PER FAR FUNZIONARE L’EUROPA CI VUOLE UNA CAMPAGNA ELETTORALE AL MESE! - COME TROTTA TAJANI, PREMIER NEL PECTORE DI SILVIO: MINACCIA JUNCKER SULL’ASSEGNAZIONE DELL’EMA ALL’OLANDA, E MANDA L’EUROPARLAMENTO AD AMSTERDAM PER VERIFICARE I LAVORI - CALENDA SI ACCORGE DEL DUMPING DEL MERCATO UNICO, GENTILONI STRIGLIA RUTTE: IL 5 MARZO ABBASSERANNO TUTTI LE PENNE?
1. «VOGLIAMO VEDERE I DOSSIER RISERVATI» TAJANI INCALZA JUNCKER SUL CASO EMA - OGGI LA MISSIONE DELL' EUROPARLAMENTO AD AMSTERDAM PER VALUTARE LO STATO DEI LAVORI
Ivo Caizzi per il Corriere della Sera
La contestata assegnazione dell' Agenzia europea per le medicine (Ema) ha provocato un duro contrasto istituzionale ai vertici dell' Unione Europea.
Il presidente dell' Europarlamento Antonio Tajani ha scritto una lettera al presidente lussemburghese della Commissione europea Jean-Claude Juncker sostanzialmente contestandogli di non avere assolto al meglio il suo dovere di fare valutazioni, controlli e proposte: da inviare poi al livello decisionale dei governi e a quello co-decisionale degli eurodeputati.
Nel mirino dell' Assemblea Ue c' è la discussa procedura di selezione delle 19 città candidatesi a ospitare l' Ema, prima che - nel Consiglio dei ministri degli Affari generali del 20 novembre scorso a Bruxelles - fosse scelta Amsterdam ed esclusa Milano per sorteggio.
È ormai noto che l' istituzione di Juncker accettò di segretare - su richiesta del governo olandese - parte della documentazione inviata dall' Olanda. In questo modo sarebbe stata nascosta soprattutto la difficoltà di rispettare i tempi previsti per garantire il trasferimento dell' Ema da Londra (all' uscita del Regno Unito dall' Ue a fine marzo 2019). Inoltre la Commissione non ha controllato l' attendibilità delle proposte delle città candidate, favorendo di fatto quelle meno pronte.
Tajani ha scritto a Juncker chiedendo di consegnare all' Europarlamento «tutti i dettagli dell' offerta olandese per ospitare l' agenzia e la valutazione della Commissione», includendo anche le parti «confidenziali». Sono informazioni disponibili ormai anche su Internet.
Il senso sarebbe far capire a Juncker che avrebbe dovuto inviarle da tempo all' Assemblea Ue, destinataria invece solo della proposta legislativa «da emendare» per ratificare il trasferimento ad Amsterdam. Il presidente dell' Europarlamento precisa di aspettarsi «una informazione completa e accurata della selezione del luogo proposto» perché «è necessaria per consentire al Parlamento di deliberare sull' argomento». Il voto è calendarizzato nella prossima sessione a Strasburgo in marzo.
Tajani non prende posizione a favore di Milano o delle altre città escluse. La stessa linea l' ha annunciata l' eurodeputato Giovanni La Via, che oggi guida una missione ad Amsterdam di eurodeputati di vari partiti e nazionalità.
L' obiettivo, in vista del voto in marzo, è constatare se l' Olanda è davvero pronta a ospitare l' Ema. «Vogliamo verificare se Amsterdam fornisce tutte le condizioni per garantire l' operatività dell' agenzia nell' interesse dei cittadini europei», ha spiegato La Via, dicendosi «preoccupato» soprattutto in relazione all' edificio temporaneo Spark, necessario a causa dei ritardi nella costruzione della sede definitiva Vivaldi building.
Per questo palazzo di diciannove piani non ci sarebbe ancora l' appalto.
Gli eurodeputati vogliono anche evitare aumenti dei costi a carico dei contribuenti europei. Se tutto non fosse a posto, l' Europarlamento può votare a maggioranza uno stop. Si passerebbe al cosiddetto «trilogo». È un procedimento di mediazione a tre con Consiglio dei governi e Commissione europea. Si cerca insieme una soluzione. Se non si trova, si potrebbe perfino arrivare a riaprire la gara di assegnazione.
Il premier Paolo Gentiloni, che ha fatto ricorso alla Corte di giustizia insieme al Comune di Milano, si è detto impegnato sul caso Ema. «Il governo sta lavorando per verificare che il processo sia stato fatto con correttezza e trasparenza», ha detto Gentiloni. Domani nel summit dei capi di Stato e di governo a Bruxelles è atteso un suo «faccia a faccia» con il presidente del consiglio olandese Mark Rutte, che dovrebbe risentire dell' esito della missione di oggi ad Amsterdam.
