1- MAIL DA MOVIMENTO 5 STELLE DI ROMA: “ERA MOLTO CHIARO IL DISCORSO DI GRILLO A PALERMO SULLA MAFIA. LA MAFIA NON SI SOGNEREBBE MAI DI UCCIDERE CHI PAGA IL PIZZO, LA MAFIA UCCIDE CHI NON LO PAGA E INVECE LO STATO CON EQUITALIA UCCIDE ANCHE, MA SOPRATTUTTO, CHI PAGA. I MEDIA ASSERVITI COME AL SOLITO HANNO STRAVOLTO IL SENSO DEL MESSAGGIO LANCIATO DA GRILLO DINANZI MIGLIAIA DI PALERMITANI” 2- MICHELE SERRA: “LE BELINATE SULLA MAFIA SCAPPATE DI BOCCA A GRILLO HA UNA SPIEGAZIONE TECNICA QUASI OVVIA: GRILLO È UN COMICO, RAGIONA E PARLA COME UN COMICO” 3- TRAVAGLIO ATTACCA LA DISINFORMAZIONE (E FIORELLO): “AI PARTITANTI DI DESTRA, CENTRO E SINISTRA NON È PARSO VERO DI POTERGLI DARE, OLTRECHÉ DEL DEMAGOGO, ANTIPOLITICO, FASCISTA, NAZISTA, ANCHE DEL MAFIOSO. MANCA SOLTANTO PIDUISTA, MA CI ARRIVEREMO. MA DAI, SIAMO SERI: GRILLO NON HA MAI DETTO CHE LA MAFIA NON UCCIDE”

1- MAIL DA MOVIMENTO 5 STELLE DI ROMA
Caro Dago, era molto chiaro il discorso di Grillo a Palermo sulla mafia.
La mafia non si sognerebbe mai di uccidere chi paga il pizzo, la mafia uccide chi non lo paga e invece lo Stato con Equitalia uccide anche, ma soprattutto, chi paga. I media asserviti come al solito hanno stravolto il senso del messaggio lanciato da Grillo dinanzi migliaia di palermitani. Mentono pure su fatti inoppugnabili e facilmente verificabili. Secondo il giornale di Caltagirone, le persone presenti erano solo 400, quando più di 400 erano i soli giornalisti di tutto il mondo presenti.

MoVimento 5 Stelle di Roma

2- MICHELE SERRA: LE BELINATE DI GRILLO
Michele Serra per La Repubblica
- Il breve rosario di belinate sulla mafia scappate di bocca a Beppe Grillo nella sua predica palermitana ha una spiegazione tecnica quasi ovvia, ma stranamente rimossa dal discorso pubblico su Grillo e il grillismo: Grillo è un comico, ragiona e parla come un comico. E il linguaggio comico lavora sulla sintesi.

Procede per battutee brutali semplificazioni che possono anche essere fulminanti, ma solo in quel contesto. Se un intellettuale o un politico osasse liquidare un argomento tremendo come la mafia con quattro battute, verrebbe considerato un cialtrone.

La semplificazione comica è bene accetta, e liberatoria, perché ci solleva dalla complicazione della vita. Il successo di Grillo dipende (anche) dall'avere trasposto il suo carisma di semplificatore in mezzo alla polis, e di averlo fatto in un momento in cui la vita pubblica ed economica è così complicata da essere angosciante.

Ma ci sono istanti rivelatori (il discorso di Palermo è uno di questi) in cui il gioco della semplificazione crea un cortocircuito,e anche il re dei semplificatori all'improvvisoè nudo. Semplicemente, così come un politico che fa lo spiritoso in genere è deprimente, un comico che fa politica in genere è irritante. Contro la mafia don Ciotti, che non ha mai fatto ridere nessuno, vale un milione di Grillo messi insieme.

3- TRAVAGLIO: GRILLO E IL BUE
Marco Travaglio per Il Fatto


Grillo non mi piace quando dice che bisogna uscire dall'euro, perché temo che tornando alla lira saremmo capaci di uscire non solo dall'Europa, ma anche dall'Africa. Grillo non mi piace quando dice che i programmi tv sono tutti uguali, perché Report non è uguale a Porta a Porta e perché Santoro, con Servizio Pubblico, ha fatto esattamente quel che lo stesso Grillo suggeriva da anni: uscire dal regime Raiset e mettersi in proprio, finanziato da editori puri (come il Fatto) e dal pubblico.

