bambini deportati russia ucraina guerra vitaly vertash

GLI ORRORI DI PUTIN - LE TESTIMONIANZE DA BRIVIDI DEI RAGAZZI UCRAINI DEPORTATI NEI CAMPI DI PRIGIONIA RUSSI – VITALY VERTASH, 16 ANNI, RACCONTA COME SONO STATI RAPITI CON LA PROMESSA DI UNA VACANZA LONTANO DALLE BOMBE. POI L’INFERNO: “PICCHIAVANO CHI NON CANTAVA CON UN TUBO DI GOMMA DURA E ALLORA HO CAPITO CHE NON ERAVAMO PIÙ OSPITI IN VACANZAERAVAMO TUTTI PRIGIONIERI” – “CI DISSERO CHE IN VERITÀ NOI ERAVAMO RUSSI...”

 

Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per “Il Corriere della Sera”

 

VITALY VERTASH E SUA MAMMA

«Ho cominciato ad avere paura quando, la sera del 21 ottobre 2022, mi hanno detto che non potevo più avere opinioni mie, dovevo smettere di pensare e invece unirmi al loro coro delle canzoni nazionaliste russe.

 

Poi ho visto che picchiavano chi non cantava con un tubo di gomma dura e allora ho capito che non eravamo più ospiti in vacanza: ormai si era diventati tutti prigionieri».

 

Ha solo 16 anni Vitaly Vertash, però racconta la sua versione di «1984» riadattata al conflitto russo-ucraino contemporaneo con lucidità ponderata, attento ai minimi dettagli. […]

BAMBINI DEPORTATI IN RUSSIA

 

Non è stato facile parlargli: Vitaly è uno delle migliaia di bambini e ragazzi minorenni provenienti dalle zone ucraine occupate dai soldati russi che il regime di Vladimir Putin ha cercato di rapire dalle famiglie originarie per fare loro il lavaggio del cervello, farli adottare da famiglie o istituzioni russe e trasformarli in propri cittadini a tutti gli effetti. […]

 

«Inizialmente furono i collaborazionisti ucraini locali con le autorità russe a convincerci che poteva essere una buona idea acconsentire di mandare i nostri figli a trascorrere due settimane di vacanze in una località balneare della Crimea.

 

BAMBINI DEPORTATI IN RUSSIA 1

Nel caso di Vitaly fu la rettrice del suo liceo, Tamara Miroshnichenko, a proporci il progetto. Vitaly sarebbe partito con 36 compagni di scuola a bordo di un bus pagato dallo Stato russo. Però, già il giorno dopo mi pentii, chiesi che potesse rientrare a casa, ma era ormai troppo tardi», ricorda Inessa.

 

Il racconto va inserito nel contesto di quei giorni. Era il 7 ottobre 2022, il loro villaggio di Berislav, vicino al nucleo urbano di Kherson sulla sponda occidentale del Dnipro, era stato occupato dai russi sin dal 25 febbraio. I

militari russi in ucraina

 

Intanto, però, l’esercito ucraino premeva per riprenderlo (ci sarebbe riuscito l’11 novembre), i combattimenti si stavano avvicinando di giorno in giorno: i genitori erano ben contenti di mandare i figli più giovani lontani dal pericolo delle bombe.

 

Il filo della memoria lo riprende Vitaly: «[…]. Si mangiava vario e abbondante, il mare era pulito, potevamo giocare sulla spiaggia e ci portavano a fare lunghe gite sulle colline boscose. Trovammo altri 400 bambini arrivati da varie parti dell’Ucraina occupata. Ma la situazione mutò drasticamente al quindicesimo giorno […]

 

controffensiva ucraina nella regione di kherson 4

Fummo portati a Drusba, un luogo molto brutto, sembra un campo di prigionia, ci dissero che avremmo dovuto pulire le spiagge per guadagnarci il pane, non c’erano letti o lenzuola pulite, il cibo era pessimo, mangiavamo solo a cena una brodaglia nera che qualcuno chiamava minestra. Non potevamo uscire senza permesso, a tutti gli effetti eravamo prigionieri» .

 

Il ragazzo non ci sta, si ribella, assieme a Tania, una diciassettenne inquieta come lui, scappano dal campo, ma la polizia li trova: vengono portati indietro.

 

controffensiva ucraina nella regione di kherson 7

Continua la storia: «Fu allora che apparve il nostro aguzzino: Astrakav, il capo del campo. Prima cercando di blandirci con le buone, poi con le minacce e violenze, ci disse che in verità noi eravamo russi a tutti gli effetti, dovevamo accettare la realtà, non c’erano alternative. Per quasi sei mesi, ogni sera, ci è stata imposta l’ora di dottrina, la “razgovor o vashnom ”, […]».

militari russi si arrendono 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…