LA TALPA CIECA SULLE CONSEGUENZE: UN COLUMNIST DEL “NEW YORK TIMES” CONTRO SNOWDEN

David Brooks per "The New York Times" pubblicato da "La Repubblica" - Traduzione di Anna Bissanti

L'autore è un noto columnist del New York Times. Nel suo ultimo commento che di seguito pubblichiamo, si è schierato contro Edward Snowden, la "talpa" del Datagate, provocando un acceso dibattito sui media tra chi lo critica aspramente e chi lo sostiene.


Da quanto sappiamo per ora, Edward Snowden sembra l'ultimo uomo senza intermediari. Benché incredibilmente intelligente, non è riuscito a concludere con successo il suo percorso al liceo né al college. Secondo il Washington Post non è una presenza assidua a casa di sua madre da anni. Quando un vicino alle Hawaii ha cercato di presentarsi, Snowden gli ha detto chiaramente di non volere alcun rapporto di buon vicinato. È andato a lavorare per Booz Allen Hamilton e per la Cia, ma poi ha preso le distanze anche da loro.

Benché intraprendente, impegnato e dedito a ciò in cui crede, sembra essere il prodotto di uno dei più infelici trend della nostra epoca: l'atomizzazione della società, l'allentamento dei legami sociali, quella percentuale in aumento di ventenni che vivono esistenze tecnologiche nell'indistinto territorio tra le istituzioni dell'infanzia e gli impegni di una famiglia adulta.

Se vivi una vita non plasmata dalle istituzioni di mediazione della società civile, forse ha senso considerare il mondo in un certo modo. La vita non è inserita in una serie di strutture autoritarie ordinate per gradi: famiglia, quartiere, gruppo religioso, stato, nazione, mondo. Al contrario, è soltanto un individuo solitario nudo di fronte a uno stato gigantesco e minaccioso.

Questa prospettiva ti rende più propenso a condividere quegli elementi di dottrina del libero arbitrio che fioriscono in quest'epoca frammentata: il sospetto nei confronti dell'autorità, il convincimento che le gerarchie e le organizzazioni siano ambigue, la devozione alla trasparenza, la supposizione che le preferenze dell'individuo siano supreme.

Tenuto conto di questo background e della sua mentalità, è logico che Snowden abbia sacrificato la propria carriera per svelare le procedure di raccolta delle informazioni
della Nsa. Anche se non è stato in grado di indicare alcun abuso preciso, era destinato a restare atterrito dall'endemica riservatezza delle forze armate e delle agenzie d'intelligence.

Ma il Grande Fratello non è l'unico pericolo che incombe sul paese. Un altro è la sfiducia in aumento, il corrosivo dilagare del cinismo, lo sfilacciarsi del tessuto sociale, l'ascesa di persone così individualiste da non riuscire a comprendere come mettersi in relazione con il prossimo e badare insieme al bene comune. Questo non è un pericolo a cui Snowdon fa riferimento. Anzi, lo ha persino peggiorato.

Perché una società funzioni bene è indispensabile che vi siano livelli base di fiducia e collaborazione, rispetto per le istituzioni e una certa deferenza nei confronti delle procedure comunitarie. Decidendo unilateralmente di far trapelare documenti segreti dell'Nsa, Snowden ha tradito tutte queste cose.

Ha tradito l'onestà e l'integrità, il presupposto stesso di qualsiasi attività collettiva. Ha giurato di rispettare la segretezza delle informazioni delle quali doveva occuparsi. Ha tradito i suoi stessi giuramenti. Ha tradito i suoi amici. Chiunque abbia lavorato con lui sarà oggetto di sospetti. I giovani in posizioni come la sua non saranno più degni di fiducia per paura che possano rivelarsi nuovi Snowden.

Ha tradito i suoi datori di lavoro. Booz Allen e la Cia avevano preso un ragazzo che aveva abbandonato la scuola e gli avevano offerto posti di lavoro con lauti stipendi. Sta violando i codici d'onore di tutti coloro che gli hanno consentito di elevarsi di posizione.
Ha tradito la causa del governo aperto. Ogni volta che c'è una soffiata come questa, i poteri che formano il cerchio della fiducia diventano un po' più stretti. Limitano un po' di più il dibattito.

Ha tradito la privacy di noi tutti. Se le agenzie federali della sicurezza non hanno la possibilità di raccogliere molti dati a vasto raggio, inevitabilmente faranno ritorno ai vecchi metodi delle intercettazioni più invadenti.

Ha tradito la Costituzione. I padri fondatori non crearono gli Stati Uniti perché un solitario ventinovenne prendesse decisioni in modo del tutto unilaterale su ciò che si deve rivelare. Snowden ha aggirato in modo auto-indulgente le strutture democratiche della responsabilità verso la nazione, anteponendo le proprie considerazioni a qualsiasi altra cosa.

Snowden ha affrontato un dilemma morale. Da una parte era a conoscenza di un programma che riteneva pericoloso. Dall'altra aveva preso precisi impegni come pubblico funzionario, come membro di un'organizzazione e di una nazione. Talvolta gli informatori devono lasciare trapelare le informazioni, perché sono così gravi da esigere che violino i loro giuramenti. Ma prima che ciò accada, ci si augura che si interroghino nel profondo.

A giudicare dai suoi commenti, Snowden era ossessionato dal rischio di estrapolazione delle informazioni riservate, ma del tutto inconsapevole dei suoi tradimenti e del danno che ha arrecato alle consuetudini sociali e ai legami invisibili che le tengono insieme.

 

Edward SnowdenEdward Snowden cia central intelligence agencybooz allen hamilton Barack Obama mentre percorre in solitudine uno dei corridoi della casa bianca - Dal Corriere della Sera (Ansa/Epa)BARACK OBAMA A BOCCA APERTA CASA BIANCA

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