QUANDO C'ERA BERLINGUER - DOPO LA SUA APPARIZIONE CON SANTORO, TORNA L'IPOTESI DI LANCIARE BIANCA BERLINGUER A SINDACO DI ROMA: PIACE ALLA SINISTRA, È DONNA, E SE PERDE RENZI PUÒ SEMPRE DIRE CHE NON È UNA DEI SUOI (COME HA FATTO CON CASSON)
Giacomo Amadori per "Libero Quotidiano"
laura berlinguer a rosso di sera
Che Matteo Renzi stia preparando l' avviso di sfratto per il sindaco di Roma Ignazio Marino è notizia risaputa. È meno noto che per non perdere la Capitale nel probabile election day del prossimo anno il premier voglia giocarsi una carta a sorpresa. Non la diafana e insipida ministra Marianna Madia e neppure il piacionissimo presidente del Coni Giovanni Malagò. No, Renzi avrebbe un' altra freccia al suo arco.
Un nome, o meglio un cognome, che, secondo i promotori del piano segreto, potrebbe mettere d' accordo maggioranza e minoranza Pd e persino gran parte dell' elettorato grillino che quel cognome ha dovuto invocare come un mantra apotropaico nell' adunata preelettorale del 22 febbraio 2013 in piazza San Giovanni a Roma. La candidata di cui si parla in questi giorni nell' inner circle del premier, all' interno del Giglio magico fiorentino e nel suo innesto romano, è quello di Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, «compagna» per diritto dinastico e giornalista molto apprezzata nei salotti della sinistra.
Per i sostenitori della sua investitura, Bianca sarebbe una scelta che potrebbe spiazzare pure il Movimento 5 stelle, visto che il fondatore Gian Roberto Casaleggio ha inserito papà Enrico Berlinguer, il più amato tra gli ex segretari del Partito comunista italiano, nel suo personale Pantheon e in quello dei grillini. Per questo motivo nel Giglio magico c' è chi argomenta che la maggioranza del popolo pentastellato potrebbe guardare con favore la discesa in campo della zarina rossa, l' erede dell' uomo che aveva inserito «la questione morale» in cima all' agenda della politica italiana.
Bianca Berlinguer e Mario Orfeo
I più ottimisti in cuor loro tramutano in voti certi l' indimostrata empatia, con questo ragionamento: considerando che Roma Capitale rischia di andare ad elezioni anticipate a causa della corruzione della sua classe dirigente, piddini compresi o forse in primis, potrebbero essere molti i grillini pronti a indicare nell' urna quel cognome così evocativo e savonaroliano. «C' è già stato un abboccamento tra gli emissari di Renzi e la giornalista» confida una fonte di Libero molto vicina al Giglio magico.
Andrea Vianello e Bianca Berlinguer
Ovviamente i diretti interessati non ammetteranno questi sondaggi riservatissimi, ma intanto la possibile candidatura di Bianca Berlinguer è diventato uno degli argomenti preferiti alle cene dei collaboratori del premier. «Quel cognome», ragionano i suoi sponsor, «potrebbe essere il passepartout per portare per la prima volta una donna nella stanza dei bottoni del Campidoglio, evitando a Matteo e al Pd una sconfitta destabilizzante». Infatti per molti perdere la Capitale equivarrebbe a trasmettere i titoli di coda sull' esperienza del Renzismo in Italia.
PAOLA CONCIA E BIANCA BERLINGUER
Ma all' interno del Giglio magico c' è chi solleva dubbi su questa operazione. Per qualcuno il nome «Berlinguer» non è il più adatto per chi pretende di rottamare il passato del Pd e ha l' ambizione di aggiornare e spostare al centro il parterre dei padri nobili del partito.
Senza contare che Bianca Berlinguer è considerata un' esponente di riguardo di quella sinistra radical-chic che poco ama Renzi e che i suoi modi algidi, come i tailleurini, potrebbero mal conciliarsi con il nuovo ruolo di domatrice dei caporioni del partito, quei signori delle tessere che hanno trasformato i circoli cittadini del Pd in tanti bar di Guerre stellari. Una suburra dove non le sarà facile distinguere i molti Buzzi dai pochi Berlinguer.
WALTER VELTRONI BIANCA BERLINGUER