
TRUMP, NON CI SCASSARE IL DAZIO – LA COMMISSIONE EUROPEA PREPARA IL PACCHETTO DI RISPOSTA ALLE TARIFFE AMERICANE: L’ELENCO POTREBBE INCLUDERE SOIA, LEGNO E CARNE, MA LA VERA ARMA DA FINE DEL MONDO POTREBBE ESSERE PRENDERE DI MIRA I SERVIZI – SU FARMACI, METALLI E SOPRATTTUTO AUTO, BRUXELLES HA POCO MARGINE NEGOZIALE: L’OBIETTIVO DI TRUMP È RIPORTARE LA PRODUZIONE NEGLI USA, NON È SOLTANTO UNA QUESTIONE DI SCAMBI…
1. UE A MUSO DURO SU TRUMP "SUBITO LE NOSTRE TARIFFE POI INIZIAMO A NEGOZIARE"
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
LA GUERRA COMMERCIALE TRA STATI UNITI E UNIONE EUROPEA
Avanti con i dazi che entreranno in vigore il 13 aprile e colpiranno fino a 26 miliardi di prodotti americani. E poi un nuovo pacchetto per rispondere colpo su colpo alle tariffe che Trump annuncerà il 2 aprile: l'elenco, spiega un portavoce di Palazzo Berlaymont, sarà «ben selezionato per creare il massimo impatto sugli Stati Uniti e ridurre al minimo l'impatto sulla nostra economia».
Potrebbe persino includere anche i servizi, non soltanto i beni, anche se una decisione in merito non è stata ancora presa. A quel punto la Commissione sarà pronta ad affrontare per tutta la primavera una trattativa serrata avendo per le mani una serie di leve: sul fronte commerciale, ma non solo, visto che sul tavolo potrebbero finire anche le cosiddette «barriere non commerciali» (leggasi norme Ue che secondo gli Usa rappresentano ostacoli), gli acquisti di energia (soprattutto Gnl) e potenzialmente anche di armi […]
DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN
Nonostante la situazione sul fronte americano resti estremamente volatile, la missione della delegazione Ue a Washington è servita per capire che il team incaricato dalla Casa Bianca di occuparsi del Commercio è estremamente disposto a negoziare e a farlo in fretta.
Donald Trump vuole chiudere la partita ben prima della pausa estiva per poi dedicarsi alle questioni interne, ma il primo passo sarà quello di mostrare i muscoli. Secondo i piani attuali, il 2 aprile dovrebbero essere presentati i cosiddetti dazi reciproci e quelli del 25% sulle auto, che saranno immediatamente applicativi dal giorno successivo.
DAZIFASCISMO - MEME BY EMILIANO CARLI
Dovrebbero invece entrare in vigore in un secondo momento quelli sugli altri quattro settori che con l'automotive vengono considerati i "Big Five": farmaceutica, metalli, semiconduttori e legname. La strategia dilatoria risponde all'esigenza di testare la reazione dei mercati.
Su questi settori, così come sulle auto, Bruxelles teme di avere minori margini negoziali perché la nuova amministrazione americana è determinata a riportare la produzione negli Stati Uniti e dunque non è soltanto una questione di scambi commerciali.
Un aspetto che tocca in maniera significativa l'automotive e che potrebbe costringere le case produttrici a rivedere la loro strategia. Dal canto suo, la Commissione cercherà di andare incontro al settore il più possibile: dopo la falsa partenza di martedì, oggi sarà presentato l'emendamento al regolamento sulle emissioni di CO2 che di fatto congelerà le multe per i costruttori nel 2025, spalmando i target su tre anni. La soluzione dovrebbe dunque evitare la necessità di riunirsi in pool con Tesla e la cinese Byd per comprare i loro "carbon credit".
Nei giorni scorsi, la delegazione Ue guidata dal commissario al Commercio, Maros Sefcovic, ha avuto sei ore di riunioni con il team americano composto dal Segretario Usa Howard Lutnick , dal rappresentante Jamieson Greer e dal capo economista della Casa Bianca.
