1- DI PIETRO VENDE CARA LA PELLE: AZZANNA CROZZA CHE LO HA SBERTUCCIATO SU LA7: “DOVEVA CAMBIARE IL PAESE, HA CAMBIATO SOLO TANTE CASE. ANZI, SE L’È COMPRATE” 2- E PER IL COMICO L’ACCUSA È DI “KILLERAGGIO PER CONTO DEL PADRINO POLITICO DI TURNO” 3- CREPE NEL SERVIZIO DI “REPORT”? GABANELLI AVEVA ATTRIBUITO 15 CASE A MILANO AI FIGLI DI TONINO. “PUBBLICO LE CARTE DALLE QUALI RISULTA CHE SONO STATE FATTE PASSARE PER MIE PROPRIETÀ MARCIAPIEDI, SVINCOLI, STRADE E PERSINO GIARDINETTI PUBBLICI” 4- DE MAGISTRIS, CHE FU ELETTO COME EUROPARLAMENTARE IDV PROPRIO GRAZIE AL SOSTEGNO DI DI PIETRO E DEGLI ALLORA NASCENTI GRILLINI, CAMBIA CASACCA E SI BUTTA CON BERSANI: “TONINO ADESSO SI FACCIA DA PARTE TRATTA L’IDV COME UN PADRONE” 5- E PER BEPPE GRILLO, MESSAGGIO PIÙ AFFILATO. “LUI SI SENTE L’UNTO DEL SIGNORE, E TUTTO IL RESTO È SBAGLIATO O MARCIO. NOI NO. NOI GUARDIAMO CON ATTENZIONE ALLE PRIMARIE DI CENTROSINISTRA. VOGLIAMO COSTRUIRE UNA PROPOSTA DI GOVERNO”

1- TONINO VENDE CARA LA PELLE - DI PIETRO AZZANNA CROZZA CHE LO HA ATTACCATO SU LA7
da Corriere.it

Antonio Di Pietro scrive, via blog, a Maurizio Crozza per manifestare il proprio stupore, perchè «se persino una persona come te, che a quelle logiche faziose non ha mai obbedito, contribuisce a divulgare, in perfetta buona fede, le bugie che sono state dette in questi giorni, è segno che la campagna di disinformazione e calunnia ha raggiunto davvero livelli molto allarmanti». Di Pietro si riferisce al fatto che Crozza venerdì sera «nel Paese delle Meraviglie» in onda su La7 ha di fatto accreditato l'ipotesi che i soldi dell'Idv fossero in mano a lui stesso, la moglie e il tesoriere.

«SOLO BUGIE» - Antonio Di Pietro prosegue nella sua operazione verità e lamenta che «sul mio conto, anzi sui miei conti, a te, come a milioni di altri italiani, sono state raccontate grandissime e sfacciate bugie. Ma, come ben sappiamo, una bugia ripetuta mille volte, amplificata da giornali e televisioni compiacenti, diventa una verità».

Al comico, che lo aveva messo nel mirino, il leader Idv ricorda che «in Italia, come sai, non solo i politici rispondono agli interessi di fazione ma anche giornalisti, conduttori e persino uomini e donne di spettacolo si prestano spesso a operazioni di killeraggio per conto del padrino politico di turno».

KILLERAGGIO MEDIATICO - Quella delle bugie ripetute, prosegue Di Pietro, «è la legge su cui si basano tutte le campagne di calunnia e killeraggio politico e nessuno ci andava a nozze quanto Berlusconi. Pare - osserva - che abbia fatto scuola. A guidarli c'è anche la paura di una possibile alleanza del fronte dei non allineati a Monti e al governo della finanza e dei finanzieri».

«Io - sottolinea l'ex pm - non ho a disposizione televisioni e conduttori, anche perchè l'Italia dei Valori è l'unico partito che abbia rinunciato a posti nel cda Rai, nelle reti Rai e nei Tg, mentre tutti gli altri lottizzavano a man bassa. Ho solo la forza della verità e della Rete, che ci permette di incrinare quel monopolio dell'informazione grazie al quale erano solo i padroni dei media a decidere cosa era vero e cosa falso».

GLI APPARTAMENTI DEI FIGLI - «Dunque, ho già iniziato a mettere in Rete una puntigliosa documentazione. Se hai un attimo - dice ancora rivolto a Crozza - verifica di persona sul mio sito. Mai come in questo caso 'carta cantà». Al riguardo, Di Pietro sottolinea di aver «dimostrato, con le visure catastali, che un modesto appartamento diviso in due e da me regalato nel 2008 ai miei figli Anna e Toto, a Milano, è diventato nella campagna di calunnia "15 case".

Ho messo a disposizione di chiunque i documenti che dimostrano come in quell'agguato travestito da inchiesta siano state fatte passare per mie proprietà marciapiedi, svincoli, strade di accesso e persino giardinetti pubblici. Ho chiarito, sempre con le visure catastali, che i due appartamenti di Bergamo, sui quali è stato sollevato un ennesimo polverone, sono in realtà un solo appartamento, acquistato a nome suo e dei nostri figli da mia moglie Susanna Mazzoleni, al termine di una carriera forense di notevole successo e che giustamente le ha fruttato meritati guadagni».

