giorgia meloni christine lagarde bce

UNA MISURA, MOLTE PERNACCHIE - LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE VIENE BOCCIATA DA ABI, FEDERCASSE E PURE DALLA BCE - LA BANCA CENTRALE È DA SEMPRE PREOCCUPATA DELLA STABILITÀ FINANZIARIA DEL SISTEMA CREDITIZIO E UNA TASSA SUI MARGINI DI INTERESSE POTREBBE SPINGERE GLI ISTITUTI A FARE MINORI ACCANTONAMENTI - E POI DARE L'IMPRESSIONE CHE OGNI VOLTA CHE LE BANCHE EUROPEE REALIZZANO PROFITTI, C'È QUALCUNO CHE INTERVIENE E SE LI PAPPA POTREBBE RIDURRE L'ATTRATTIVA DEGLI INVESTIMENTI NELLE BANCHE…

Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria,Manuel Follis per “la Stampa”

 

christine lagarde

La tassa sugli extraprofitti degli istituti di credito continua a non piacere. Da Roma a Francoforte il coro è a senso unico. Non ha raccolto il favore di Abi (Associazione bancaria italiana) e Federcasse, che ieri in audizione al Senato hanno messo in evidenza tutti i problemi legati alla misura. Non ha trovato il supporto dell'Antitrust che, pur condividendo lo spirito di fondo dell'iniziativa, ha messo in guardia dai «potenziali effetti distorsivi sul mercato».

 

Non ha gradito nemmeno la Bce, di cui si attende un parere legale che dovrebbe essere pubblicato già oggi, che secondo quanto risulta a La Stampa con tutta probabilità criticherà nella sostanza la tassa, come già fatto in maniera ufficiale con la Spagna e la Lituania.

giancarlo giorgetti giorgia meloni

 

[…] Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Banca Centrale Europea […] ha fatto esplicito riferimento alla posizione tenuta dalla Bce nei confronti della legge spagnola spiegando che a Francoforte c'è il timore che un'imposta una tantum finisca per colpire le banche nel momento del ciclo di rialzo dei tassi, ma appena prima che il passaggio ai depositi eroda questo effetto temporaneo. In più, la Bce è da sempre preoccupata della stabilità finanziaria del sistema creditizio e una tassa sui margini di interesse potrebbe spingere gli istituti a fare minori accantonamenti. Non solo.

 

Andrea Enria AB

Come fanno notare fonti interne dell'istituzione europea «un'imposta del genere potrebbe avere contraccolpi anche sullo stacco dei dividendi». Elemento che potrebbe ridurre lo spazio operativo per la corretta trasmissione della politica monetaria.

 

C'è poi per Francoforte un problema di fondo, espresso in maniera chiara da Enria e cioè che «dare l'impressione che ogni volta che le banche europee realizzano profitti, c'è qualcuno che interviene e li riduce potrebbe ridurre l'attrattiva degli investimenti nelle banche». Considerando anche i mal di pancia all'interno della maggioranza e le posizioni critiche sul tema espresse nei giorni scorsi dal vicepremier Antonio Tajani sembra proprio che questa tassa sugli extraprofitti così com'è non s'ha da fare.

 

ANTONIO TAJANI AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO

Un concetto che Abi e Federcasse hanno espresso in maniera chiara ieri in Senato. Oltre ai profili di incostituzionalità della norma, emersi fin da subito, il dg dell'Abi Giovanni Sabatini ha spiegato che la tassa ha come effetto quello di minare la fiducia del mercato, va a colpire un settore che è interessato da una grande concorrenza e soggetto a una tassazione già elevata, e che comunque andava sottoposta al parere preventivo della Bce, che invece come detto interverrà già oggi, ma ex post. È evidente che arrivati a questo punto il settore bancario si aspetti l'introduzione di qualche correttivo. […]

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