
IL TRISTE SHOW DELLA MUMMIA CLOWN - BERLUSCONI AL SEGGIO A ROMA SI TUFFA NEL RIDICOLO (VIDEO): BATTUTACCE DA CASERMA CHE FANNO RIDERE SOLO LUI E IL SUO CODAZZO, GESTO DEL “RICCHIONE” (CON LA PASCALE GAY FRIENDLY CHE SI ALLONTANA) E ALTRE AMENITA’
Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”
Lungo, lento, triste declino e senza freni per Silvio Berlusconi ieri mattina al seggio del liceo Visconti dove insieme con Francesca Pascale e un paio di guardie del corpo si è recato a votare, accolto da una piccola claque di giovani che lo applaudiva nel silenzio della piazza assolata.
C' è un video che lo ritrae non esattamente in gran forma, completo blu senza cravatta, l' occhio destro parecchio rimpicciolito, le mani in tasca e un' aria un po' stropicciata. Esordio spiritoso: «Sono qui perché volevo chiedere qualche consiglio su chi votare... ».
BERLUSCONI AL VOTO A ROMA FRANCESCA PASCALE
Lievi risate. Ma subito dopo: «Stamattina - attacca con amarezza - ho guardato di nuovo la lista delle cose che hanno fatto contro di me». E di seguito piazza una prima cosa che non torna: «Quando mi hanno fatto decadere nel '74…». Non era ovviamente il 1974, ma la fine del 2013, trentanove anni dopo. Può succedere, certo.
Si intuisce che i ragazzi e le ragazze vorrebbero ridere, ma Berlusconi insiste con le sue doglianze, sia pure piegandole là dove non è abbiano molto senso : «Pensate che invece di andare a donne ho trascorso tre pomeriggi alla settimana con i miei avvocati.
Non vorrei che qualcuno pensasse... », e si tocca l' orecchio, l' antico gesto e offensivo che alludeva agli omosessuali, ai «ricchioni». Risatine d' incoraggiamento, richiesta di foto e mentre Pascale scivola nelle retrovie, lui si dispone alla solita trafila.
Ma prima di mettersi in posa Berlusconi nota un giovanotto vestito un po' dandy, col panama in testa. La visione gli fa scattare la vena istrionica e con paternalistica meraviglia: «Sei proprio completo: cappello, occhiali... »; ma a questo punto, indicando proprio là, gli chiede: «Ti sei messo anche il preservativo?».
Ora, i filmati on line sono quello che sono, risentono cioè di tagli e inquadrature e spesso il montaggio ne altera l' aderenza alla realtà. Ma in questo caso l' ilarità che segue quella gratuita battuta si confonde col gelo dell' imbarazzo. Il peggio arriva subito dopo, quando nell' attimo metafisico che precede la foto ricordo, per la terza o quarta volta in pochi minuti, l' ex presidente del Consiglio se ne esce: «Chi mi sta mettendo la mano sul culo?», e finalmente ride, a cuore aperto, lui solo, gli altri che gli sono fianco paiono più sbigottiti che altro.
E insomma il culo, il preservativo, il gesto del «ricchione», la decadenza nel 1974: che succede? Passi per la barzelletta imprecisa da Barbara D' Urso o per il lapsus che il mese scorso ha portato Berlusconi ad annunciare l' arrivo di un nipotino da parte di Piersilvio, quando era di Eleonora.
Vero è pure che nell' era della spasmodica personalizzazione se da un lato il giornalismo ha perso ogni contegno, dall' altro deve misurarsi con le faccende più crude, oltre che più assurde e dolorose. Per cui, con il dovuto scrupolo filologico, e senza riperticare alcune indimenticabili intercettazioni sullo specifico anatomico presidenziale, si ricorderà che la gag «chi mi tocca il culo? » fu già messa in opera con un gruppo di giovani volontari, ai tempi dell' Aquila. Ma con ben altra briosa energia!
Qui tutto invece sembra procedere come uno stanco fiotto senza più motivo, né ritegno, né filtri, un mesto, incessante sgocciolio come i bambini che dicono le parolacce o come gli anziani che non le trattengono più.
E non per cattiveria il siparietto di Berlusconi al seggio ricorda quello, pochi giorni fa, del 50ennale Edilnord quando a freddo ha sorpreso il suo pubblico sulla differenza tra una supposta e un carciofo e rivolto a un povero medico sul palco: «Si metta un carciofo nel culo e vedrà la differenza! ». Per poi concludere, quasi meditabondo, che «un' ironia, anche spinta, aiuta a superare tutti i problemi». Beh, proprio tutti no.