Le autorità olandesi sembrano in tensione. Hanno mandato un paio di ruspe a scavare nello sterrato dove dovrebbe sorgere il Vivaldi building. Ed è comparso, all' ingresso del cantiere, un cartello con l' immagine futura del palazzo e un «benvenuto all' Ema».
2. CASO EMA, LA MOSSA DI TAJANI: ORA DATECI LE CARTE SECRETATE
Antonio Signorini per il Giornale
Troppi punti da chiarire e poca trasparenza. Il trasferimento in Olanda della sede dell'Autorità europea del farmaco è incappato in una serie di ostacoli nel giro di poche ore.
Ieri, un'altra iniziativa del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
Una lettera al presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker per chiedere di trasmettere ufficialmente all'Aula «tutti i dettagli dell'offerta olandese per ospitare l'Ema, come pure la valutazione della Commissione dell'offerta, con la dovuta celerità». In sostanza il Parlamento chiede di potere accedere a tutti i documenti, compresi quelli secretati.
Una passaggio che rientra nella «mutua e sincera collaborazione» tra le due istituzioni comunitarie, ma che sa tanto di critica a come è stata gestita la vicenda, anche dall'esecutivo comunitario.
Nella missiva si ricorda che il 29 novembre del 2017 «la Commissione ha sottoposto al Parlamento» la proposta di trasferire la sede dell'Authority, la cui sede di Londra dovrà chiudere i battenti quando la Brexit sarà compiuta. La proposta «è ora all'esame» del Parlamento che si dovrà esprimere sulla scelte di Amsterdam.
Per Tajani «è necessaria una piena ed accurata informazione sulla selezione della località proposta, per consentire» all'Europarlamento «di deliberare su questa materia in modo puntuale e significativo. Tuttavia - sottolinea - il contenuto dell'offerta formulata dal governo olandese e la valutazione della Commissione, sulla base delle quali è stata formulata la proposta, non è stata trasmessa al Parlamento».
Negli ultimi giorni sono emersi dettagli inediti. Ultimo, una lettera della stessa agenzia Ue del farmaco alla Commissione nella quale si mettono in luce le incongruenze dell'offerta olandese. In particolare l'inadeguatezza della sede provvisoria.
In un primo momento Amsterdam, in documenti che erano stati secretati, aveva indicato due sedi da attivare il prossimo anno in vista della costruzione del quartiere generale definitivo. Si sono rivelate inadeguate entrambe e sono state sostituite in corsa con un'altra sede, lo Spark Building.
Una situazione caotica e poco chiara, che segue la altrettanto opaca assegnazione ad Amsterdam tramite sorteggio, a spese di Milano, candidatura che aveva tecnicamente tutti i requisiti in regola, a partire dalla disponibilità immediata del Pirellone.
Ora il Parlamento potrà fare chiarezza. I tempi sono brevi perché già oggi arriverà un'importante decisione. La delegazione del parlamento europeo che si trova ad Amsterdam per verificare la candidatura di Amsterdam, incontrerà le autorità olandesi e chiederà conto dei dettagli del trasferimento.
Probabile che la delegazione dia una valutazione negativa e che quindi si rafforzi l'ipotesi che circola già da tempo: lo slittamento di un anno del trasferimento di uffici e personale dell'Ema da Londra ad Amsterdam.
Oltre all'esame dell'Europarlamento, sulla gara persa dall'Italia, pesano i ricorsi presentati dal comune di Milano e dal governo. Ieri il premier Paolo Gentiloni ha assicurato che l'esecutivo starà «dalla parte di Milano come è stato in questi anni». Serve «gioco di squadra», come «quando Letizia Moratti era sindaco per portare l'Expo. È lo stesso gioco di squadra che abbiamo praticato per la candidatura di Ema e che ha portato a ottimi risultati per Milano, a parte battute di stampo elettoralistico, perché Milano è arrivata alla finalissima. Tutti davano per vittoriosa Bratislava, tutti pensavano che la Germania avrebbe distribuito le carte ma le cose sono andate diversamente».
Restano i dubbi su come il governo ha condotto la partita nelle fasi finali. Il metodo del sorteggio, che alla fine ha deciso l'esclusione di Milano, fu deciso alla presenza dei rappresentanti del governo italiana e non fu contestato. Un errore, visto che la superiorità tecnica della candidatura di Milano era cosa nota e documentata. Il pareggio con la capitale Olandese era una possibilità remota, ma non era da escludere a priori.