luigi di maio matteo salvini

LA ''TEMPESTA PERFETTA'' È QUASI CERTA: ALLA VIGILIA DELLA PRESENTAZIONE DELLA FINANZIARIA, I MERCATI COMINCERANNO A TESTARE E TASTARE LE INTENZIONI DEL GOVERNO - TRIA E GIORGETTI SONO SPAVENTATI: L'APPOGGIO DI TRUMP NON CONTA MOLTO, I GRANDI FONDI USA HANNO DECISO DI INIZIARE A DISINVESTIRE. A DRAGHI CHIEDONO IL ''QE-BIS'', LUI TACE - DI MAIO PENSA SOLO ALLE EUROPEE DEL 2019: L'ECONOMIA DEVE REGGERE FINO AD ALLORA, PER PUNTARE SUL RIBALTONE POPULISTA AL PARLAMENTO EUROPEO. SALVINI È PIU' TRANQUILLO: SICUREZZA E IMMIGRAZIONE SONO A COSTO ZERO, MENTRE FLAT TAX E FORNERO...

 

DAGOREPORT

 

La cosiddetta “tempesta perfetta” è quasi certa. Alla fine di settembre, alla vigilia della presentazione della Finanziaria, i mercati cominceranno a tastare e testare le intenzioni del governo pentaleghista.

salvini giorgetti

 

Il vero nodo di questa esecutivo sarà l’economia. Infatti il sottosegretario Giorgetti, l’unico politico con un ruolo di responsabilità che capisca di economia, è molto preoccupato. E in questo si trova in sintonia col ministro Tria.

 

Il ragionamento che fanno Giorgetti e Tria è: non possiamo andare contro l’Europa, dire che il 3% non è giusto, e allo stesso tempo chiedere l'ombrello della BCE, ben sapendo che se lo spread supera la soglia dei 350 punti, l’Italia rischia davvero il default finanziario.

giuseppe conte giovanni tria

 

L'appoggio di Trump non conta molto: i fondi d'investimento americani devono pensare ai loro azionisti, e già si stanno ritirando. I più importanti come Pimco e Fidelity (fondi pensione) hanno già fatto delle riunioni in gran segreto con focus l’Italia. E tra di loro hanno deciso di cominciare a disinvestire a partire da settembre.

 

La parola “revoca”, la parola “nazionalizzazione”, la parola “sfondamento del 3%” costituiscono una spinta al disinvestimento in titoli italiani. Ecco perché una parte dei leghisti come Giorgetti e Borghi sta pressando in direzione di Draghi affinché continui con il Quantitative Easing. Finora il governatore della BCE non ha dato nessun segno di ascolto. E il QE è stato già determinante per salvare l’Italia.

di maio e toninelli davanti all air force renzi

 

I vari Di Maio e Toninelli pensano solo al voto delle Europee del 2019: il loro obiettivo è di riuscire a non precipitare dal punto di vista economico fino ad allora. Scommettono che il prossimo Parlamento Europeo cambierà gli equilibri politici: Macron è al minimo storico come la Merkel, e il populismo la fa da padrone in gran parte degli stati dell’Unione.

 

A questo punto a Di Maio non dispiacerebbe un’alleanza politica a livello europeo con la Lega. Dal canto suo, Salvini non ha una agenda politica prefissata, ma fluida e variabile con il clima politico. Il leader leghista ha indovinato il nemico europeo, Macron, e ha commissionato sondaggi che danno la Lega al 32%.

 

giovanni tria e claudio borghi

Non solo: il suo campo di battaglia verte su sicurezza e immigrazione, temi che non hanno a che fare con i numeri della finanza e dell’economia, e ha pure smesso di minacciare di far fuori la Fornero, altro tema che metteva a rischio le casse del Paese. La Flat Tax? i costi sono da diluire nel tempo, e da subito si è parlato di un impegno spalmato su tutta la legislatura.

 

Di contro, le promesse di Di Maio sono quasi solo economiche, dall’Ilva al Reddito di cittadinanza. Deve conseguire un qualche successo per non perdere i voti alle Europee a favore del leader leghista, che ha scavalcato il Governo incontrando Orban a Milano come se il premier Conte e il ministro degli Esteri Moavero non esistessero.

 

WEEKEND CON IL MORTO CASALINO CONTE DI MAIO

Quel gagà di Conte non tocca palla: sulla politica estera, sulle prossime nomine dei Servizi Segreti, sulle questione economiche. Ed è bastato un altolà di Di Maio e Casaleggio per fargli inghiottire il rospo Casalino, autore di gaffe a non finire.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…