di maio conte salvini mattarella

IL TEATRINO DELLA POLITICA E' MOLTO AGITATO - I MESSAGGI DI MATTARELLA E ZINGARETTI SULLE ELEZIONI SERVONO A PLACARE LE FREGOLE DI RENZIANI E GRILLINI ALLO SBANDO. MA DI MAIO NON TEME PIÙ IL VOTO: SOGNA UN 15% DI ELETTI FEDELISSIMI PER TORNARE ALL'ALLEANZA CON SALVINI. CHE DEVE FAR PACE CON GIORGETTI E MOLLARE GLI IMPRESENTABILI SOCI EUROPEI SE VUOLE ANCHE SOLO IMMAGINARE UN RITORNO AL GOVERNO - CONTE, PORTATO A SPALLA COME UNA DIVINITÀ EGIZIA SOLO DAI DEMOCRISTIANI DEL PD, E' DEBOLISSIMO - GUALTIERI SOTTO TIRO - I CONSIGLIERI DI MATTARELLA NON SONO TUTTI ALLINEATI - IL VIRUS SALVERA' FORSE BONAFEDE E PISANO MA A SETTEMBRE, FINITA L'EMERGENZA, SI RIAPRONO I GIOCHI...

 

DAGONEWS

 

NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE SERGIO MATTARELLA

Pagine e pagine di giornale sulle liti nella maggioranza. Ma la verità è una: finché dura l'emergenza sanitaria, finché alle 18 ci saranno bollettini con morti e malati, questo governo resta anche se non va da nessuna parte. Deve chiedere una barca di soldi all'Europa, gestire la più grande crisi economica da un secolo. Le ''fibrillazioni'' saranno tutte defibrillate. Da Mattarella, che manda messaggi a tutti i leader, ammonendoli dal fare capricci mentre il paese va a picco e i cimiteri hanno i posti in piedi.

 

Ma pure da Zingaretti, che poco gradisce il suo essere finito in un cono d'ombra, ogni giorno offuscato dai casini sulle mascherine della Regione Lazio, dalle minacce renziane e dai pasticci grillini. Il suo avvertimento sulle elezioni in caso di crisi era un messaggio ai suoi due ''partner'' Renzi e Di Maio.

grillo travaglio felici

 

Ma se per il primo il voto a settembre sarebbe esiziale, per il secondo la prospettiva non è più così tremenda. Il Movimento è allo sbando, senza un leader ufficiale, con Travaglio che ha preso il posto di Beppe Grillo e il suo giustizialismo vecchia maniera. Crimi è un reggente che doveva traghettare i 5 Stelle verso gli Stati Generali, dove sarebbe stato votato il nuovo capo politico. Tutto rimandato a chissà quando. E nell'anarchia totale, sono emerse anche le debolezze delle correnti diverse da quelle di Di Maio, che resta l'unico manovratore.

 

CONSULTAZIONI - LA DELEGAZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO DA MATTARELLA - NICOLA ZINGARETTI ANDREA MARCUCCI GRAZIANO DELRIO PAOLO GENTILONI PAOLA DE MICHELI

Alessandro Di Battista è un Don Chisciotte bravo a fare battaglie su Instagram o sulle pagine del ''Fatto'', ma che non ha mai governato manco un condominio. E ora i grillini, da Bonafede a Toninelli, dalla Castelli alla Lezzi, hanno capito cosa vuol dire comandare e dunque, spesso, essere fottuti. L'idealismo delle origini si è spento. Resta il giustizialismo, propugnato dalla linea travaglista, e un po' di volemosebbene di sinistra in salsa Fico, da sempre una minoranza nell'elettorato a 5 Stelle.

 

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3

Casaleggio è mal visto da tutti, Rousseau si è rivelata la ciofeca che sembrava, non una legge è stata ''partecipata'' dai cittadini su quella scalcinata piattaforma che succhia 90mila euro al mese dai conti correnti dei parlamentari grillini. Beppe si è rintanato nelle sue ville, abbandonando la sua creatura al suo destino.

 

luigi di maio vito crimi

Ergo, in caso di voto resterebbe solo Di Maio a decidere truppe e liste, e un partito semi-personale al 15% (questo dicono i sondaggi) non sarebbe mica male. Perfetto per tornare a quell'alleanza con Salvini che Giggino (ma anche Crimi) sogna tutte le notti. Non gli è mai passato di mente quel messaggio del Capitone che, nel pieno delle sue mattane d'agosto, gli offriva la prima poltrona di Palazzo Chigi.

