PER NON ESSERE “INTERROGATO” A CEFFONI SU UNA PORTAEREI, IL TERRORISTA AL LIBI FA LO SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE E VIENE PORTATO A MANHATTAN

Francesco Semprini per "la Stampa"

Ha professato la sua innocenza alle autorità americane Abu Anas al Libi, il terrorista accusato di aver avuto un ruolo di primo piano negli attacchi del 1998 alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania e catturato dieci giorni fa a Tripoli.

Manette ai polsi, vestito con pantaloni della tuta bianchi e maglia nera, al Libi, all'anagrafe Nazih Abdul-Hamed al Ruqail, si è detto «non colpevole». Il 49enne cittadino libico era stato catturato dai reparti speciali dell'Esercito «Delta Force» il 5 ottobre, mentre si trovava nei pressi della sua abitazione di Tripoli. I militari Usa lo hanno portato dapprima a bordo della Uss San Antonio, per interrogarlo.

L'intenzione era di trattenerlo in mare per diverse settimane, nell'intento di estorcergli quante più informazioni possibili sulla struttura interna dell'organizzazione terroristica cui appartiene, ma a quel punto - raccontano alcune fonti governative - Al Libi ha iniziato uno sciopero della fame e della sete. Le sue condizioni di salute sono peggiorate e agli americani non è rimasto altro che decidere di portarlo in netto anticipo sui tempi a New York.

Il fatto che il terrorista si sia dichiarato colpevole non stupisce; è piuttosto singolare il luogo dove la sua dichiarazione è avvenuta, ovvero in una corte distrettuale di Manhattan. Il suo trasferimento ha riacceso il dibattito su Guantanamo e sui tribunali militari. Il deputato repubblicano Peter King ha definito «infelice» la scelta di portare il terrorista in America.

Il presidente Barack Obama, già nella sua prima campagna elettorale del 2008, aveva chiaramente espresso l'intenzione di voler progressivamente smantellare la base cubana, creata nella fase più intensa della guerra al terrorismo dal suo predecessore, George W. Bush. Lo stesso ministro della Giustizia, Eric Holder, nel 2009 aveva annunciato il trasferimento dal supercarcere sull'isola di Cuba di cinque esponenti di spicco dell'organizzazione considerati tra gli architetti degli attacchi dell'11 settembre.

Ma per l'opposizione dei repubblicani e di una certa parte della cittadinanza ha dovuto fare marcia indietro. Tanto che lo stesso Holder si era trovato costretto ad annunciare che Khalid Sheikh Mohammed, la mente delle stragi dell'11 settembre, e i suoi complici, sarebbero stati processati dai tribunali militari della base. Per Al Libi potrebbero aprirsi ora i portoni del penitenziario del Colorado dove sarebbe in buona compagnia: lì è detenuto Omar Abd al-Rahman, l'ideatore degli attacchi alle Twin Towers del 1993, conosciuto come lo «sceicco cieco».

 

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