antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

TOH, ANCHE QUEL SEMOLINO DI TAJANI S’È ROTTO IL CAZZO DI ESSERE SCAVALCATO: “UN PARTITO QUAQUARAQUÀ PARLA E DICE SENZA STUDIARE E RIFLETTERE, SONO I PARTITI POPULISTI. MA CHI STRILLA CONTA E COMANDA POCO, NOI PREFERIAMO LAVORARE” – IL RIFERIMENTO, OVVIAMENTE, È ALLA LEGA (MAI NOMINATA), DOPO LE ULTIME SPARATE DI SALVINI E DEI SUOI GRAN “CIAMBELLONI” – LA STRATEGIA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI COORDINATA CON GIORGIA MELONI: “VA BENE CHE C’È IL CONGRESSO DELLA LEGA, MA NON BISOGNA ESAGERARE” – LA PREMIER TEME CHE DIETRO L’ATTIVISMO DEL FU TRUCE DEL PAPEETE CI SIA LA SPINTARELLA DI MUSK…

1. TAJANI DOPO GLI ATTACCHI “QUAQUARAQUÀ POPULISTI URLANO SENZA COMANDARE”

Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2025/03/24/news/tajani_lega_fdi_scontro_intervista_durigon_repubblica-424081825/amp/

 

ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI

La conferenza per i giovani di Forza Italia a Milano, la scuola politica della Lega a Roma: in mezzo 600 chilometri di temporali, con i due partiti della coalizione che fanno apertamente a sportellate […]. Un crescendo […] a cui Fratelli d’Italia assiste in silenzio, ma che rischia seriamente di mandare in pezzi il centrodestra.

 

All’evento milanese degli azzurri, voluto e benedetto a distanza da Marina Berlusconi, il titolo è tutto un programma: “Forza Europa”. Il segretario Antonio Tajani, come tutti in sala, ha letto le parole del vicesegretario leghista Claudio Durigon che, su Repubblica , lo invitava a farsi dare una mano dal Carroccio in politica estera.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Ma fedele al proprio registro di questi mesi non nomina mai la Lega, anche se gli astanti hanno ben chiaro a chi si rivolga: «A volte ci attaccano anche aspramente, “non ragioniam di lor ma guarda e passa”»; oppure, «pensavano che ci saremmo sciolti come neve al sole, pensavano di saccheggiare i nostri pascoli.

 

Ma abbiamo saputo difendere le nostre pecorelle e i nostri elettori sono aumentati»; e ancora, «un partito quaquaraquà parla e dice senza studiare e riflettere, sono i partiti populisti. I partiti seri studiano, approfondiscono, poi decidono e fanno quello che dicono, e non rinnegano quello che dicono cambiando idea»; infine, «chi strilla conta poco e comanda poco. Noi preferiamo lavorare e non strillare».

 

antonio tajani matteo salvini meme by edoardo baraldi

[…] Sempre il vicepremier, in apertura di evento, ricorda proprio il Cavaliere: «Dal suo letto d’ospedale spiegava due cose: serviva una difesa comune europea e superare il diritto di veto», un testamento politico valido ancora oggi che da sé, solo a citarlo, vale due dita in un occhio alla Lega ovviamente, che invece sostiene esattamente il contrario.

 

«Consiglierei di studiare un po’ di più a quelli che dicono “usciamo dall’Europa” o cose del genere, quando si fanno delle scelte bisogna capire perché si fanno, non di pancia», aggiunge Tajani. Il quale, a margine, difende pure il manifesto di Ventotene attaccato frontalmente da Giorgia Meloni («come FI abbiamo dei riferimenti popolari ma è comunque uno dei testi fondativi»).

 

ONLYVANCE - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

Dopodiché il protagonismo del Carroccio in politica estera […] è rivendicato nuovamente da Claudio Borghi, senatore e membro del Copasir, lui ospite della due giorni formativa del partito nella Capitale. Se l’altro vicepremier Salvini sente il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance «non c’è nessun problema, anzi uno dovrebbe essere contento, se si ha a cuore l’interesse dell’Italia. Se invece uno ragiona sullo 0,5 per cento in più alle Regionali, allora alzo le mani...». Idem fa Alberto Bagnai, vicecapogruppo leghista alla Camera: «Il prestigio degli interlocutori, da Netanyahu a Vance, conferma la credibilità di Salvini […]»

 

2. MELONI SENTE IL LEADER DI FI: “SALVINI DEVE ABBASSARE I TONI”

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2025/03/24/news/meloni_scontro_fdi_lega_durigon-424081833/

 

meloni tajani

«Va bene che c’è il congresso della Lega, ma non bisogna esagerare ». Di domenica mattina Giorgia Meloni e Antonio Tajani si sentono al telefono. La premier e il ministro degli Esteri discutono a lungo […].

 

Tajani finora ha sopportato, ma da ieri ha deciso di replicare a muso duro. Il vicepremier forzista, prima d’intervenire pubblicamente a Milano, discute la strategia con la presidente del Consiglio. Le espone la sua frustrazione. Evoca un «chiarimento» di governo, se dopo il 6 aprile, data dell’assise salviniana, l’alleato non cambierà toni.

 

elon musk matteo salvini

Meloni un po’ predica calma e gesso, consapevole che il vicelumbard sia in piena campagna per la riconferma nel partito. E che i patti da settimane erano questi: fino all’assise, qualche uscita sopra le righe sarà tollerata. Quello che la premier però non può accettare è che le divisioni della maggioranza diventino così marcate «da creare problemi », riportano diversi big della fiamma.

 

Sul piano comunicativo, con l’opposizione che ieri evocava la crisi di governo. Sul piano pratico: a destra va ancora trovata l’intesa su alcuni provvedimenti delicati. Sul ddl sicurezza da ritoccare […] . O sul ddl Spazio, che dovrebbe essere rivisto in Senato.

salvini meloni

 

Per non dare l’idea che il problema esista, nella cerchia della premier prevedono che anche questa settimana salti il vertice tra i leader. Non c’era stato nemmeno la settimana scorsa. Mettere davanti a Meloni, Tajani e Salvini, in questa fase, sarebbe la conferma che il nodo della politica estera è grosso. Il Cdm è stato rinviato al 31 marzo.

 

Meloni preferisce gestire i dissidi dietro le quinte. Con Tajani potrebbe vedersi prima del vertice di giovedì a Parigi. Con il capo della Lega si sente al telefono. […]

 

Più che le scelte comunicative della Lega, a impensierire l’entourage di Meloni è semmai il sospetto che un pezzo dell’amministrazione Usa possa puntare su Salvini, totalmente allineato con The Donald e ostile a Bruxelles. Sospetto che investe anche Elon Musk, ora che la partita italiana su Starlink si è inceppata.

 

Il timore di alcuni meloniani […] è che il magnate di Tesla possa sperimentare con Salvini il «modello Afd», cioè garantirgli un battage sovradimensionato. Meloni naturalmente non ha alcuna intenzione di rompere con gli Usa, tutt’altro. Ma non può nemmeno strappare con l’Ue. «[…]

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME