T’AMO PIO BAZOLI: UN LIBRO IN GINOCCHIO CELEBRA IL BANCHIERE, “IL BENE CHE VINCE CONTRO IL MALE” (MUSICA MAESTRO!)

Alberto Statera per "la Repubblica"

Cos'è un banchiere di sistema? L'ircocervo autoctono del capitalismo relazionale d'Italia che si pasce soprattutto di affari, politica e conflitti d'interesse, come fa pensare l'ex banchiere Cesare Geronzi leggendo le sue memorie da poco consegnate a un librointervista?

Tutt'altro secondo Giovanni Bazoli, che pure Geronzi annovera nella specie, ma che invece intende il suo ruolo come quello di una sorta di apostolo votato allo sviluppo umano e civile del Paese. Questo almeno emerge da un monumentale studio in uscita per il Mulino ("Una storia italiana - Dal Banco Ambrosiano a Intesa San Paolo") firmato da Carlo Bellavite Pellegrini, docente di Finanza aziendale alla Cattolica di Milano, incaricato dallo stesso Bazoli di ricostruire, attraverso documenti (compresi i diari di Carlo Azeglio Ciampi governatore della Banca d'Italia) e testimonianze, le vicende dell'Istituto nato sulle macerie lasciate trent'anni fa dal bancarottiere piduista Roberto Calvi.

«Mi è capitato di chiedere al professor Bazoli - scrive l'autore - quale fosse stata la bussola della sua attività come banchiere. Mi ha risposto, senza esitazione, di essere stato guidato dall'obiettivo di far rinascere e crescere l'Istituto che gli era stato affidato (difendendone l'indipendenza, a fronte delle ripetute aggressioni), ma anche, nello stesso tempo, dall'intento di concorrere allo sviluppo sociale e culturale del Paese».

Bellavite ne ricava che l'incontro tra cultura umanista e tradizione del cattolicesimo lombardo ha avuto nella storia dell'attuale Banca Intesa incarnata da Bazoli, un esito particolarmente felice:

«Da un lato, infatti, la storia dell'Istituto può essere letta come una risposta all'epilogo drammatico delle banche di Sindona e dello stesso Banco Ambrosiano, servendo così a smentire l'opinione di una sorta di inettitudine dei cattolici a operare con successo nel mondo della finanza. D'altro lato la storia stessa dimostra come si possono conseguire positivi risultati aziendali coniugandoli non solo con una rigorosa correttezza gestionale, ma anche con altri obiettivi di rilevanza etico-sociale ».

Il sincero entusiasmo del professor Bellavite per la passione civile del professor Bazoli, protagonista di «una straordinaria epopea strategica e gestionale che ha condotto in un quarto di secolo un istituto fallito al primato nazionale», lo conduce a un ardito parallelo plutarchiano per descrivere il Male e il Bene che hanno percorso decenni e decenni di vita italiana: Michele Sindona il male e Giorgio Ambrosoli il bene; Paul Marcinkus il male e Agostino Casaroli il bene; Roberto Calvi il male e Giovanni Bazoli il bene.

Anche Jean-Paul Fitoussi, nella prefazione, non lesina onori alla strategia che ha condotto una banca fallita al centro di scandali epocali a diventare un leader nazionale tra i più importanti in Europa. E l'incredibile quantità di documenti, spesso inediti, dimostra come in questi trent'anni l'ex Ambrosiano avrebbe potuto essere risucchiato facilmente in nuove avventure favorite dall'instabilità di un Paese, nel quale il Male quasi sempre prevale sul Bene. Ma dimostra anche le criticità irrisolte.

Un solo esempio: la situazione della Rizzoli-Corriere della Sera, che occupa non solo molte pagine del libro, ma la storia tout court di questo trentennio, tra appetiti, scontri politici e finanziari, trappole evitate e subite, come se tutto il capitalismo ruotasse intorno a questo eterno oggetto del desiderio.

Nel 1984 la società editoriale era al fallimento, dopo essere stata percorsa dalle gesta della P2 di Gelli e Ortolani, con la complicità di Calvi e del Vaticano. Nelle more di una assai complessa sistemazione per evitare il fallimento, tra l'altro Bazoli dovette subire, nello studio di piazza Duomo, 19 una sfuriata di Bettino Craxi, che pretendeva di imporre la sua sui nuovi assetti. Di lì in poi, dopo l'intervento di Gianni Agnelli attraverso Gemina, il Corriere non ha mai cessato di rappresentare al tempo stesso la pietra preziosa e il bubbone della finanza italiana, percorsa dagli intrecci incestuosi e dalle debolezze del capitalismo relazionale.

Nel dicembre del 2002 Bazoli andò a villa Frescot a trovare Agnelli, poche settimane prima della morte e fu allora, secondo le testimonianze raccolte nel libro, che l'Avvocato conferì un "mandato morale" al banchiere bresciano per vigilare sulle sorti del Corriere. «Ascoltate anche in futuro quello che vi propone il professor Bazoli», disse a Franzo Grande Stevens.

Passati altri dieci anni, la Rizzoli è di nuovo al disastro per una gestione industriale disattenta, il declino del settore e acquisti dissennati che hanno portato a un miliardo di debiti. Intesa San Paolo, oltre che azionista del patto, ne è un grande creditore. L'epopea è un po' smagliata e, al momento, non c'è narrazione di gesta eroiche.

 

 

GIOVANNI BAZOLI FOTO ANSAGiovanni Bazoli Paul MarcinkusMichele Sindona Roberto Calvi Jean Paul Fitoussi Licio Gelli x GIANNI AGNELLI

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...