIALE MAZZINI
La Medio-sbanca di Nego Nagel mette il naso nei conti delle tv nostrane e sono dolori per Tarantola&Gubitosi. "Ricavi tv, controsorpasso Sky sulla Rai. Negli ultimi quattro anni, viale Mazzini ha avuto un calo nella raccolta pubblicitaria doppio rispetto a Mediaset". Non solo, ma in casa Rai "il capitale netto in cinque anni si è ridotto da 694 a 291 milioni, mentre i debiti sono saliti da 12 a 377 milioni" (Repubblica, p. 21).

8. DISECONOMY
Altro che privatizzazioni, per altro attraverso il magheggio della Cassa depositi prestiti, come cerca di raccontare il governo di Aspenio Letta. Sul Corriere (p. 25), Fabio Tamburini racconta una bella storia: "La Sia dalle banche va al Fondo strategico. Pagamenti elettronici. La società degli istituti per l'automazione è stata valutata circa 700 milioni. Per Banca d'Italia le attività gestite da Sia sono da controllare strettamente. A rilevare Sia saranno Fondo strategico, F2i e la Tecno Holding delle Camere di commercio". A incassare la bella sommetta saranno Unicredit, Intesa, Bnl Paribas e Monte dei Pacchi.

Oggi si gode anche con Vago Vegas, il temutissimo presidente della Consob dal nome di cometa. Costui afferma serio serio: "Il reticolo dei patti di sindacato si è sostanzialmente sciolto" (Stampa, p. 25). Peccato che il rapporto Consob dica che "dal 2010 gli accordi sindacato sono scesi da 51 a 43". Lessicalmente e concettualmente l'idea di scioglimento suggerirebbe altri numeri. Insuperabile il grafico "la situazione attuale", con Fondiaria Sai staccata da tutti. Anche i grafici della Stampa hanno capito che l'unica collegabile a Fonsai è Nonna Pina.

9. FREE MARCHETT
Il Giornale è notoriamente conservatore sulla famiglia, ma la famiglia allargata del signor direttore piace. Urca se piace. E allora vai con mega-pezzo sognante sulla quotazione della ditta Santadechè-Mazzaro (p. 22). Titolo sobrio: "Ki Group al debutto dà lo slancio a Bioera". C'è di bello che almeno nessuno ha avuto il coraggio di firmarlo.

colinward@autistici.org

 

 

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