mario draghi giuseppe conte silvio berlusconi matteo salvini giorgia meloni sfondo superbonus

DAGOREPORT - SUPERBONUS, UNA TRAGEDIA ALL’ITALIANA – IL SILURAMENTO DEL RAGIONIERE DELLO STATO BIAGIO MAZZOTTA, REO DI NON AVER BOCCIATO UNA SPESA INSOSTENIBILE DI 170 MILIARDI, RIAPRE LA FERITA ANCORA SANGUINANTE DEL SUPERBONUS, IDEATA DAL FU GOVERNO CONTE - IL PREMIER DRAGHI, CONTRARISSIMO ("HA INCENTIVATO MOLTISSIME FRODI"), FU COSTRETTO, PENA LA FINE DEL GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE, A PIEGARSI AL RICATTO DI CONTE (“SUBITO UN CAMBIO O CE NE ANDIAMO”) – DRAGHI POSE DEI PALETTI ALLA CUCCAGNA DEL SUPERBONUS. SERVI’ A POCO: AI GRILLINI, GIA' CONTRARI ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA, BASTO’ IL VIA LIBERA ALLA REALIZZAZIONE DEL TERMOVALORIZZATORE A ROMA (SIC!) PER MOLLARE IL 20 LUGLIO 2022 DRAGHI, A CUI SI ACCODARONO LEGA E FORZA ITALIA, IN ALLARME ROSSO PER IL GRANDE BALZO DI FDI, GRAZIE AL FATTO DI ESSERE L’UNICO PARTITO RIMASTO ALL’OPPOSIZIONE… - VIDEO

https://www.youtube.com/watch?v=ZAWIForVAeI&ab_channel=VistaAgenziaTelevisivaNazionale

 

CONTE VOLEVA IL SUPERBONUS PERMANENTE, MA ORA LO NEGA

Carlo Canepa per Pagellapolitica.it del 28 maggio 2024 - https://pagellapolitica.it/articoli/conte-superbonus-110-per-cento-strutturale

FRATELLI D ITALIA CHIEDE LA COMMISSIONE SUL SUPERBONUS

 

In questa campagna elettorale, per difendersi dalle critiche contro il Superbonus, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ripete spesso che questa misura, nelle sue intenzioni, sarebbe dovuta essere solo temporanea e non permanente.

 

«Vorrei chiarirlo: io non ho mai sostenuto che il Superbonus potesse essere una misura da mantenere nel tempo, duratura: è stata una misura per l’emergenza pandemica», ha dichiarato per esempio Conte il 23 maggio, intervistato da Factanza.

 

È davvero così? In breve, la risposta è no. Abbiamo controllato che cosa prometteva il programma del Movimento 5 stelle per le elezioni politiche del 25 settembre 2022: il partito di Conte proponeva di rendere strutturale, e dunque permanente, il Superbonus.

 

superbonus ristrutturazioni 6

Il Superbonus 110 per cento è stato introdotto con il decreto “Rilancio”, presentato in Parlamento a maggio 2020, nei giorni successivi alla fine del lockdown, dal secondo governo guidato da Giuseppe Conte. Quel governo era supportato dal Movimento 5 Stelle, dal Partito Democratico, da Italia Viva e da Liberi e Uguali.

 

giuseppe conte manifestazione esodati del superbonus 1

L’articolo 119 e l’articolo 121 del decreto “Rilancio”, poi convertito in legge a luglio 2020, introducevano rispettivamente il Superbonus 110 per cento e l’estensione del meccanismo della cessione dei crediti d’imposta a quasi tutti i bonus edilizi. Il Superbonus è diventato operativo alcuni mesi dopo e le sue regole sono state modificate e prorogate varie volte.

 

giuseppe conte manifestazione esodati del superbonus 3

Con questo bonus lo Stato ha restituito ai beneficiari una somma pari alle spese effettuate, più un 10 per cento, per l’efficientamento energetico o l’adeguamento antisismico di un immobile attraverso un credito d’imposta. In parole semplici, i soldi spesi da chi ha fatto i lavori sono restituiti nell’arco di più anni con uno sconto sulle tasse che il beneficiario deve versare ogni anno allo Stato.

