TOCCATEMI TUTTO, MA NON IL SUPERBONUS! – LA STRETTA SUI BONUS PER I LAVORI EDILIZI, IMPOSTA DA GIORGETTI, SCATENA UN PUTIFERIO ANCHE NELLA MAGGIORANZA – FORZA ITALIA PRENDE LE DISTANZE DAL DECRETO E CHIEDE MODIFICHE - FDI E LEGA SI DICONO PREOCCUPATI PER I LAVORI NELLE ZONE TERREMOTATE - LE PROTESTE DEI COSTRUTTORI EDILI E DEI TECNICI IMPIEGATI NELLE RICOSTRUZIONI - LA LINEA DURA DEL MINISTRO DELL'ECONOMIA: “LA SITUAZIONE ERA FUORI CONTROLLO. È UN PAESE ASSUEFATTO AI BONUS”
1 - LA «STRETTA» SUL SUPERBONUS DUBBI ANCHE NELLA MAGGIORANZA
Estratto dell’articolo Mario Sensini per il “Corriere della Sera”
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
Il decreto del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che mette fine allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti d’imposta sui lavori edilizi, presentato a sorpresa ed approvato l’altra sera in Consiglio dei ministri, solleva un vespaio di polemiche.
[...] il giorno dopo il decreto Forza Italia prende le distanze e chiede modifiche, emergono forti preoccupazioni anche dentro Fratelli d’Italia e la stessa Lega, l’opposizione attacca e protestano le associazioni dei disabili, i cittadini e i sindaci terremotati, le imprese edilizie ed i professionisti impegnati nei lavori.
Qualche margine per un ripensamento c’è, ma secondo l’Economia è strettissimo. Lo sconto in fattura e la cessione del credito erano rimasti in piedi solo per le case popolari, per gli immobili delle associazioni di volontariato, per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni dove ci sono disabili o famiglie a basso reddito, e nelle ricostruzioni post sisma, dove il 110%, indispensabile per integrare il contributo pubblico che non copre tutto il costo degli interventi (esploso anche a seguito del Superbonus), era previsto fino al 2025.
Ricostruzioni a rischio Forza Italia, con il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, è stata la prima a mettere le mani avanti. «Abbiamo appreso del decreto solo a ridosso del Consiglio dei ministri. Qualcosa - ha detto - dovrà essere modificato». Per il segretario Antonio Tajani «era necessario intervenire perché c’era un rischio serio per le casse dello Stato, ma il decreto può essere migliorato».
Dentro Fratelli d’Italia i malumori vengono soprattutto dal territorio. I governatori di Lazio e Abruzzo, Francesco Rocca e Marco Marsilio, hanno rivolto un appello a Giorgia Meloni perché torni sulla decisione, scongiurando «il prevedibile blocco della ricostruzione». Nelle aree colpite dal sisma il 110% e la cessione del credito «non sono un privilegio per pochi, ma una necessità senza la quale non potremmo continuare ad aprire cantieri» dice Marsilio insieme al sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi. Francesco Rocca chiede alla Meloni «un passo indietro. Non possiamo abbandonare proprio ora i borghi del Centro Italia».
giorgetti e il superbonus come lsd meme by rolli per il giornalone la stampa
«La norma per lo stop al superbonus è in corso di definizione e abbiamo già incontrato il ministro Giorgetti per regolamentare il caso del cratere sisma Centro Italia dove la misura è fondamentale per il completamento della ricostruzione», fanno sapere i deputati della Lega del Centro Italia. Il Commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, senatore di FdI, è dalla notte scorsa in contatto con il Mef e la Presidenza del Consiglio per «trovare una soluzione che scongiuri questa prospettiva», ha fatto sapere ai tanti sindaci del cratere che gli hanno chiesto spiegazioni.
[...] Lo stop improvviso ha fatto infuriare i costruttori edili, piccoli e grandi, ma anche i tecnici impegnati nelle ricostruzioni. Gli Ordini degli architetti e degli ingegneri hanno protestato, mentre i professionisti che lavorano nelle ricostruzioni hanno annunciato che non presenteranno più pratiche e progetti. L’opposizione, con il Pd accusa il governo di infierire sui più deboli, Giuseppe Conte del M5S di distorcere la realtà. Carlo Calenda di Azione, invece, appoggia l’iniziativa di Giorgetti, come Maurizio Lupi di Noi Moderati.
