TAV, TRENI AD ALTA VORACITÀ – QUASI TRIPLICATI I COSTI DELLA TORINO-LIONE E SI SPACCA PERFINO IL FRONTE DEL SÌ – ESPOSITO (PD): “SE LE CIFRE SONO QUESTE, FERMIAMO I LAVORI E PAGHIAMO LE PENALI ALLA FRANCIA”

Mariachiara Giacosa e Diego Longhin per “la Repubblica

 

Stefano  Esposito Stefano Esposito

Costi impazziti per il tunnel della Torino- Lione. In una manciata di anni la spesa prevista per l’Italia è passata da 2,9 miliardi a 7,7 miliardi. A spanne è il 165 per cento in più. Fino a ieri nei documenti del governo la cifra è sempre stata sotto i 3 miliardi, come è indicato nel progetto definitivo della Tav all’esame del Cipe. A scoprire l’impennata dei costi è stato il vicepresidente della Commissione Trasporti di Palazzo Madama, Stefano Esposito (Pd), che ha chiesto un’audizione urgente dei vertici di Ferrovie e del ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi.

 

«Se le cifre sono queste io chiedo al governo di sospendere i lavori, rinunciare all’opera e pagare le penali alla Francia», dice Esposito, da sempre in prima linea a favore della Torino-Lione, posizione che gli è costata minacce di morte. L’11 novembre i dirigenti di Rfi verranno ascoltati dalla commissione e dovranno spiegare perché nel contratto di programma firmato ad agosto con il ministero e inserito nel decreto «Sblocca-Italia » il costo della Tav è cresciuto in questo modo.

 

Mario ViranoMario Virano

Alla base dell’aumento ci sarebbe un “tasso di inflazione”, composto anche da oneri finanziari e imprevisti, del 3,5 per cento che l’Italia ha deciso di applicare all’opera. In Francia è dello 0,07, cinquanta volte meno. Non solo. Nella stima non sarebbe conteggiato il contributo dell’Unione Europea che è già fissato al 30 per cento e che potrebbe salire al 40. Una decisione che Italia e Francia danno per scontate e che più volte è stata ventilata da Bruxelles, ma che sarà presa a fine febbraio. «Siamo all’assurdo — aggiunge Esposito — il 3,5 per cento è un tasso da usura. La Bei presta i soldi agli Stati allo 0,5 per cento. Vorrei capire cosa si nasconde dietro queste cifre. Le Ferrovie lavorano a favore o contro l’alta velocità?».

Pippo Civati Pippo Civati

 

L’Italia ha scelto di conteggiare il prezzo della costruzione della galleria di 52 chilometri a opera terminata con un tasso fissato nel 2010 quando «il contesto macroeconomico prevedeva una forte crescita dei prezzi di petrolio, elettricità e macchinari, che invece non si è verificata e quindi i costi non aumenteranno», sostiene Ltf, la società italo-francese responsabile della realizzazione del tunnel. Insomma, non si è tenuto conto della crisi e dei prezzi di mercato in calo.

 

In Francia, ad esempio, la gara per l’ultima discenderia, quella di Saint Martin la Porte, è stata assegnata con un ribasso del 30 per cento. «Quelle italiane sono cifreopache. È in range così ampli che può annidarsi la corruzione», aggiunge ancora Esposito. Il ministro Lupi, impegnato negli Emirati Arabi, per ora tace, così come Rfi. Il commissario di governo, Mario Virano, cerca di buttare acqua sul fuoco: «Non so darmi una spiegazione razionale, si tratta di una sommatoria di negatività che mi auguro siano frutto del caso. Mi sembra una roba tutta fatta da contabili che non tiene conto del contesto economico generale e nemmeno della delicatezza della questione specifica ».

 

altero matteoli consiglio nazionale forza italia foto lapresse altero matteoli consiglio nazionale forza italia foto lapresse

Il balletto di cifre e il polverone che si è scatenato hanno dato il là agli oppositori dell’opera. Il dissidente Pippo Civati (Pd) e il coordinatore di Sel Nicola Frantoianni rilanciano l’idea di una commissione parlamentare d’inchiesta: «Un’idea che evidentemente non è poi così peregrina — dicono — si abbia il coraggio di sospendere i lavori fino a quando tutti gli aspetti oscuri della Tav non saranno chiariti». Per il senatore Marco Scibona del Movimento 5 Stelle «quanto accade è la conferma di ciò che i No Tav dicono da anni, la Francia ha sempre confermato la cifra e le tempistiche iniziali, in Italia invece triplicano i costi senza nessun motivo logico». E il movimento No Tav si compiace della scoperta di Esposito: «Prepara i braccioli in vista della nave che affonda», si legge sul sito No Tav.info.

 

Il nuovo quadro economico, poi, ha fatto saltare sulla sedia anche l’ex ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli (Fi), oggi presidente della commissione Trasporti del Sanato. «È incredibile», dice. E aggiunge: «La costruzione della Torino-Lione non si può affrontare con superficialità ».

 

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…