luca telese bentivogli calenda

''BENTIVOGLI? UN SIMPATICO PREZZEMOLINO TV COL BISOGNO DISPERATO DI FARE IL SALTO DALLA SERIE B ALLA SERIE A''. TELESE DOPO LA POLEMICA COL SINDACALISTA CISL RACCONTA CHE LA LORO CHAT WHATSAPP È LUNGHISSIMA E CONTIENE… - CAZZOLA: ''TELESE, SU BENTIVOGLI HAI TOPPATO DI BRUTTO. QUANDO MAI AVREBBE SERVITO I PADRONI? QUANDO HA SALVATO LE PROSPETTIVE DEL GRUPPO FIAT IN ITALIA?''

 

1. IL SINDACALISTA GIALLO SI INVENTA UNA MINACCIA ROSSA PER FAR PARLARE DI SÉ

Luca Telese per ''la Verità''

 

Antefatto: stai in uno studio televisivo, da Myrta Merlino, a parlare di quota 100, e vieni aggredito da un tipo che ti impedisce di continuare, non entra nel merito, ti dà prima del pariolino e poi del fascista. Gli rispondi di ritirare pariolino e gli dici che se questi sono i toni, lui è il leader di un sindacato giallo e un servo dei padroni. Lo spezzone fa il giro del Web, ed è ricicciato domenica a Non è l' Arena.

calenda bentivogli

 

Massimo Giletti mi chiede di commentarlo, perché il tipo in questione, Marco Bentivogli da tre giorni dice e fa dire (a chi lo sostiene sui social) che si tratta di un linguaggio brigatista, che lui è sotto scorta, che questi apprezzamenti potrebbero essere la premessa di un evento tragico. Non contento, lui stesso ieri si spinge fino a pubblicare un tweet di questo tipo: «Nella storia della nostra Repubblica ci sono stati quelli che hanno sistemato con le armi coloro che sono stati definiti "servi dei padroni"».

 

Poi aggiunge, e sta parlando di me: «Il personaggio si qualifica da solo ma anche chi gli dà spazio per spargere odio è irresponsabile» (quindi, se ne deduce, dovrei essere messo al bando). Poi ovviamente Benti fa il giro dei direttori amici (è un suo costume) per chiedere solidarietà, e qualche pezzullo indignato a supporto, e degli altri per chiedergli di non farmi intervenire più. Avendo studiato e scritto sugli anni di piombo ovviamente mi viene da sorridere sulla sola evocazione del terrorismo. Servi o amici dei padroni ne esistono fin dalla notte dei tempi, preesistevano alla farneticazione dei brigatisti e alla loro infame vigliaccheria assassina.

marco bentivogli

 

Detto questo Bentivogli, segretario della Fim Cisl è un simpatico prezzemolino televisivo, ha grandi e legittime ambizioni mediatiche, le alimenta con sapienza, ed è oggetto di voci e boatos ricorrenti che lo riguardano, indicandolo in pole position praticamente per qualsiasi ruolo: possibile capolista alle europee, possibile segretario della Cisl, supporter di Matteo Renzi, possibile candidato segretario alle primarie del Pd, possibile organizzatore di un partito con Carlo Calenda, e non so più cos' altro.

 

La mia chat con lui su Whatsapp è lunga come una Bibbia, e da lì non voglio attingere, se non per quello che è anche pubblico: il leader della Fim Cisl è letteralmente ossessionato dalla folgorante carriera di Maurizio Landini, che otto anni fa era un suo teorico pari grado (dirigeva la Fiom nazionale) e fa un po' di stalkeraggio sui conduttori televisivi per dire loro: «Se avete invitato lui dovete invitare pure me» (sottoscrivo l' appello: invitatelo, così si calma).

 

luca telese

Confesso, Bentivogli umanamente mi è molto simpatico, forse per quella sua aria da caratterista da commedia all' italiana, per la mascella. È un figlio d' arte, nello stesso sindacato di suo padre, e persino nello stesso ruolo. Franco Bentivogli era uno stimato sindacalista della Fim, e quel che resta di quella organizzazione purtroppo si passa di mano oggi come un feudo decaduto.

