LA TRASPARENZA SÌ, MA PER GLI ALTRI - IL SITO GRILLOLEAKS È GIÀ STATO OSCURATO: LE REGISTRAZIONI CHE RIVELANO I MECCANISMI PARANOICI DEL M5S NON DEVONO OFFUSCARE LA MARCIA DI OGGI SUI REDDITI DI CITTADINANZA - ANCHE IN QUESTO CASO, L’ORDINE ARRIVA DA CASALEGGIO: “NON COMMENTATE”

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica

arrivano i giovani grillo e casaleggio e zucconi si arrendearrivano i giovani grillo e casaleggio e zucconi si arrende

 

La parola d’ordine che parte dalla Casaleggio Associati dopo la scoperta del sito Grilloleaks è: «Understatement ». Non rispondere, non rilanciare, non mettere ulteriormente in circolo una notizia che imbarazza il Movimento. Perché arriva alla vigilia di un evento considerato fondamentale, la marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza alla quale - oggi - prenderanno parte in tanti, capitanati da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

 

E perché svela un meccanismo paranoico che si è impossessato di parlamentari e uomini della comunicazione a 5 stelle fin dal loro ingresso nelle istituzioni: registrarsi a vicenda, dimostrare di essere migliori e più onesti degli altri, denunciare le malefatte altrui a Grillo e Casaleggio o agli attivisti in cerca di purezza con prove audio o video da usare alla bisogna.

GRILLO E CASALEGGIOGRILLO E CASALEGGIO

 

Sono gli strumenti usati contro i dissidenti, tanto a livello nazionale che a livello locale. E che stavolta, chi ha ideato il sito Grilloleaks ha rivoltato contro il leader: pubblicandone una conversazione privata con i deputati andati a protestare davanti alla villa di Bibbona per l’espulsione di Massimo Artini. E minacciando nuovi audio in arrivo per gli esponenti del direttorio e i parlamentari più ortodossi.

 

Quel sito ieri è stato oscurato dalla polizia postale, perché - pur decidendo di non far troppo rumore - i 5 stelle hanno comunque sporto denuncia. Su quelle pagine c’erano i loro numeri di telefono privati. «Hanno pubblicato il mio numero, ma non mi ha telefonato nessuno», ha detto Beppe Grillo a chi gli chiedeva un commento, prima di partire da Roma per Perugia.

PAOLA 
PINNA 
PAOLA PINNA

 

«O è l’indifferenza totale o comincio a preoccuparmi», ha detto ironico. L’unica a rompere la consegna del silenzio, nel direttorio, è Carla Ruocco, che twitta: «Già finito #Grillo-Leaks? Sospeso il sito? Proprio ora che ci stavamo divertendo... vabbè, dai. Prossimo giro di fango?». E poi linkando la pagina di registrazione del dominio: «Te lo do io il #Grillo-Leaks! Ora andiamo alla Polizina Postalina per vedere che percorsi ha fatto il simpatichino ».

 

In realtà, dopo l’articolo di Repubblica si sono tutti precipitati a cercare il sito: hanno ascoltato Beppe Grillo che - il 27 novembre scorso - rintuzzava le richieste di ascolto da parte dei deputati Massimo Artini (che era appena stato cacciato), Marco Baldassarre (poi uscito con Alternativa Libera), Tatiana Basilio e Silvia Benedetti (ancora dentro il Movimento). Hanno ascoltato tirare in ballo altri parlamentari, come Riccardo Nuti, Alessandro Di Battista, Laura Castelli.

MASSIMO  ARTINI  MASSIMO ARTINI

 

Le frasi in cui Grillo rivendica a sé e Casaleggio la scelta di cacciare Artini e Pinna, o quella di espellere il consigliere emiliano Andrea Defranceschi («L’ho deciso io!»). La sua rabbia nei confronti dei parlamentari che in Emilia Romagna avevano raccolto le firme per difendere proprio Defranceschi: «Si sono messi contro il loro Movimento, è per questo che le elezioni sono andate come sono andate!».

 

ANDREA DEFRANCESCHIANDREA DEFRANCESCHI

Chi ha parlato con i vertici se la prende con la scelta di rendere noto quel sito (che pure era accessibile a chiunque). Ma sa che al centro di tutto c’è un problema politico: quello di parlamentari che vanno a parlare con il loro leader con un registratore acceso. «È un problema che al 90 per cento abbiamo risolto», dice uno dei deputati più vicini a Grillo e Casaleggio. Il resto è no comment. Almeno fino alla marcia di oggi, o alla prova delle regionali.

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