jack smith

HIT THE DONALD, JACK – IL SUPER-PROCURATORE JACK SMITH È STATO NOMINATO CONSIGLIERE SPECIALE PER LE DUE INCHIESTE SU TRUMP, L’ASSALTO AL CONGRESSO DEL 6 GENNAIO 2021 E I DOCUMENTI SEGRETI TRAFUGATI A MAR-A-LAGO – SMITH, CHE NEGLI ELENCHI ELETTORALI È REGISTRATO COME INDIPENDENTE, SI È GIÀ OCCUPATO DI CRIMINI DI GUERRA NEL KOSOVO PER LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE ALL’AJA – TRUMP HA GIÀ ATTACCATO LA NOMINA, DEFINENDOLA UN “ABUSO DI POTERE” PER... - VIDEO

Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

jack smith 5

 

«Se fossi il tipo che si lascia intimorire, quando uno dice che un caso non andrebbe portato in tribunale perché c'è il rischio di perderlo, dovrei trovarmi un altro lavoro». Parola di Jack Smith, il procuratore che da venerdì ha in mano le sorti giudiziarie di Trump, e quindi della democrazia americana. Uno cresciuto alla dura scuola di New York, forgiato dalle inchieste sull'integrità dei politici, e messo alla prova dalla corte dell'Aja che indaga i crimini di guerra nel Kosovo. È registrato come indipendente negli elenchi elettorali, tanto per chiarire che lui con la politica partigiana non ha niente da spartire.

jack smith 4

 

Smith è stato nominato "special counsel" dal segretario alla Giustizia Garland, per gestire le due inchieste sull'ex presidente riguardo l'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, e i documenti segreti trafugati a Mar-a-Lago. Il titolo è lo stesso che aveva l'ex capo dell'Fbi Robert Mueller quando aveva indagato sul "Russiagate". È diverso dal procuratore indipendente del caso Lewinsky Ken Starr, ma gli garantisce l'autonomia per svolgere il compito come riterrà utile.

 

Garland ha spiegato la decisione con il conflitto di interessi. Lui è stato nominato da Biden, che intende ricandidarsi nel 2024. Ma siccome anche Trump si è già ricandidato, il segretario alla Giustizia si ritroverebbe a indagare su un avversario politico del presidente per cui lavora. Meglio delegare ad un esterno, anche se Smith dipende comunque da Garland, che alla fine deciderà se incriminare o no Donald. 

jack smith 3

 

L'ex presidente ha già attaccato la nomina, definendola un «abuso di potere », finalizzato a deragliare la sua corsa alla Casa Bianca. Anche qualche democratico ha storto il naso, perché avrebbe preferito che Garland decidesse in fretta di portare Trump in tribunale, senza dargli il tempo di annunciare la ricandidatura e quindi il pretesto per questionare la legittimità del procedimento.

 

jack smith 6

Smith se ne infischia, almeno a giudicare dalla sua storia. Chi lo conosce dice che nella vita, oltre al tempo passato con moglie e figlia, vede solo il lavoro. E il lavoro per lui è investigare, e se trova le prove di reati portare in tribunale i presunti colpevoli. Il resto, appunto, lo lascia alla politica. Jack è cresciuto a Clay, nord di New York, dove l'Empire State somiglia parecchio agli stati conservatori del sud. Ha studiato alla State University of New York di Oneonta, quindi l'università pubblica dei non privilegiati, ma ha preso una laurea con lode che gli ha aperto le porte di Harvard. 

 

jack smith 2

Con la specializzazione in legge nel primo ateneo americano poteva guadagnare milioni in qualsiasi studio legale, invece aveva scelto di fare il procuratore. Nell'Eastern District di New York si era occupato di casi finiti sulle prime pagine dei giornali, come i poliziotti che avevano sodomizzato con un manico di scopa l'immigrato haitiano Abner Louima. Dal 2008 al 2010 ha lavorato per l'International Criminal Court all'Aja, ma il dipartimento alla Giustizia lo ha richiamato per guidare la Public Integrity Section, che indaga sui reati commessi da politici e funzionari pubblici.

 

jack smith 1

 Quindi ha fatto il procuratore in Tennessee, ma nel 2018 è tornato all'Aja per indagare sui crimini di guerra in Kosovo. Bob Barr, ex segretario alla Giustizia che aveva protetto Trump dall'inchiesta sul "Russiagate", ora dà per scontata l'incriminazione dell'ex capo, soprattutto per i documenti rubati. Se troverà le prove, Smith non avrà paura di portarlo in tribunale.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?