 

Ammiro la tenacia che Benti sta mettendo in campo per provare a fare questo benedetto salto dalla serie B alla serie A, ne ha un bisogno esistenziale. Ha un paio di giornali minori e siti che lo supportano attivamente, può contare sulla benevolenza di quelli amici del gruppo Fiat, è una sorta di Rodomonte esperto nel catering sociale. Per dire: dopo la manifestazione delle madamine di Torino a favore della Tav, mi chiamava per dirmi: «Chi credi che ce le abbia portate quelle persone, in piazza?» (Risposta sottointesa: lui).

 

Sotto la sua fronte non enormemente spaziosa e dentro la sua oratoria romanófona, ribolle questa idea di essere un predestinato indispensabile in un Paese dove in politica, soprattutto nello spazio oggi esangue del centro, c' è continuo bisogno di truppe cammellate. La Fim Cisl, con lui, è diventata questo: una organizzazione appiattita sulle sue controparti teoriche, che porta gente in piazza dove serve.

 

marco bentivogli carlo calenda

E qui finisce il medaglione sull' uomo, con le sue piccole e legittime vanità, e inizia il punto politico più interessante. Si può dire a Bentivogli che è un sindacalista giallo? È vero che è un amico dei padroni?

 

 

Dal punto di vista strettamente tecnico sarebbe difficile sostenere il contrario. Benti ha preso in mano una organizzazione sindacale con una tradizione straordinaria e ne ha fatto una agenzia di promozione di immagine (ovviamente la sua). Benti ha capito nel 2010 che se si fosse appiattito sulla Fiat di Sergio Marchionne avrebbe avuto uno spazio enorme.

 

marco bentivogli (2)

Mentre la Fiom iniziava la sua battaglia più difficile e dolorosa (la Fiat la espulse da tutte le sue fabbriche e ci poté tornare solo grazie a una sentenza della Consulta), Benti capì che la sinistra governista aveva bisogno di un referente a cui accreditarsi. Erano i giorni in cui Piero Fassino invitava a votare il referendum Marchionne («Se fossi un operaio andrei a votare sì») e in cui Matteo Renzi iniziava - non a caso - la sua ascesa diventando il sostenitore entusiasta (e non richiesto) dell' amministratore delegato della Fiat. Era una operazione vincente sul piano dei poteri, ma suicida sul quello del consenso.

 

Da quel giorno le grandi città operaie, un tempo rosse, sono diventate tutte verdi, persino nella rossissima Umbria. Dopo la cura Elsa Fornero-Marchionne, a Terni, il primo partito è diventato il Carroccio. Per anni Bentivogli ha fatto da supporter ossessivo della Fiat, spiegandoci che «Fabbrica Italia», il famoso piano di Marchionne era l' unica possibile salvezza per l' industria nel nostro Paese. E c' era pure un meraviglioso spot con la voce dell' incolpevole Ricky Tognazzi, con un bambino in braccio, che spiegava come con fabbrica Italia la Fiat ri-diventava italiana. Il ricatto ai lavoratori era: se Marchionne perde se ne va dall' Italia.

 

MARCO BENTIVOGLI

La promessa della Fim era: se vince investe e scompare la cassa integrazione. Il canadese come è noto vinse il referendum malissimo, per un soffio. Delle promesse di cui Bentivogli si fece propagandista non ne è stata mantenuta nessuna. Fiat è diventata americana, non investe più in Italia, ha persino tolto la Punto dal listino senza inserire la nuova serie (pure già progettata). Fiat non ha modelli ibridi (avrà la 500 elettrica nel 2020), il polo del lusso vende pochi pezzi, il mitico marchio Lancia è stato addirittura cancellato, oggi solo tre modelli marchiati Fiat sono prodotti in Italia, e Fca chiede l' ottavo anno di cassa integrazione a Torino (Panorama ha pubblicato gli sconcertanti dati di questo crollo in tutta Italia).

 

Dopo questi esiti Bentivogli avrebbe dovuto dimettersi come fece il leader che ha scaricato, Renzi, dopo il referendum. Ma non importa. Qui la storia del caratterista scompare di fronte alla grande tragedia nazionale: la ritirata della Fiat dall' Italia pesa più di mezzo punto di Pil, ma non ne parla nessuno, perché i sindacati amici, quelli aziendali (il mitico Fismic), gli opinionisti e i giornali amici non possono raccontare che gli Elkann hanno incassato i dividendi e si sono messi in tasca i soldi della cessione di Magneti Marelli senza investire un solo centesimo. Sul ponte sventola bandiera gialla. Coraggio Benti, c' è bisogno di te.