 

Allora Di Maio era vicepremier, capo politico del M5s, e soprattutto trattava come un burattino il povero Conte. Ogni giorno lui e Matteo bullizzavano la pochette a quattro punte che a loro doveva tutto. Al Tesoro c'era Tria, un altro che si potevano permettere di comandare, alla Farnesina l'invisibile Moavero. Una pacchia.

giuseppe conte dario franceschini

 

Ora la faccenda è ribaltata: è il Pd che deve la sua riesumazione a Conte, e dunque ogni giorno protegge il premier da qualunque attacco, soprattutto da quelli che vengono dal ''suo'' Movimento. Grazie a Conte, il Pd si è seduto al banchetto delle nomine pubbliche, e per questo gli sarà a lungo riconoscente, e proverà a tenerlo in sella più a lungo possibile.

 

Ma questi sono elementi da tenere a mente quando si studiano i comportamenti dei politici italiani. Scenari che non si realizzeranno a breve, la politica ha tempi lunghi, così come il virus coprirà le ''crisi'' scatenate da Bonafede, Bellanova, o dal rapporto tra il capo dei servizi Vecchione e la ministra Pisano. Senza emergenza sanitaria, qualsiasi altro governo sarebbe finito a gambe all'aria.

 

Salvini Di Maio

In questa fase di stallo però, non è detto che tutto resti uguale. Salvini legge i sondaggi, immagina l'asse con Di Maio e sa che deve cambiare strategia. Preoccupatissimo dell'ascesa di Zaia, che ha raggiunto consensi da Corea del Nord, trafitto dalla pressante sfiducia dei piccoli e medi imprenditori del nord che hanno sempre votato Lega, vuole riallacciare i contatti con Giorgetti.

 

STRACHE SALVINI LE PEN

Se l'Italia sta per firmare l'odiato ma irrinunciabile Mes, il leghista sa che non potrà mai tornare in maggioranza se non smorza la guerra contro Bruxelles. Per questo accarezza l'idea di tagliare davvero i ponti con Marine Le Pen e Afd, primo requisito richiesto dalle cancellerie europee per non fare un'altra brutta fine (politica).

di matteo bonafede

 

Tanto più che deve arginare l'ascesa di Giorgia Meloni (in privato la chiama Rita Pavone), che non solo ha creato una rete internazionale con partiti conservatori considerati meno ''tossici'' da Bruxelles, ha oggi un rapporto molto più stretto con il Berlusconi che si proclama anti-sovranista, in virtù dei buoni uffici di Crosetto con Gianni Letta.

 

giorgia meloni con mascherina tricolore

Che succede invece nel resto del panorama politico? Lassù al Quirinale non tutti i consiglieri la pensano allo stesso modo, tra gli ultra-moderati Grasso e Astorri mentre il mitologico Zampetti mantiene un ponte con i 5 Stelle da quando Di Maio era vicepresidente della Camera (legislatura 2013-2018) e lui da segretario generale di Montecitorio lo introduceva ai meccanismi del Palazzo.

 

luigi di maio chiara appendino paola pisano

Conte è portato come una divinità egizia in spalla da quei vecchi volponi democristiani del Pd, in testa Franceschini e Guerini, Marcucci e Delrio, mentre l'ex Pci Gualtieri viene trattato peggio di un bancomat, bombardato di richieste a destra e manca, e purtroppo gli manca la statura politica per rimettere a posto i questuanti di "marchette" (non a caso se l'è presa col povero Fassina di Leu, dal basso del suo 1%).

Gualtieri Conte

 

La sua azione è stata così debole che ora, su pressione del Colle, si pensa finalmente alle Poste per distribuire soldi, visto che le banche ti schiaffano davanti le loro lunghe e tortuose istruttorie. L'urgenza, e lo ha scritto Draghi oltre un mese fa nel suo editoriale, è mettere soldi in tasca agli italiani per far ripartire la domanda. Senza domanda, si possono riaprire tutte le aziende che vuoi, ma nessuno comprerà i loro prodotti. E il Sistema tracolla.

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...