 

report intervista giuseppe conte sul superbonus

Il decreto “Rilancio” ha introdotto per il Superbonus e per quasi tutti i bonus edilizi in vigore all’epoca, tra cui il bonus “Facciate”, anche altre due possibilità: il cosiddetto “sconto in fattura”, che ha permesso ai beneficiari dei bonus di cedere il credito d’imposta all’azienda edile, non dovendo così pagare i lavori; e la cosiddetta “cessione del credito d’imposta”, per cedere il credito maturato nei confronti dello Stato a una banca o a un istituto finanziario.

 

SUPERBONUS 110

Inizialmente, il decreto “Rilancio” prevedeva che il Superbonus 110 per cento rimanesse in vigore solo fino alla fine del 2021. Con la legge di Bilancio per il 2021, approvata alla fine di dicembre 2020, è arrivata però una prima proroga, che ha esteso il bonus al 30 giugno 2022 per alcuni interventi e al 31 dicembre 2022 per altri.

 

All’epoca era ancora in carica il secondo governo Conte. A febbraio 2021 si è poi insediato il governo di Mario Draghi, supportato anche dal Movimento 5 Stelle, e proprio su spinta del partito di Conte il nuovo governo ha deciso di stanziare nuove risorse per finanziare il Superbonus nel 2023. La proroga del bonus edilizio era comunque supportata da quasi tutti i partiti in Parlamento, da destra a sinistra.

 

TRUFFA SUPERBONUS - RESORT DI LUSSO SEQUESTRATO A NOTO

Il programma del Movimento 5 Stelle

Arriviamo così alla campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Per quel voto, il Movimento 5 Stelle presentò due programmi: uno breve, lungo una decina di pagine, e uno più lungo, composto da oltre 250 pagine. In entrambi il partito di Conte chiedeva di rendere «strutturali» il Superbonus e gli altri bonus edilizi. Quando si parla di misure politiche ed economiche, l’aggettivo “strutturale” fa riferimento al fatto che una misura, in questo caso un bonus, è permanente e non resta in vigore con una scadenza nel tempo.

superbonus ristrutturazioni 2

 

Per esempio, nel programma elettorale più lungo il Movimento 5 Stelle scriveva che il Superbonus «merita di diventare strutturale». «Intendiamo continuare a puntare sui bonus edilizi esistenti, fra cui il Superbonus 110 per cento», sosteneva il partito di Conte.

 

«Crediamo che la cedibilità dei crediti fiscali sia un formidabile meccanismo di immissione di liquidità a beneficio di famiglie e imprese, una forma di monetizzazione che è in grado di far girare l’economia più velocemente e fluidamente. In altri termini vogliamo rendere strutturale e sistemica la cedibilità dei crediti fiscali, non soltanto confermandola alla base del Superbonus e degli altri bonus edilizi, ma estendendola ad altre forme di investimento agevolato, con particolare riguardo al settore della transizione ecologica».

 

GIUSEPPE CONTE E LA DEPOSIZIONE DI DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI

Non solo: il Movimento 5 Stelle proponeva «l’estensione del Superbonus 110 per cento alle strutture ricettive, il potenziamento e la proroga del credito d’imposta per le strutture ricettive e termali e meccanismi di premialità per gli imprenditori virtuosi che operano in questa direzione».

 

«Il Superbonus è un simbolo concreto della transizione ecologica che dobbiamo realizzare, al fine di coniugare i vantaggi ambientali con quelli economici e occupazionali: lotteremo dunque per conservarlo e rafforzarlo, con l’obiettivo di continuare a renderlo motore della transizione energetica», continuava il programma del partito di Conte.