 

 

 

2. CARO LUCA TELESE, TI SPIEGO PERCHÉ SU MARCO BENTIVOGLI HAI TOPPATO DI BRUTTO

Giuliano Cazzola per www.startmag.it

 

BENTIVOGLI LANDINI

Domenica scorsa, nella “fumeria d’oppio” di Massimo Giletti (Non è l’Arena), Luca Telese ha offeso il leader della Fim-Cisl Marco Bentivogli definendolo un servo dei padroni. Per di più ha dichiarato che aspettava da dieci anni l’occasione per esprimere questo giudizio.

 

Non può esservi, per un sindacalista, un’accusa più grave ed infamante di questa. E Bentivogli senz’altro non la merita, perché è uno dei dirigenti sindacali più preparati, seri e coraggiosi della sua generazione. Il lavoro sindacale, anche nell’epoca della digitalizzazione e dell’automazione, è paragonabile all’attività di un artigiano altamente qualificato, la cui abilità professionale è decisiva per la buona riuscita del prodotto.

 

Un cattivo sindacalista (per restare nel campo delle attività di ordinaria amministrazione) può rovinare una vertenza arrecando danni incalcolabili ad un’azienda e ai lavoratori. Un buon sindacalista deve, invece, intuire dove può arrivare, in una trattativa, con il consenso dei lavoratori ai quali spetta l’ultima parola. Ma un sindacalista che non sa assumersi delle responsabilità e si trincera, quasi in modo neutrale, dietro la votazione dei lavoratori, abdica al suo ruolo, si trasforma in un portavoce qualsiasi, in un postino che ‘’suona sempre due volte’’.

BENTIVOGLI

 

Bentivogli è uno che ci mette la faccia e ci tiene a farlo sapere, come se volesse rivendicare per sé questa linea di condotta. È una persona colta, informata, aperta alle nuove esperienze. Figlio d’arte – suo padre Franco è stato segretario generale della Fim dopo il grande Pierre Carniti – è arrivato al vertice dell’organizzazione venendo – come si suol dire – “dalla gavetta”, cominciando dal lavoro di base, poi andando a dirigere alcune strutture territoriali in giro per l’Italia.

 

Marco non ha mai esitato a chiamare le cose con il loro nome. Per lui “prendersela con la globalizzazione è come arrabbiarsi quando piove”. Ma l’internazionalizzazione dell’economia “ha liberato 2 miliardi di persone dalla povertà, lo ha fatto mutando il riequilibrio delle condizioni planetarie”. E “quando l’inflazione e la delegittimazione delle parole, del senso comune delle cose, del confine del falso con il vero saltano, bisogna proprio ripartire dal loro senso autentico”.

 

Quando mai e in quale circostanza Bentivogli avrebbe servito i padroni? Quando ha salvato le prospettive del gruppo Fiat in Italia? Ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: a Pomigliano in primo luogo e negli altri stabilimenti italiani che hanno cambiato pelle, grazie agli investimenti, all’interno di un progetto che ha attraversato l’Oceano. E chi ha portato, il 26 novembre 2016, tutte le sigle sindacali della categoria a firmare, unitariamente dopo anni, un rinnovo contrattuale innovativo? E chi ha svolto un ruolo fondamentale per la salvezza e la ripresa dell’Ilva, quando altri sindacati esibivano un’enorme coda di paglia verso le procure e gli ambientalisti?

 

luca telese e maurizio belpietro

Un sindacalista incapace di trovare delle vie d’uscita, attraverso il negoziato, finisce soltanto per abbandonare i lavoratori a se stessi, pur lasciando credere che sono loro a decidere. Peraltro, Bentivogli è anomalo anche all’interno della sua confederazione. A lui non riuscirà il cursus honorum di Maurizio Landini, il quale, con indubbia intelligenza, è stato capace di “cambiare linea” al momento giusto, di cogliere l’opportunità di firmare il rinnovo contrattuale insieme a Bentivogli, di farlo approvare da quegli stessi lavoratori che per anni aveva chiamato a scioperare contro i medesimi contenuti presenti in quell’intesa.

 

Francesca Re David, la leader della Fiom, ha criticato gli insulti di Telese al collega Bentivogli. È un segno di civiltà, soprattutto nel momento in cui, alla Fca, in queste ore, la federazione della Cgil ha deciso nuovamente di non sottoscrivere l’accordo raggiunto con gli altri sindacati.

 

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...