AMERICAN’S CUP ‘E CAZZ - TRAMONTATA L’IPOTESI BAGNOLI, DE MAGISTRIS PRETENDE DI ALLESTIRE IN MENO DI UN MESE DUE SCOGLIERE ARTIFICIALI AL MOLO BEVERELLO PER OSPITARE LE REGATE - NAPUL’È MILLE VERSIONI: PRIMA GIGGINO TRANQUILLIZZA GLI AMBIENTALISTI (“OPERE PROVVISORIE”), POI IL SOVRINTENDENTE SI LASCIA SCAPPARE CHE, IN FONDO, “QUEI DUE ‘BAFFI’ ALLA SCOGLIERA NON SONO INVASIVI E NEL TEMPO SI INSERIRANNO ANCHE MEGLIO” - APPALTI IN VISTA PER UN NUOVO PORTO TURISTICO?...
Gian Antonio Stella per il "Corriere della Sera"
Avevano ragione Ennio Flaiano e Giulio Andreotti. Il primo sosteneva che da noi niente è più definitivo del provvisorio. Il secondo ammiccava che «a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina».
Ricordate la polemica di qualche settimana fa sul Corriere del Mezzogiorno ripresa e rilanciata anche da noi del Corriere sull'idea di allestire in fretta e furia tutto il necessario per le regate di aprile dell'America's Cup Events nel pieno centro di Napoli dopo il tramonto dell'ipotesi di approfittare dell'appuntamento per dare una sistemata a Bagnoli?
Bene: per bloccare i lavori che prevedono la costruzione di due «baffi» di una nuova scogliera lunghi 95 metri da una parte e 75 dall'altra per «ricavare un maggiore spazio d'acqua in sicurezza, cioè al riparo della barriera, in caso di mare grosso» in faccia a Via Caracciolo (opera che secondo le previsioni comporterà settimane di traffico impazzito per il passaggio nel cuore della città di 3.200 camion carichi di rocce), gli oppositori sventolarono l'atto di tutela paesaggistica e monumentale sull'area interessata.
Vi si legge: «Sono vietati ormeggi stagionali, passerelle, pontili, boe fisse e simili in acqua, finalizzati all'ormeggio dei natanti, nonché tavolati, passerelle e attrezzature da spiaggia al di sopra delle scogliere; piattaforme in cemento armato o in muratura; baracche e/o prefabbricati». Parole inequivocabili. Impossibili da aggirare.
Tranquilli, fu la risposta: saranno solo opere «provvisorie». Destinate a venire rimosse una volta finita la settimana di regate. O al massimo dopo una seconda sessione di prove, più avanti. Insomma, perché mai mettersi di traverso a una grande festa che «porterà Napoli sotto i riflettori di tutto il mondo» per una scogliera che comunque, a dispetto di chi teme possa essere il primo passo per un nuovo porto turistico, «sarà poi tolta con il ripristino della situazione attuale»? Tranquilli: ci sono già i soldi per la rimozione.
L'unico grattacapo, concedeva il sindaco Luigi de Magistris, sarebbe stato il caos, data la necessità di rivoluzionare il già incasinatissimo traffico sul lungomare per spingere le macchine su percorsi alternativi destinati a diventare incandescenti. «Un inferno calcolato», per usare le parole dell'assessore al Traffico, la verde bolognese Anna Donati. In attesa di un secondo «inferno calcolato» per rimuovere poi la scogliera.
Finché il sovrintendente Stefano Gizzi ha confidato al Mattino che lui ritiene «comunque eccessive le polemiche che hanno preceduto questo intervento, perché l'impatto non è eccessivo e neppure spiacevole». Anzi, «visti dall'alto e da Castel dell'Ovo, quei due "baffi" alla scogliera, non sono invasivi e nel tempo si inseriranno anche meglio».
Fateci capire: l'autorità preposta alla salvaguardia dà già per scontati la violazione della tutela e il non ripristino dello stato attuale? E il giudice-sindaco, che ha fatto della legalità il suo «marchio di fabbrica», non ha niente da dire?
de magistrisPORTO DI NAPOLI de magistris con la bandanademagistris