 

tweet sulla crisi del governo draghi 1

Dunque, a differenza di quanto ripete l’ex presidente del Consiglio in questi giorni, in nessun punto il programma del Movimento 5 stelle diceva che il Superbonus andasse interrotto oppure ridotto con percentuali più basse del 110 per cento. Al contrario, Conte e il suo partito volevano rendere strutturale e permanente il bonus edilizio, lasciando intendere che andasse confermato così com’era.

 

OTTOBRE 2021, SU FACEBOOK CONTE SCRIVEVA: 

Il Superbonus 110% è una misura che è stata ideata ed è diventata realtà grazie al Movimento 5 Stelle. Questa misura significa crescita, aumento del Pil, ed è un’occasione per le famiglie e le aziende di operare nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.

tweet sulla crisi del governo draghi 4

Secondo lo studio del Cni, nel 2021 il Superbonus contribuisce alla formazione di 12 miliardi di Pil e all’attivazione di 153mila posti di lavoro. Detto in breve è una misura che sta facendo correre il nostro Paese e che contribuisce a perseguire una transizione ecologica davvero democratica e inclusiva.

 

Grazie alla nostra determinazione abbiamo ottenuto una prima proroga della misura, ma non possiamo accontentarci. Bisogna fare di più: il Governo ne garantisca la proroga anche agli edifici non condominiali e la renda accessibile negli anni a venire.

tweet sulla crisi del governo draghi 10

 

22 DICEMBRE 2021 - I DUBBI DI DRAGHI SUL SUPERBONUS: "HA INCENTIVATO MOLTISSIME FRODI"

(Agenzia Vista) - "Il superbonus ha incentivato moltissime frodi, è di stamattina la segnalazione che ho ricevuto dall'Agenzia delle Entrate che ha bloccato 4 miliardi di crediti che erano stati dati come cedibili. C'erano buoni motivi, a parte l'aspetto di finanza pubblica, per la riluttanza del Governo ad estendere ulteriormente il superbonus.

 

 L'esecutivo ritiene che la misura abbia indubbiamente dato molto beneficio, ma che abbia anche creato distorsioni, come un aumento straordinario dei prezzi dei componenti necessari alle ristrutturazioni e all'efficientamento energetico". Così il Presidente del Consiglio Mario Draghi alla conferenza stampa di fine anno.

 

CONTE DRAGHI

22 DICEMBRE 2021 - SUPERBONUS: DRAGHI, RILUTTANZA AD ESTENDERLO PER COSTI E FRODI

(ANSA) –- "Il superbonus è  una misura che ha dato molto beneficio, ma ha creato distorsioni e per questo il governo" era "riluttante ad una sua estensione".

Lo ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa spiegando che poi "il Parlamento ha usato i fondi per l'azione parlamentare che potevano andare anche in altre direzioni, per estenderlo. Ma perché' il governo non voleva? Per le distorsioni, con l'aumento straordinario dei prezzi delle componenti per fare le ristrutturazioni. Il risultato - ha spiegato - è  che oggi un’unità di efficientamento energetico costa molto piu'  di prima. L'altro aspetto è che ha incentivato moltissime frodi".

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

22 DICEMBRE 2021 - SUPERBONUS: DRAGHI, STAMANE SEGNALATO 4 MLD DI FRODE

(ANSA) - "Stamane l'Agenzia delle Entrate mi ha segnalato che ha bloccato 4 mld di crediti dati come cedibili" per il superbonus. Lo ha rivelato il premier Mario Draghi in conferenza stampa tornando a ribadire i motivi della "riluttanza" del Governo sulla sua estensione.

 

3 MAGGIO 2022 - DRAGHI: 'SIAMO CONTRARI SUPERBONUS'. M5S: 'ATTACCO IRRICEVIBILE'

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI

ANSA - "Il nostro governo è nato come governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d'accordo su tutto, sul bonus del 110% non lo siamo, perché il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni sono triplicati, perché toglie la trattativa sul prezzo". Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi intervenendo alla plenaria del Parlamento Europeo.

