O LA BORSA O LAVITOLA - MARINELLA, LA FIDATA SEGRETARIA DEL BANANA NON NE POTEVA PIÙ DELLE TELEFONATE DI VALTERINO: "BASTA, NON ROMPERE PIÙ” - TARANTINI E SILVIO BANCOMAT: “LO SAI COM´È QUELLO. TU OGGI GLI CHIEDI 500, VAI TRA DUE MESI E GLI DICI: "GUARDA CHE SONO SERVITI PER UNA CAZZATA, LÌ DEVI METTERE ALTRI 500. ABBIAMO TROVATO QUATTRO, CINQUE CAZZATE DA DIRGLI E CI HA SEMPRE DATO TUTTI I SOLDI CHE VOLEVAMO”...

Dario Del Porto e Conchita Sannino per "la Repubblica"

L´"approfittatore" Valter Lavitola e le dure parole contro di lui della segretaria di Silvio Berlusconi, Marinella Brambilla. La rabbia per un contratto che scade e la principesca villa ai Parioli di Debbie Castaneda, l´affascinante colombiana passata dalle particine in tv al ruolo di consulente per l´estero di Finmeccanica. E poi lo sfogo di Giampaolo Tarantini prima di finire in carcere («Vogliono inchiavicarmi la vita»). E il bruciante avvertimento di Lavitola a "Gianpi": «Attenti, non fate i bambini. Questi (i magistrati, ndr) hanno sgamato tutto!».

LAVITOLA SENZA LIMITI
«Valter Lavitola? Non lo si poteva più fermare. Non si poneva limiti. Stava sempre lì a insistere, a premere». Cioè: a chiedere e a ottenere fiumi di denaro da Silvio Berlusconi. «Anche per questo di fronte agli impegni pressanti del presidente e alle insistenze di questo signore che chiedeva continuamente di parlargli, anche io a un certo punto ho dovuto dirgli: ora basta».

Tono basso, parole meditate. Così Marinella Brambilla, 48 anni portati con asciutta eleganza, dinanzi ai pm di Napoli, tre giorni fa, scarica Lavitola, il faccendiere accusato di estorsione, tuttora latitante, e intercettato sia in una conversazione con il premier, sia al telefono con la fidatissima segretaria del Cavaliere. «Lavoro con il Dottore da 32 anni - spiega la signora Marinella - Sono la figlia della governante di casa Berlusconi. Mi occupo della sua segreteria personale e della sua agenda. Sono io a stoppare qualche telefonata se il presidente è immerso negli impegni istituzionali».

Ma quel genere di stop non funziona con Lavitola. Nella telefonata con Valter del 28 giugno, la Brambilla reagisce bruscamente: «Ho capito... Non rompere più. Dai Valter, fai il bravo». Lui, in un´altra conversazione con Gianpi, ricambia dicendo: «Lì (la segreteria del presidente, ndr) è un covo di vipere, non mi fido più neanche di Marinella».

La Brambilla riannoda, davanti ai pm, il filo tortuoso di quei contatti. «Quell´uomo si era fatto invadente, oltre ogni previsione. Interrompeva continuamente il lavoro, pretendeva ascolto, dava l´impressione di approfittare della situazione».

CASA DA 3.000 METRI QUADRI
I pm l´hanno già ascoltata una volta, ma non escludono di risentirla. Lei, Debbie Castaneda, consulente per l´estero del gruppo Finmeccanica - intercettata al telefono con il direttore commerciale di Finmeccanica, Paolo Pozzessere, e con Marinella Brambilla - si arrabbia per il contratto non rinnovato e minaccia di «parlarne direttamente con "lui"». Cioè, Berlusconi.

Dalla sontuosa residenza ai Parioli, dove abita con il marito Marco Squatriti (3mila metri quadri di appartamento, 10 mila metri quadri di giardino), la Castaneda fa sapere attraverso il suo avvocato: «Ho conosciuto circa 5 anni fa Berlusconi, quando collaboravo con l´ambasciata della Colombia. Ho avuto con lui rapporti esclusivamente di natura professionale, in relazione al mio incarico di consulente di Finmeccanica». «Non sono mai stata ad Arcore - aggiunge - ed ho partecipato con il Presidente Berlusconi solo a riunioni di carattere istituzionale».

E su Lavitola, chiarisce: «Ho avuto modo di incontrarlo, nel mio ruolo di consulente, tre volte: due nel corso di incontri ufficiali all´estero e soltanto una negli uffici di Finmeccanica».

SOLDI DA SPILLARE AL PREMIER
Il 17 luglio 2007 Lavitola e Tarantini discutono in maniera accesa del denaro da spillare ulteriormente al premier.
Tarantini: «Lo sai com´è quello. Che tu oggi gli chiedi 500, vai tra due mesi e gli dici: "Guarda che sono serviti per una cazzata, lì devi mettere altri 500". E te le mette».
Lavitola: «Sì. E quello piglia e te le mette (ironico). E questa è un´idea tua, hai capito? Questa è l´idea tua».

Tarantini: «Eh, Valter: noi in un anno e mezzo come abbiamo fatto? Abbiamo trovato quattro, cinque cazzate da dirgli e ci ha sempre dato tutti i soldi che volevamo».
Lavitola: «(...) Se io gli andavo a parla´ di tutti quanti... l´unica cosa che mi ha meravigliato è stata la cosa dell´affitto, Gianpa´...
Tarantini: «Scusa, l´ultima volta che gli hai portato il bollettino, quello dopo un mese, due mesi, te li ha dati; non è che ha battuto ciglio».

LO SCANDALO ESCORT DI BARI
Il 2 luglio, Lavitola e Gianpi parlano dello scandalo escort di Bari e dei nuovi atti, "catastrofici", che stanno per essere depositati.
Lavitola: «Ti dissi che l´avvocato andava a parlare con il Capo (riferito, per gli investigatori, al procuratore di Bari, Laudati, ndr)
Tarantini: «Dice che sono terrificanti (i nuovi atti)».

I due discutono dei suggerimenti provenienti, secondo l´accusa, dall´entourage del premier, per spingere Tarantini ad optare per il patteggiamento, con l´obiettivo di evitare la diffusione di intercettazioni. Ma "Gianpi" che vorrebbe discuterne direttamente con il presidente, viene dissuaso da Lavitola: «Gianpa´...secondo me tu sei matto...». E Tarantini, più avanti, sbotta: «Vogliono che io chiudo il coso mio (il procedimento), entro ‘sta settimana, inchiavicandomi la vita mia per non farli uscire».

 

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