2- "TONINO ADESSO SI FACCIA DA PARTE TRATTA L'IDV COME UN PADRONE"
Conchita Sannino per Repubblica

Per Antonio Di Pietro ha un consiglio ruvido. «Non vorrei dire: faccia un passo indietro. Ma uno laterale, beh, sì. L'Idv è colpito dalla questione morale e da una violenta crisi». Per Beppe Grillo, messaggio più affilato. «Lui si sente l'Unto del Signore, e tutto il resto è sbagliato o marcio. Noi no. Noi guardiamo con attenzione alle primarie di centrosinistra. Vogliamo costruire una proposta di governo».

Luigi de Magistris sta per debuttare come leader nazionale. Sindaco di una Napoli che si scopre pericolosamente vicina al dissesto, è l'ispiratore dell'imminente lista 'arancione' che verrà lanciata a dicembre per correre alle politiche al fianco del centrosinistra. Ma l'ex pm fu eletto come europarlamentare Idv proprio grazie al sostegno di Di Pietro e degli allora nascenti grillini.

De Magistris, da tempo lei non lesinava critiche a Di Pietro. Oggi che Grillo lo proietta verso il Quirinale, da che parte sta?
«Proposta legittima. Ma io parto da oggi: quello che è accaduto nell'Idv non credo si risolva con la mediazione al ribasso politico. Si deve aprire una stagione nuova: basta con la concezione padronale del partito. Con le parole del capogruppo Donadi, la crisi appare strutturale e violenta. Di Pietro doveva essere più coraggioso, ma si è dedicato alla gestione verticistica. Si è fatto affiancare da persone di scarso livello politico, culturale, anche morale. Non vedo margini per un rinnovamento interno».

Questo significa che Di Pietro deve aprire o lasciare?
«Mi pare che Di Pietro non sia più nelle condizioni di dire: apro a volti nuovi. Piuttosto, l'intelligenza e l'intuito che gli riconosco, dovrebbero spingerlo a farsi di lato: per consentire a questo movimento che sta crescendo, di superamento del berlusconismo e del montismo, alternativo ai partiti ma non in conflitto
con loro, di andare più forte».

Gli sta suggerendo il 'passo indietro'.
«Sì, ma intendiamoci. È un passo indietro, secondo vecchie logiche. Ma un passo avanti se pensiamo al giro di boa che attende il paese. Se sei un politico di qualità, e vedi che fai involontariamente da tappo a chi sta dietro di te e ha più corsa nelle gambe, fai passare chi va più veloce. Lo segui, lo aiuti».

Metafora chiara. Passerà come 'figlio ingrato'.
«No, è il consiglio di chi gli vuol bene. Non dimentico che in un momento di grande difficoltà per me (quando il Csm lo sollevò dalle funzioni di pm, ndr), Di Pietro mi ha teso una mano. Ma penso che il giudizio dei cittadini sarà duro sui partiti e anche sull'Idv ».

Anche tra lei e Grillo i rapporti si sono deteriorati...
«Con l'esperienza del Movimento 5 stelle c'è un'interlocuzione forte. Sono sicuro che tra noi e loro ci potrà essere un dialogo, a meno che Grillo non ritenga il suo movimento l'unico Unto dal Signore. Questa è la sostanziale differenza: io faccio una proposta politica anche per unire, lui cavalca solo il crollo dei partiti. Gli suggerirei di guardare all'Idv: lì i problemi di democrazia interna sono esplosi dopo 15 anni, Grillo rischia di averne dopo 15 giorni ».

Ora sia più concreto sulla sua lista. Quando e con chi?
«Io non mi candido, ma ci metto la faccia e tanto impegno. Tutto nasce dall'elezione mia e di Pisapia a Milano, l'onda arancione. Ci saranno magari volti del laboratorio napoletano, ma registriamo grande partecipazione in tutto il Paese. Entro il 15 dicembre lanciamo la proposta politica: il nome, il manifesto, un appello. Avremo candidati di riferimento. Ma non aspettatevi l'esclusività tematica sulla legalità: coinvolgiamo il mondo delle imprese, magistratura e operai, movimento studentesco e referendario, e le battaglie di 'Se non ora quando'. Vorremo dare il senso dell'ossatura democratica del paese. E poi attendiamo le primarie Pd-Sel per discutere un programma di governo».

Lei ha appena incontrato il Presidente della Repubblica, Napolitano. Se al Comune non arrivano almeno 350 milioni, invece dei 100 previsti dal decreto salva-Comuni, i servizi essenziali di Napoli rischiano il default. Crede davvero che il suo Movimento nazionale non sottragga tempo e risorse al faticoso mestiere di sindaco?
«Non solo non mi distoglie di un centimetro, ma anzi può portare un riverbero positivo sulla città. Napoli e il Mezzogiorno soffrono di un isolamento politico istituzionale molto forte. E noi proprio da qui dobbiamo ripartire: dai pezzi di 'sud' sparsi nel paese e dalla straordinaria voglia di partecipare che sta riaffiorando ».

 

dipietro jpegdipietro Di Pietro al mare con la moglie Susanna Mazzoleni ed alcuni amici durante una gita in gommone allisola di Tavolara dipietro Di Pietro al mare con la moglie Susanna Mazzoleni ed alcuni amici durante una gita in gommone allisola di Tavolara LA STAZZA DEL FIGLIO - DI PIETRO E FIGLIOdipietro bersani vendola Di Pietro e suo figlio CristianoANTONIO DI PIETRO E LA FIGLIA ANNADE GREGORIO - DI PIETRODIPIETRO GIOVANEluigi demagistris sangennaro de Magistrisgrillo demagistrisDE MAGISTRIS SU UNA STRANA BICICLETTA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…