 

"Il ministro dell'ambiente è stato straordinario, ha fatto provvedimenti straordinari. Possiamo non essere d'accordo sul superbonus 110% e non siamo d'accordo sulla validità di questo provvedimento - spiega Draghi -. Cito un esempio: il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%, i prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazione sono più che triplicati perché il 110% di per sé toglie l'incentivo alla trattativa sul prezzo. Poi, le cose vanno avanti in Parlamento, il governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro è molto bravo", chiosa Draghi.

conte draghi grillo 4

 

La frase di Draghi ha allertato i Cinquestelle. "Mario Draghi nel suo intervento a Strasburgo durante la plenaria del Parlamento europeo ha dichiarato di non essere d'accordo sul Superbonus; sinceramente lo avevamo già dedotto dai continui blocchi e dalle modifiche apportate alla misura nei mesi scorsi che di fatto hanno rischiato di renderla inutilizzabile.

 

draghi conte

Vorrei ricordare al nostro presidente del consiglio che il Superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea." Così in una nota il deputato M5S Riccardo Fraccaro.

 

4 MAGGIO 2022 - DRAGHI BOCCIA IL 110%: È SCONTRO A TUTTO CAMPO CON CONTE E M5S - CONTE: "DELUSIONE PER NORMA SU INCENERITORE IN CDM, È RITORNO AL PASSATO"

Barbara Fiammeri e Emilia Patta per Sole 24Ore.com - https://www.ilsole24ore.com/art/draghi-boccia-110percento-e-scontro-tutto-campo-conte-e-m5s-AEcD52VB

 

GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI

«Il nostro governo fa del clima e della transizione i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d’accordo su tutto, sul bonus del 110% non lo siamo». Così in sintesi Mario Draghi nel suo intervento di replica alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

 

L’affondo contro la misura simbolo del M5s e dell’ex premier Giuseppe Conte è durissimo: «Il costo degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni è più che triplicato, perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo». Non è certo la prima volta che il premier esprime i suoi dubbi sulla «bandiera» del M5s, ma non era mai stato così tranchant.

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

 

La frattura con gli M5S

E per di più in un consesso alto come il Parlamento europeo. Ma non è un caso che le parole di Draghi arrivino dopo lo strappo di lunedì sera in Consiglio dei ministri con i Cinquestelle, che al momento del voto hanno abbandonato la riunione. La ragione è nota: l’inserimento della norma sugli inceneritori che dà di fatto il via libera alla realizzazione del termovalorizzatore a Roma, come deciso dal sindaco dem Roberto Gualtieri. Giuseppe Conte parla esplicitamente di «ricatto» e di «scorrettezza gravissima» mentre il Garante Beppe Grillo tuona contro «i competenti del nulla, i competenti degli inceneritori e della spazzatura».

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

 

La posizione di Conte sulle armi all’Ucraina

A peggiorare ulteriormente i rapporti è anche (se non soprattutto) la posizione di Conte sulla guerra in Ucraina e in particolare sulle armi, con quella insistente richiesta al premier di presentarsi in Aula a breve, prima del viaggio in Usa da Joe Biden fissato per il 10 maggio, e formalizzata dal capogruppo alla Camera Davide Crippa proprio mentre Draghi parlava a Strasburgo.

 

giuseppe conte matteo salvini

Richiesta sulla quale si ricostruisce subito il vecchio asse gialloverde: Salvini coglie la palla al balzo per far sapere che anche lui vuole il premier in Parlamento per riferire su «quali armi stiamo inviando» e «a chi vanno». Il leader della Lega arriva a rimpiangere Donald Trump: «Con lui abbiamo vissuto anni di pace. Guarda caso, quando tornano al governo i democratici tornano i venti di guerra».

 

matteo salvini giuseppe conte

Non proprio un viatico al vis a vis che attende Draghi con il presidente Usa Biden. Da Palazzo Chigi silenzio totale. Nessuna risposta alla richiesta di Conte e Salvini, che viene letta probabilmente come pretestuosa. Quello che aveva da dire il premier, sia sulla linea da tenere a sostegno dell’Ucraina sia sul superbonus, lo ha esplicitato nell’intervento davanti al Parlamento Ue.

