luigi di maio giuseppe conte

BYE BYE ELEZIONI - CON IL VIA LIBERA AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI IL GOVERNO CONTE LA MAGGIORANZA GIALLO-ROSÉ METTE UNA PIETRA TOMBALE SULLE URNE ANTICIPATE - LA RAGIONE È SIA POLITICA CHE TECNICA: L’ITER DI RIFORMA COSTITUZIONALE È LUNGO E VA FATTA UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE - ANCHE SE SI SCIOGLIESSERO LE CAMERE, NON SI PUÒ ANDARE A VOTARE CON IL ROSATELLUM PERCHÉ…

 

 

Alberto Maggi per www.affaritaliani.it

 

luigi di maio giuseppe conte

Il via libera definitivo al taglio del numero dei parlamentari (da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato) allunga la vita al governo Conte II e alla maggioranza giallo-rossa. Non solo perché le quattro forze politiche che sostengono l'esecutivo sono state assolutamente autosufficienti ma soprattutto perché l'ok alla riduzione degli eletti, di fatto, allontana l'ipotesi di elezioni anticipate.

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

 

La prima motivazione è politica. Subito dopo il via libera a Montecitorio, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha scritto su Facebook: "Oggi abbiamo deciso di votarla (la riduzione dei parlamentari, ndr) tenendo fede al primo impegno del programma di Governo e anche perché abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, l’inserimento di determinate garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c'erano".

zingaretti di maio

 

Gli stessi concetti sono stati espressi in Aula dagli esponenti di Italia Viva e di Liberi e Uguali. Pd, renziani e sinistra hanno deciso di votare a favore, nonostante nei primi tre passaggi in Parlamento si fossero schierati contro, proprio perché l'accordo nella maggioranza prevede ora un lungo iter di modifiche costituzionali, di cambiamenti dei regolamenti parlamentari e soprattutto di riforma della legge elettorale (il cui testo base dovrebbe essere presentato prima di Natale).

 

NICOLA ZINGARETTI E LUIGI DI MAIO BY CARLIFOTOMONTAGGIO – LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI

E' del tutto evidente che su queste materie delicate i temi saranno molto lunghi, anche perché la nuova modifica della Costituzione prevede quattro passaggi in Parlamento. Sulla legge elettorale, poi, la storia degli ultimi anni insegna come un accordo, non solo nella maggioranza ma anche con almeno una parte delle opposizioni, non matura prima di almeno due anni di audizioni, dibattiti, confronti e votazioni. C'è poi l'aspetto tecnico che allontana il ritorno alle urne. Anche se il governo giallo-rosso dovesse implodere nelle prossime settimane o nei prossimi mesi le Camere non potrebbero essere immediatamente sciolte. L'attuale legge elettorale, il Rosatellum con il quale abbiamo votato il 4 marzo 2018, infatti, prevede che un terzo di deputati e senatori venga eletto con il sistema maggioritario/uninominale.

 

renzi di maioettore rosato (2)

E' chiaro che con la riduzione dei parlamentari cala anche il numero degli eletti con il maggioritario e di conseguenza, prima di tornare al voto, andrebbero ridisegnati tutti i collegi elettorali di Camera e Senato per renderli omogenei alla nuova Carta. Un'operazione laboriosa, tecnica e che non si esaurisce prima di qualche mese. Non solo. Anche le circoscrizioni del proporzionale, probabilmente, andrebbero riviste completamente. Fatto sta che la votazione a Montecitorio sul taglio dei parlamentari - senza dimenticare l'ipotesi di referendum confermativo - è una polizza sulla vita per il governo Conte II.

LUIGI DI MAIO MATTEO RENZIettore rosatoluigi di maio giuseppe contetoninelli renzi di maio air force renzi

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…