massimo e linda d alema dalema vini

TRINCA CON DALEMIX - IL FU LIDER MAXIMO E LA MOGLIE LINDA SI FANNO INTERVISTARE DA 'SPY' CON LE LORO BOTTIGLIE DI VINO IN BELLA VISTA, PREZZARIO INCLUSO: ''MA GIÀ È TANTO SE NON CI ANDIAMO IN PERDITA''. EPPURE NE PRODUCONO 35MILA L'ANNO. FORSE È PER NON FARE LA PARTE DI QUELLI CHE SI ARRICCHISCONO CON LA VIGNA, DOPO LE TANTE ROGNE CHE GLI DIEDE L'INFAUSTA BARCA - POI INFATTI AGGIUNGE, MENTRE AFFETTA IL CAPOCOLLO: ''È UN INVESTIMENTO PER I FIGLI, CHE GIÀ S'INTERESSANO…''

 

Giulia Cerasoli per ''Spy''

 

MASSIMO E LINDA D ALEMA DALEMA VINI

 A me e a mio marito Massimo il vino è sempre piaciuto. Ora è di moda fare i vignaioli, è un vero trend. Il connubio tra vino, arte e moda poi è la tendenza del momento, ma per noi è stata una scelta casuale, abbiamo intrapreso questa strada dieci anni fa acquistando una casa e un terreno in Umbria tra Narni e Otricoli».

 

Linda Giuva D’Alema è con suo marito, l’ex “leader Maximo”, ex premier, ex ministro e nemico numero uno dell’ex presidente Matteo Renzi, attuale presidente della Fondazione ItalianiEuropei e vignaiolo di professione. Come lei, del resto, professoressa appassionata di archivistica catapultata dalla cattedra accademica alla vigna, con una spiccata attitudine commerciale. È lei infatti che si occupa dell’organizzazione e della commercializzazione del vino di famiglia, con l’azienda La Madeleine, che i D’Alema stanno raggiungendo, come quasi tutti i week end.

 

Domanda. Com’è cominciata questa avventura, diventata un vero e proprio lavoro?

Linda Giuva. «Per caso. Il vino piace a entrambi da sempre e Massimo si è appassionato pian piano agli aspetti tecnici e culturali del buon vino. Inoltre volevamo una casa in campagna, un luogo dove fuggire lasciandoci alle spalle la casa di Roma, in zona Prati.

 

MASSIMO E LINDA D ALEMA DALEMA VINI

 Quando abbiamo trovato un terreno buono per la vigna a Narni, ci siamo resi conto che eravamo vicini di casa del grande enologo Riccardo Cotarella, un professionista del campo, che ci ha aiutato nelle scelte. Possediamo 6 ettari e mezzo, mi sono trovata a dover commercializzare 35 mila bottiglie, un po’ troppe da distribuire tra gli amici. E con il vino, se non vendi, puoi indebitarti molto…».

 

D. Quali sono le caratteristiche dei vostri vini?

L.G. «Abbiamo puntato sulla qualità: il nostro vino è senza prodotti chimici. In questa azienda una volta c’erano le mucche e ora ci sono le viti. Abbiamo quattro etichette: tre rossi e uno spumante rosè classico. Si va dallo Sfide, un cabernet che va dagli 8 agli 11 euro in enoteca, al Narnot, un vino rosso più strutturato del costo di 28-29 euro. Quindi il pinot nero Madeleine, di cui si fanno solo duemila bottiglie, che arriva a 33 euro alla vendita, mentre dello spumante rosè classico, Nerosè, abbiamo due tipi, quello base, sui 17 euro e il riserva, a circa 30 euro».

massimo dalema al vinitaly

 

D. Signori D’Alema, ma chi ve lo ha fatto fare? Vi state forse arricchendo con il vino?

L.G. «Già è tanto se non ci rimettiamo. Non ha idea di quante cose servano…».

 

D. Le vostre passioni di una vita non vi bastavano? La politica non era sufficiente?

L.G. «L’archivistica resta la mia passione, non posso farne a meno. Ma il vino ci ha dato nuovo entusiasmo, anche se non immaginavo prendesse tanto tempo».

 

Massimo D’Alema «Abbiamo trovato il modo di complicarci la vita. Si creano impegni, obblighi, si tratta di una attività molto interessante. C’è anche il rapporto con la natura, la sfida, la competizione tra vignaioli. Ci si interroga: “Come andrà l’annata? Il mio vino sarà più buono degli altri?”».

 

massimo dalema al vinitaly

D. In ogni caso, si tratta di un interesse comune: fate molte cose insieme.

L.G. «Sicuramente ha rafforzato il nostro legame, ci distrae da altri litigi. E poi, è un investimento per il futuro e giriamo molto per far conoscere i nostri vini».

 

D. In che senso è un investimento per il futuro?

L.G. «I nostri figli, Giulia e Francesco, che vivono a Milano e a Edimburgo, sono proprietari dell’azienda e già cominciano ad interessarsene ogni tanto».

 

D. Pare di capire che l’ambiente dei vignaioli vip (come Vespa e Carol Bouquet) sia molto competitivo…

M.D. «Sì ma è anche un ambiente con una sua solidarietà interna. C’è grande orgoglio nell’appartenere alla comunità del vino italiano: siamo dei campioni, facciamo parte dell’eccellenza. Il valore della qualità italiana è riconosciuto in tutto il mondo. Le nostre etichette sono le più esportate».

massimo dalema al vinitaly

 

D. È orgoglioso del suo rosso?

M.D. «Nessuno pensa di fare il vino come gli Antinori o i Frescobaldi: quelli sono irragiungibili… Ma ci sono dei valori riconosciuti che hanno sempre un peso. E in una società come la nostra in cui certi valori sembra quasi si siano perduti, siamo stati accolti benissimo, al di là delle opinioni politiche divergenti».

 

D. A proposito di politica: non farà come Cincinnato, che da dittatore si ritirò in campagna a coltivare la terra?

M.D. «Ma io non devo più ritirarmi da niente. Faccio conferenze in giro, conservo comunque un rapporto vivo con l’opinione pubblica, però mi sono riempito la vita di altre cose. E quella del vino è sì una sfida, ma anche una dimensione di coppia».

orlando dalema bersani boldrini pisapia

 

dalema bersani

 

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