 

30 GIUGNO 2022 - ALTA TENSIONE CON I CINQUE STELLE, DRAGHI RIENTRA DAL VERTICE NATO PER IL CONSIGLIO DEI MINISTRI - SCONTRO CON CONTE CHE VEDE MATTARELLA

Emilia Patta per Sole 24Ore.com - https://www.ilsole24ore.com/art/tensioni-politiche-e-bollette-draghi-rientra-il-consiglio-ministri-AEhcS8iB

 

salvini putin conte

«Ho parlato con Giuseppe Conte poco fa, abbiamo cominciato a chiarirci, ci risentiamo nelle prossime ore per vederci al più presto. Il governo non rischia». Così, dal vertice Nato di Madrid, Mario Draghi getta acqua sul fuoco delle polemiche innescate dalle rivelazioni del Fatto quotidiano (in un’intervista l’ideologo grillino Domenico De Masi riferisce di presunte pressioni del premier sul Garante Beppe Grillo per sostituire Conte alla leadership del movimento) e subito rilanciate dallo stesso ex premier: «Io e il M5s evidentemente siamo sotto attacco. Sono inaccettabili queste intromissioni nella vita dei partiti da parte di un premier tecnico che per di più noi sosteniamo».

PUTIN E L'ITALIA

 

In serata arriva poi da Palazzo Chigi un’ulteriore precisazione («Il presidente del Consiglio non ha mai detto o chiesto a Grillo di rimuovere Conte dal M5s») e lo stesso Grillo, indispettito, bolla come false e strumentali le ricostruzioni delle sue telefonate con Draghi.

 

Ma certo l’episodio non aiuta un clima politico già surriscaldato dai risultati negativi delle comunali per alcuni partiti (M5s e Lega in primis) e dal caro bollette…. Tanto che Draghi decide in serata di rientrare anticipatamente dal summit Nato di Madrid, lasciando il ministro della Difesa Lorenzo Guerini a rappresentare l’Italia, per presiedere oggi pomeriggio un Consiglio dei ministri «convocato per esaminare, tra l’altro, i provvedimenti in materia di caro bollette e assestamento di bilancio».

 

giuseppe conte matteo salvini meme

Quanto al M5s, le spinte dei parlamentari penstastellati per uscire dal governo per ricongiungersi con l’”ortodosso” Alessandro Di Battista come suggerisce il quotidiano di riferimento Il Fatto restano forti. Spinte che anzi aumentano man mano che passano i giorni dalla scissione ad opera del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha portato via al M5s 60 parlamentari e il primato di primo gruppo parlamentare.

 

E se durante la sua tre giorni a Roma Grillo ha provato a blindare, per ora, l’appoggio del movimento all’esecutivo Draghi, nei prossimi giorni non mancheranno motivi di fibrillazione. Innanzitutto la prossima settimana sarà varato dal Consiglio dei ministri il quarto decreto interministeriale per l’invio di armi all’Ucraina - anche se non sarà sottoposto al voto dell’Aula - e si sa che Giuseppe Conte è contrario.

 

salvini conte

Per altro questa volta ci dovrebbero essere armamenti a più lunga gittata. Più delicato il voto a Monteciorio, sempre la prossima settimana, sul decreto Aiuti. Come si ricorderà il decreto che introduce tra l’altro il bonus energia di 200 euro è stato approvato in Consiglio dei ministri senza il voto dei rappresentanti del M5s proprio per protestare contro i poteri straordinari al sindaco dem di Roma Roberto Gualtieri per la costruzione del termovalorizzatore. «Se la norma non cambierà - assicurano dall’entourage di Conte - non voteremo il decreto neanche in Aula».

 

sergio mattarella alessandra locatelli giuseppe conte

Proprio ieri, per un soffio, non è passato nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera un emendamento al Dl Aiuti presentato dal M5s che puntava di fatto a ostacolare la realizzazione del termovalorizzatore. La questione sarà affrontata, tra le altre, nell’annunciato faccia a faccia tra Draghi e Conte delle prossime ore, ma è difficile che quest’ultimo possa ottenere di più della promessa di non mettere la fiducia.

