tsipras 8ca1ce4

SYRIZA NEL CAOS. TSIPRAS HA MENO DI 48 ORE DI TEMPO PER METTERE ASSIEME UNA MAGGIORANZA IN GRADO DI APPROVARE TUTTE LE RIFORME CHE I SUOI PREDECESSORI NON SONO RIUSCITI A FARE IN CINQUE ANNI – “TSIPRAS SI È PRESENTATO AL VERTICE UE SENZA LA CRAVATTA, HA OFFERTO LA GIACCA, E SE N'È ANDATO SENZA LE MUTANDE“

TSIPRAS GIACCATSIPRAS GIACCA

1. MAIL

Caro Dago, Tsipras si è presentato al vertice Ue senza la cravatta, ha offerto la giacca, e se n'è andato senza le mutande.

Daniele Krumitz

 

2. TSIPRAS FA VOTARE IL PIANO: OPPOSIZIONE PRONTA AL SI’, RIVOLTA DEI RADICALI DI SYRIZA

Ettore Livini per “la Repubblica”

 

Alexis Tsipras, chiusa la partita a Bruxelles, ne affronta ora un’altra forse più complicata: quella di Atene. Syriza è divisa e nel caos. Il governo — già salvato dalla stampella delle opposizioni tre giorni fa — rischia di perdere altri pezzi. E il premier ha meno di 48 ore di tempo per mettere assieme una maggioranza in grado di approvare tutte le riforme che i suoi predecessori non sono riusciti a fare in cinque anni. «Un pacchetto di austerità umiliante che distruggerà il paese — gli ha dichiarato guerra Panagiotis Lafazanis, ministro dell’Energia e leader della minoranza del partito — che cercheremo in tutti i modi di non fare passare».

protesta contro l accordo che schiaccia la grecia  6protesta contro l accordo che schiaccia la grecia 6

 

Il dado però è tratto. E Tsipras sembra deciso a tirare dritto per la sua strada. Anche a costo di un rimpasto di governo o dell’ipotesi, tutt’altro che improbabile, di farne nascere uno di unità nazionale con il compito di approvare la cura lacrime e sangue imposta dai creditori e portare il paese a nuove elezioni dopo l’estate.

 

Ricucire le fila del partito e salvare l’esecutivo, lo sa anche lui, sarà difficilissimo. La maggioranza ha 162 seggi su 300 ma l’ala radicale di Syriza — forte di 30-40 voti decisivi — è sul piede di guerra. Un paio di deputati hanno già rinunciato al seggio in aula, in ossequio al codice di condotta fatto firmare ai candidati prima dalle elezioni che impone le dimissioni in caso di voti contro la disciplina di partito. E anche la presidente della Camera Zoe Konstantopoulou, la prima la scorsa settimana a mettersi di traverso al nuovo memorandum, potrebbe lasciare.

protesta contro l accordo che schiaccia la grecia  5protesta contro l accordo che schiaccia la grecia 5

 

Un siluro (a metà) è arrivato pure da Panos Kammenos, ministro della Difesa e leader della destra di Anel. «Non sono d’accordo con il compromesso di Bruxelles e non posso appoggiarlo », ha detto. Il preannuncio di un “no” in aula? Probabilmente sì. Ma con uno spregiudicato esercizio di ambiguità creativa, Kammenos ha aggiunto di non aver alcuna intenzione di uscire dal governo.

 

Il via libera in Parlamento dei provvedimenti necessari per sbloccare gli aiuti e riaprire le banche (la chiusura è stata allungata fino a mercoledì) non dovrebbe però essere in pericolo. A garantire la maggioranza — salvo clamorose sorprese — sarà l’opposizione. «L’accordo ci consente di evitare una tragedia e fa respirare il paese — ha spiegato ieri Evangelos Meimarakis, segretario reggente di Nea Demokratia — . Ora servono senso di responsabilità e serietà da parte di tutti».

 

protesta contro l accordo che schiaccia la grecia  2protesta contro l accordo che schiaccia la grecia 2

Tradotto in soldoni: il centro-destra voterà sì. Lo stesso dovrebbero fare i socialisti del Pasok e To Potami: «L’accordo prevede nuovi sacrifici, nessuno lo nega — ha ammesso Stavros Theodorakis, segretario del centro riformista — Ma Tsipras ha mantenuto la promessa di mantenerci nell’euro. Spero che il Parlamento sia all’altezza delle sfide che ci aspettano ». Ergo, un altro sì. Il risultato del voto di mercoledì (e in teoria di tutti quelli necessari a implementare le riforme) dovrebbe quindi essere, pallottoliere alla mano, scontato: queste tre formazioni portano in dote 106 seggi. Al premier — al netto della defezione di Anel e dei ribelli del suo partito — basterà incassare il voto di 45 dei 149 deputati di Syriza per incassare l’ok.

 

TSAKALOTOS E TSIPRASTSAKALOTOS E TSIPRAS

Il governo, a questo punto, sarebbe formalmente a pezzi. E la strada maestra sarebbe quella di rassegnare le dimissioni, recarsi dal presidente della Repubblica e far decollare il nuovo esecutivo di salvezza nazionale nato da queste convergenze in aula. Come in fondo sogna da mesi la Troika.

 

protesta contro l accordo che schiaccia la grecia  3protesta contro l accordo che schiaccia la grecia 3

«Io non sono un uomo per tutte le stagioni e non sarò mai alla guida di un governo tecnico», ha detto la scorsa settimana Tsipras. Mai dire mai, però. Bruxelles ha intuito nelle ultime ore che lui è l’unico in Grecia con il capitale di credibilità politica necessario per far approvare le riforme. E quindi potrebbe chiedergli (molti dicono l’abbia già fatto) di rimanere in sella.

 

La speranza dei creditori è che un esecutivo di questo tipo — che va dalle colombe di Syriza fino al partito di Antonis Samaras e con solo i comunisti di Kke e Alba Dorata all’opposizione — possa consolidarsi e durare nel tempo. Garantendo alla Grecia quel periodo di stabilità necessario per far decollare il pacchetto di austerity e provare a rilanciare l’economia.

protesta contro l accordo che schiaccia la grecia  4protesta contro l accordo che schiaccia la grecia 4

 

Difficile tuttavia che il presidente del Consiglio accetti di farsi imbrigliare in una situazione di questo genere. Anzi. Nella serata di ieri, diceva il tam tam di Syriza, i maggiorenti di Koumoundourou stavano cercando di mettere assieme un ultimo disperato tentativo di tenere unito il partito.

 

tsipras e la merkel xxx028049atsipras e la merkel xxx028049a

L’idea sarebbe quella di tirare avanti con la compagine di governo attuale facendo finta che non sia successo niente, cercando di volta in volta in Parlamento i voti necessari a tappare le defezioni dei ribelli anti- austerity. Un esecutivo di scopo destinato a dimettersi dopo l’estate una volta sbloccati gli aiuti e a portare Atene alle urne. In quel caso Tsipras potrebbe scegliere tutti i candidati, epurando chi non ha accettato in queste settimane la disciplina di partito. E se i sondaggi valgono qualcosa, potrebbe di nuovo stravincere le elezioni.

 

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”