giuseppe conte giovanni tria

"I BONUS PER SOSTENERE I CONSUMI SANNO DI IMPROVVISAZIONE: BRUCIANO RISORSE E NON C'È RIPRESA" - CONTE INCASSA UN CEFFONE DAL SUO EX MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIOVANNI TRIA: “È SBAGLIATO SPARGERE SOLDI IN UN MOMENTO IN CUI NON CE NE SONO TANTI - SUL RECOVERY FUND SERVE UN PIANO COERENTE, NON BASTA METTERE ASSIEME I PROGETTI DEI SINGOLI MINISTRI DEL GOVERNO - IL MES? VA UTILIZZATO SUBITO…”

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

«I bonus? Sanno tanto di improvvisazione» sostiene l'ex ministro dell'Economia Giovanni Tria. «Il Recovery fund? Più che le schede dei singoli ministri serve una visione, serve un programma». Il Mes? «Va utilizzato subito, ma soprattutto subito va fatto partire il piano per potenziare la sanità, perché anche così si aiuta la ripresa dell'economia».

 

MOAVERO CONTE TRIA

Professore, arriva un nuovo bonus per sostenere i consumi, l'ennesimo. Ma tutti questi soldi son spesi bene?

«Ci sono bonus e bonus. Bisogna vedere un po' che finalità hanno. Io però ho l'impressione che questa idea di distribuire bonus di ogni tipo risponda a una forma non dico di improvvisazione ma quasi. Noi infatti vediamo che i consumi non ripartono, ma soprattutto vediamo che non sono arrivati pienamente i sussidi destinati in maniera selettiva alle categorie economiche. Uno di questi era quello che assegnava un contributo a fondo perduto, ma erano appena 5 miliardi e certamente non sono stati determinanti. Bisognava dare molto di più alle imprese in difficoltà: io avrei visto una azione delle stesse dimensioni, ma concentrata su quelle imprese che hanno perso di più per il lockdown e che sono in grado di dimostrarlo, prevedendo poi un conguaglio a fine anno.

GIUSEPPE CONTE E GIOVANNI TRIA

 

Sbagliato aggiungerne altri?

«Ho letto di questo bonus sui consumi: serve solo a disperdere ulteriormente le risorse. Perché è difficile dimostrare che tutti questi bonus servano davvero ad aumentare i consumi, mentre è molto probabile che finiscano a sostenere spese che si sarebbero fatte comunque. Di solito interventi di questo tipo si fanno per spingere la gente ad acquistare beni durevoli, magari per invogliarli ad effettuare in anticipo la spesa.

 

Se penso, ad esempio, al bonus per le biciclette mi chiedo qual è la logica di questa misura? Far andare in bicicletta perché sull'autobus c'è il Covid? Capisco, ma anche questo è un sussidio a pioggia. Anche incentivare con un bonus fiscale bar e ristoranti non serve: non è che uno vada al bar o al ristorante perché poi gli arriva sulla carta di credito uno sconto.

conte e tria

 

Se lo fanno davvero penso che non sia molto giusto ricevere soldi su quello che si spende al ristorante, come potrebbe capitare anche a me che uso molto la carta di credito, quando invece al ristorante dovrebbero arrivare dei sussidi a fondo perduto per affrontare meglio tutte le spese, comprese quelle aggiuntive legate alla prevenzione sanitaria».

 

Si può parlare di spreco?

«Sono solo soldi sparsi in un momento in cui non mi pare che ce ne siano tanti, mentre invece sembra proprio che non ci siano limiti».

 

E infatti tutti battono cassa.

«Certo, perché ci si chiede perché se c'è un bonus per un settore non c'è per l'altro. È un approccio che può sembrare una scelta di politica industriale, ma che in realtà può funzionare solo per alcuni settori. Come ad esempio per l'auto elettrica, con l'obiettivo dichiarato di favorire la transizione verso mezzi meno inquinanti di cui si parla da tempo. Altrimenti sono decisioni sempre poco argomentate».

Gualtieri Conte

 

Sarebbe stato meglio un bel taglio dell'Iva «alla tedesca»?

«Io, anche da ministro, non sono mai stato favorevole ad un taglio dell'Iva. Perché, a parte che costerebbe tantissimo, per favorire la crescita è sempre meglio tagliare le imposte dirette e per aiutare davvero le imprese è meglio tagliare di più il costo del lavoro».

 

Sulla decontribuzione il governo ci sta ragionando.

«È vero, ma siamo a tre mesi dalla fine del lockdown e se prima certi provvedimenti immediati avevano un senso, adesso bisogna avere una regia e mettere in campo una visione di quello che va fatto. Io sono sempre stato contrario alla politica dei bonus, ero contro anche agli 80 euro, perché sono provvedimenti che non stanno dentro una politica coerente».

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

 

Vede lo stesso rischio sul Recovery fund?

«Bisogna avere dei piani, poi dei programmi e quindi dei progetti. Anche qui serve una visione organizzata. Ho letto che i ministri devono preparare delle schede, magari è anche utile, ma il piano complessivo qual è? Non vedo come una sommatoria di progetti possa funzionare: serve un piano coerente ed un centro dove decidere la politica economica del Paese».

 

E il Mes va chiesto oppure no?

«Io sostengo che vada senz' altro usato e credo che alla fine verrà utilizzato. Ma dico di più: il piano per la Sanità serve a rafforzare la nostra capacità di reagire e di convivere con il Covid-19 ed è la base per la ripresa economica. Se infatti il nostro problema sono i consumi, va detto che questi come anche gli investimenti non riprendono perché c'è incertezza: la gente ha paura, e quindi rafforzare tutta la nostra capacità di reagire ma anche rafforzare tutte le strutture del Paese dal punto di vista della prevenzione è importantissimo.

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

Non si può aspettare: o si dice che non c'è bisogno del Mes, perché i fondi sono già stati individuati e quindi il piano per la sanità può partire subito; oppure si ricorre al Mes. Non si può aspettare settembre o ottobre per vedere che succede. Rimandare non serve, perché non si rimanda l'utilizzo del Mes ma l'attuazione di programmi fondamentali. E questo credo non si possa fare».

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