 

giuseppe conte in auto dopo l incontro con mattarella

Il Dl Aiuti potrebbe insomma essere approvato senza il voto del M5s, con i parlamentari che si astengono o più probabilmente non partecipano al voto. Inaugurando così, di fatto, una stagione delle mani libere per il M5s che potrebbe sfociare in autunno in un appoggio esterno.

 

Insomma un passaggio delicato per Conte, che ha voluto drammatizzare in serata con la “salita” al Colle - decisa comunque nei giorni scorsi, dopo la scissione di Di Maio - per un colloquio di un’ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «È andato a riportare a Mattarella la gravità della situazione, ma non ha parlato di uscita dal governo», si spiega in casa contiana. Ma ora la priorità di Draghi, che comunque esce rafforzato dalla scissione del M5s con la creazione del gruppo dimaiano ultragovernista, è il varo del nuovo pacchetto di aiuti contro il caro energia già oggi.

draghi cingolani giorgetti mattarella

 

8 LUGLIO 2022 - CONTE ALZA I TONI CONTRO IL GOVERNO DRAGHI: «SUBITO UN CAMBIO O CE NE ANDIAMO»

Emanuele Buzzi per www.corriere.it  

La tensione resta alta e i venti di crisi continuano a soffiare forti. Giuseppe Conte torna a parlare del documento che ha presentato a Mario Draghi: «Pretendiamo un cambio di passo immediato».

 

mario draghi contro firma il decreto di scioglimento delle camere

I nove punti — che sono stati postati su Facebook senza logo M5S — «sono punti seri. Non ci sono bandierine, non è un libro dei sogni: ci sono le urgenze del Paese in questo momento e se a queste urgenze, in questa situazione serissima, non si dà una risposta, dal nostro punto di vista non ci sono le condizioni per continuare a condividere una responsabilità rispetto a processi decisionali in cui, come M5S, siamo stati marginali», dice il presidente Cinque Stelle intervenendo a DigithOn 2020 a Bisceglie.

 

mattarella draghi meme

«Non mi permetto di fare previsioni» su quando si voterà — precisa il leader stellato — «non sono il presidente della Repubblica ma lavorerò perché ci siano le condizioni per tutelare l’interesse dei cittadini».

 

Anche se poi cerca di smorzare i toni quando viene nominata la parola crisi: «Partite per la vostra vacanza, poi vi aggiorneremo»…. Enrico Letta avvisa: «Il governo Draghi è per noi l’ultimo della legislatura».

 

VIGNETTA VAURO - DRAGHI E MATTARELLA

Tra gli stellati, intanto, si ragiona sul da farsi. La maggioranza dei parlamentari preme per uscire subito dal governo, mentre c’è chi spera solo di incidere di più nell’azione dell’esecutivo, anche se lo scoglio della legge di bilancio potrebbe risultare fatale per i delicati equilibri nel partito.

 

Il primo scoglio resta comunque la fiducia sul dl Aiuti che arriverà in Senato giovedì prossimo. A Palazzo Madama il voto sarà unico: non è possibile dividere fiducia e dl come a Montecitorio e proprio per questo motivo il Movimento sta cercando una soluzione per evitare il voto sulla fiducia.

 

gualtieri draghi

I Cinque Stelle vogliono attendere le risposte di Draghi prima di sbilanciarsi e proprio per questo motivo — sostiene l’Adnkronos — starebbero valutando l’idea di non partecipare al voto di fiducia in Senato: una soluzione tecnica borderline che permetterebbe di tenere il punto sulle questioni politiche senza strappare anzitempo il rapporto con l’esecutivo.