Grillo non mi piace quando attacca Gian Carlo Caselli per gli arresti dei (pochi) violenti in Valsusa. Grillo non mi piace quando dice che, se pagassimo tutti le tasse, i partiti ruberebbero il doppio, perché milioni di lavoratori dipendenti e pensionati sono costretti a pagarle tutte, le tasse, anche per chi non le paga, e anche se poi i partiti si rubano tutto.

Invece Grillo mi piace per tutte le altre battaglie con cui si è imposto negli ultimi anni come soggetto politico fino a toccare il 7 per cento (forse sottostimato) nei sondaggi, candidando ragazzi puliti e impegnati che si stanno comportando benissimo in vari consigli comunali e regionali. Ma mi piace anche quando non rinuncia al gusto della battuta e del paradosso.

Qualche anno fa, a proposito credo di Andreotti, disse che la politica s'era infiltrata nella mafia e l'aveva corrotta. Era una splendida battuta, che valeva più di tanti editoriali e di tanti saggi, anche perché nessuno si sognò di prenderla alla lettera. L'altro giorno a Palermo, almeno a leggere i giornali e i commenti sdegnati (persino di Fiorello), l'ha detta grossa: "La mafia non uccide, lo Stato sì".

I parenti delle vittime di mafia, appositamente fuorviati dalla disinformazione, sono insorti, e giustamente. Se Grillo avesse davvero detto che la mafia non uccide, avrebbero avuto ragione da vendere. Ma, per fortuna, non l'ha mai detto. Ha azzardato un altro paradosso.

Prima ha osservato che "un governo di transizione avrebbe dovuto fermare il debito pubblico e mettere un taglio alle pensioni d'oro, massimo 5 mila euro, e il resto investirlo per trattenere i nostri giovani ricercatori che fuggono all'estero". Poi ha aggiunto: "La mafia non ha mai strangolato il proprio cliente: gli prende il pizzo del 10%.

Qui la mafia (intesa come il governo che porta molti imprenditori e lavoratori al suicidio, ndr) strangola le proprie vittime". Il senso della provocazione era chiarissimo, e lo stesso Grillo l'ha precisato ieri sul blog per i duri di cervice: "La mafia ha tutto l'interesse a mantenere in vita le sue vittime.

Le sfrutta, le umilia, le spreme, ma le uccide solo se è necessario per ribadire il suo dominio nel territorio. Senza vittime, senza pizzo e senza corruzione come farebbe infatti a prosperare? La finanza internazionale non si fa di questi problemi. Le sue vittime, gli Stati, possono deperire e morire. Gli imprenditori possono suicidarsi come in Grecia e in Italia. Spolpato uno Stato, si spostano nel successivo".

Eppure ai partitanti di destra, centro e sinistra non è parso vero di potergli dare, oltreché del demagogo, antipolitico, fascista, nazista, anche del mafioso. Manca soltanto piduista, ma ci arriveremo. Ma dai, siamo seri: chi ha ospitato e rilanciato sul blog e in varie manifestazioni le battaglie delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino? Chi, quando non ne parlava nessuno, ha denunciato le trattative Stato-mafia?

Chi ha difeso i magistrati di frontiera? Grillo. Prima di dargli del mafioso, il Pdl pensi all'"eroe" Mangano e a tutti i mafiosi e amici dei mafiosi che B. ha portato in Parlamento fino alle più alte cariche. Bersani pensi al compagno Crisafulli, filmato da una telecamera nascosta mentre abbracciava affettuosamente il boss Bevilacqua, dunque senatore Pd, e al compagno Lombardo, inquisito per fatti di mafia dunque alleato del Pd. E il Terzo Polo pensi ai suoi Cuffaro e Romano. I classici buoi che danno del cornuto al Grillo.

 

 

VIGNETTA DI BENNY - BEPPE GRILLO BOMBAROLOBEPPE GRILLO SULLA COVER DEL MALE MICHELE SERRABEPPE GRILLO IN SPIAGGIA grillo travaglio abbraccio lapBEPPE GRILLO E MARCO TRAVAGLIO - Copyright Pizziberlusconi mafia duesseldorf fiorello e benigni RAFFAELE LOMBARDO Vittorio Mangano in tribunale nel 2000Baraldi Cuffaro Casini - Nonleggerlo

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