2 - COSTI PER 200 MILIARDI LA LINEA DI GIORGETTI: «UN PAESE ASSUEFATTO, CHIUDERE I RUBINETTI»
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI
Giancarlo Giorgetti si è reso conto che andava fatto qualcosa il 13 marzo scorso, perché stavano rischiando i conti dello Stato e dunque anche lui quale titolare dell’Economia: il ministro non è disposto a mettere la firma su bilanci che intacchino la credibilità di un debitore da quasi tremila miliardi di euro. Se quel giorno di due settimane fa ha determinato la svolta del decreto di martedì, è perché sono usciti i dati dei crediti d’imposta immobiliari a carico dello Stato sui primi due mesi dell’anno.
La situazione era così fuori controllo che Giorgetti, caustico, la definisce così: «Un Paese assuefatto». A cosa, è ovvio: l’insieme dei bonus per ristrutturazioni delle case degli italiani dall’ottobre del 2020 a questo mese ha verosimilmente superato quota duecento miliardi di euro, visto che a metà novembre era già a 160 e da allora non ha fatto che crescere.
IL CONTO DEL SUPERBONUS - MEME BY OSHO
[...] Solo a gennaio e febbraio il Superbonus per le ristrutturazioni ambientali ha divorato altri 14,7 miliardi ( Corriere del 14 marzo), ma la produzione di nuovo debito pubblico con questo strumento nei primi due mesi dell’anno è stata almeno di venti miliardi: altri cinque abbondanti devono essersene andati con la versione dedicata alle misure anti-sismiche.
Negli ultimi tempi il peso di queste ultime è cresciuto in proporzione al totale del Superbonus; eppure, incredibilmente, per il Sismabonus — dopo ben 25 miliardi di costi — non esisteva ancora alcun meccanismo di monitoraggio. I lavori vengono fatti, ampi crediti d’imposta vengono maturati dai privati, ma lo Stato si rende conto di essersi accollato nuovo debito solo ex post: una volta che questo compare nei radar dell’Agenzia delle Entrate, magari più di un anno dopo le ristrutturazioni già effettuate.
In realtà il governo di Mario Draghi nell’aprile del 2022 un monitoraggio per il Super-Sismabonus lo aveva previsto, per decreto. Poi però in questi due anni non lo si è attuato.
BIAGIO MAZZOTTA - RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO
Risultato: nei mesi scorsi il governo, alla chetichella, ha dovuto togliere il Sismabonus dalle misure finanziabili con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (perché non era in grado di rendicontare alcun risultato) e con i fondi del Pnrr così risparmiati ha finanziato ancora di più il pur odiato Superbonus «verde».
Ora, con il decreto di martedì, Giorgetti spera di aver chiuso le falle. In un incontro privato ieri avrebbe espresso fiducia nel poter confermare nel Documento di economia e finanza (Def) del 10 aprile una previsione di deficit pubblico al 4,3% del prodotto lordo per quest’anno, come indicato già in autunno. Ma il ministro sa che non sarà facile: neanche l’ultimo decreto elimina tutte le code dei Superbonus avviati fra il 2022 e l’inizio del 2023; [...]
GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI - QUESTION TIME SENATO
[...] ieri alla Camera [...] Giorgetti si è lasciato sfuggire un’altra battuta tagliente, diretta stavolta a una struttura del suo stesso ministero: «Se la relazione tecnica è fatta male — ha detto — faremo presente alla Ragioneria generale dello Stato che è fatta male e di farla meglio». Si parlava della privatizzazione di una quota di Poste italiane, ma la frecciata di Giorgetti al ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta non sembra casuale. Il ministro avrebbe già discusso a Palazzo Chigi l’idea di sostituire Mazzotta dopo il Def di aprile, in qualche modo additando lui come il primo responsabile della grande deriva dei bonus.
Di certo questi ultimi sono stati in vari modi sostenuti da tutti i partiti dei due poli — anche dall’attuale maggioranza — e la stima d’impatto spettava al dipartimento Finanze. Certo è poi che Mazzotta di recente ha sollevato dubbi sul decreto di revisione del Pnrr, mentre anche le misure del governo per una riscossione fiscale più «morbida» aprono interrogativi quanto al loro impatto sui conti. Le relazioni tecniche della Ragioneria diventano così esercizi delicati, a maggior ragione in vista di una prossima legge di bilancio molto difficile. Mazzotta stesso proprio all’inizio di questo mese era al Quirinale.
GIANCARLO GIORGETTI - FOTOMONTAGGIO DEL FATTO QUOTIDIANOSUPERBONUS 110 SUPERBONUS 110