 

RIEPILOGANDO: L’INIZIO DELLA CRISI/1

Tg24Sky - La crisi si inasprisce a metà luglio 2022, quando il Movimento 5 Stelle sceglie di non votare la fiducia al governo sulla conversione in legge del decreto Aiuti. In questo provvedimento ci sono molte misure e in particolare i pentastellati non gradiscono quella che consente al sindaco di Roma Roberto Gualtieri di costruire un inceneritore. Un tassello che si aggiunge alle proteste già sedimentate contro altre iniziative dell’esecutivo: le armi in Ucraina, le discussioni sul reddito di cittadinanza, il Superbonus 110%.

 

silvio berlusconi licia ronzulli matteo salvini

Il Movimento guidato da Giuseppe Conte in un primo momento vota contro il decreto e a favore della fiducia, ma al Senato non può ripetere l’operazione perché è necessario esprimersi in un’unica soluzione. Quindi, sceglie di non votare la fiducia. Sottolinea che intende mantenere il proprio sostegno al governo, ma ormai l’iter per le (prime) dimissioni di Draghi è cominciato: già la sera stessa l’allora presidente del Consiglio le aveva presentate a Mattarella. Quest’ultimo le respinge e concede alla maggioranza altri cinque giorni per discutere di quanto sta accadendo. Così facendo, il Capo dello Stato sceglie di “parlamentarizzare” la crisi.

meloni berlusconi salvini ronzulli

 

LE AVVISAGLIE/2

La crisi di governo aveva radici profonde da ritrovare anche nei rapporti fra i partiti. Già il 29 giugno Draghi torna in anticipo da Madrid, dove si trova per il vertice Nato. Ufficialmente il rientro è dovuto al Consiglio dei ministri dell’indomani sul caro bollette e sull’assestamento di bilancio, ma inizia a trapelare l’ipotesi che la vera ragione sia nelle tensioni all’interno della maggioranza.

 

ANTONIO TAJANI E L ADDIO AL SUPERBONUS - VIGNETTA DI GIANNELLI

C’è poi il Centrodestra, che accusa il presidente del Consiglio di essersi troppo sbilanciato verso il Centrosinistra: la coalizione, riunita a casa di Berlusconi (Villa Appia) stabilisce che la soluzione migliore è il voto anticipato. Intanto, il 19 luglio si verifica un incidente diplomatico quando Enrico Letta (leader Pd) viene avvistato mentre esce da un colloquio proprio con Draghi.

 

I partiti di destra – Forza Italia e Lega, Fratelli d’Italia è all’opposizione – non gradiscono e si sentono esclusi. Accentuano perciò i toni, proponendo alcune condizioni al presidente del Consiglio per continuare a sostenerlo: nuovo governo, nuovi ministri e nuovo programma, senza i pentastellati. Draghi rifiuta.

 

LA FINE DELL'ESECUTIVO E L'ADDIO DI DRAGHI/3

giorgia meloni - superbonus

Draghi chiede ancora la fiducia il 20 luglio 2022, e si verifica questo quadro: presenti 192, votanti 133, favorevoli 95, contrari 38. Con lui parte di Pd, Leu Ipf e Toti. Non partecipano Lega e Forza Italia, così come il Movimento 5 Stelle. Il numero legale c’è, ma viene meno lo spirito di unità nazionale. È a questo punto che l’esecutivo lascia: potrebbe continuare a governare anche senza M5S, ma le tensioni sono troppo forti e su troppi fronti.

 

giorgia meloni pronta a tutelare il superbonus video settembre 2022

Draghi, soprattutto, aveva ribadito le sue intenzioni nel discorso tenuto al Senato: “Ritengo che un Presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere in Parlamento il sostegno più ampio possibile”. Non sarebbe andato perciò avanti senza un pezzo della maggioranza. Le dimissioni si concretizzano il 21 luglio. I cinque giorni concessi dal presidente Sergio Mattarella non sono perciò serviti: si chiude così l’esecutivo guidato dall’ex numero uno della Banca Centrale Europea.

 

LUGLIO 2022 - DRAGHI: "CHI HA DISEGNATO IL SUPERBONUS È IL COLPEVOLE"

 

 

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DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

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DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...