Sul tavolo non si è parlato di cifre concrete in merito al livello dei dazi che saranno imposti dall'amministrazione Trump, ma gli europei hanno capito che la strategia è chiara: far scattare il conflitto e poi avviare i negoziati da chiudere nel giro di due-tre mesi. Anche se certamente lo status quo non tornerà: alla fine di questa partita, gli Usa saranno certamente più protezionisti di prima. Gli americani si sono molto lamentati delle «barriere non commerciali», ossia degli ostacoli normativi in vigore nell'Ue, anche se il loro impatto non è facile da quantificare.
E sono tornati a insistere sulla questione dell'Iva che Trump considera alla pari dei dazi.
Per l'Ue c'è però un fronte interno da gestire. Le due liste di prodotti che saranno colpiti dai dazi il 13 aprile sono diventate una sola e, su richiesta di alcuni Stati, ci saranno alcuni aggiustamenti «qualitativi», ma non sono previsti stravolgimenti.
In parallelo, partiranno le consultazioni con i governi per affinare la strategia e scegliere quali leve utilizzare nel nuovo pacchetto e nei negoziati, ben sapendo che – alla luce dei diversi interessi – non sarà facile trovare una sintesi. Per questo la risposta andrà ben calibrata, distribuendo il più possibile i potenziali costi: l'intenzione è di avviare le consultazioni non soltanto con i ministri del Commercio, ma di coinvolgere direttamente anche i leader.
Nel frattempo, l'Ue continuerà la sua politica di diversificazione commerciale con gli altri partner: nonostante le minacce di Trump, non intende sganciarsi dal Canada, e già da ieri ha riaperto un canale di dialogo con la Cina.
GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI
2. UE PRONTA A REAGIRE, DALLA SOIA ALLA PLASTICA PREPARA LA LISTA DELLE CONTROMISURE
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il "Corriere della Sera"
[…] Per ora la strada del dialogo non sta funzionando. La missione a Washington di martedì scorso del commissario al Commercio Šefcovic non è servita a disinnescare i nuovi dazi e a Bruxelles ora aspettano di vedere cosa deciderà Trump il prossimo 2 aprile, nella cosiddetta «Giornata della Liberazione dell’America», quando dovrebbero entrare in vigore una serie di dazi che il presidente Usa definisce «reciproci» ovvero equivalenti, nella sua visione, a quelli imposti dagli altri Paesi contro gli Usa.
A quel punto la Commissione farà le proprie «valutazioni complessive». Poi il 7 aprile al Consiglio Trade i ministri del Commercio dei Ventisette si confronteranno sui primi orientamenti. Bruxelles deve pesare l’impatto dei nuovi dazi per stabilire le contromisure. Quelle per le tariffe Usa su acciaio e alluminio Made in Eu, che dovrebbero entrare in vigore il 13 aprile, sono state stabilite in 26 miliardi di euro.
GIORGIA MELONI VLADIMIR PUTIN DONALD TRUMP
Mercoledì si sono concluse le consultazioni con i portatori di interessi sulla lista di prodotti statunitensi da colpire. Ora sono in corso le consultazioni con gli Stati membri. La lista definitiva «sarà selezionata con attenzione — ha spiegato il portavoce — per massimizzare l’impatto sugli Usa e minimizzarlo sulla nostra economia europea» e sarà compilata in modo «giudizioso e ben calibrato».
La Commissione dovrebbe prendere di mira, come già nel 2018, i prodotti situati in Stati politicamente sensibili (a maggioranza repubblicana), senza danneggiare l’interesse europeo. Si tratterà di beni per i quali l’Ue ritiene di avere alternative interne.
L’ipotesi circolata di un dazio del 50% sul bourbon aveva fatto infuriare Trump, che aveva minacciato a sua volta il 200% sui vini europei. Abbastanza per spingere Francia, Italia e Spagna a chiedere di rivedere la lista. Tra i prodotti ipotizzati ci sono la soia della Louisiana, la carne bovina e il pollame del Nebraska e del Kansas, i prodotti in legno della Georgia, Virginia e Alabama.
Nella lista potrebbero rientrare prodotti industriali e agricoli, tra cui acciaio e alluminio, tessuti, elettrodomestici, materie plastiche. […]