
TRUMP STA APPALTANDO LA SICUREZZA DEGLI STATI UNITI A MUSK E I SUOI SODALI - "SPACEX", AZIENDA DEL MILIARDARIO KETAMINICO, "PALANTIR" DI PETER THIEL E "ANDURIL" DI PALMER LUCKEY SONO IN POLE PER OTTENERE L'APPALTO PER COSTRUIRE IL "GOLDEN DOME", UN SISTEMA ANTI-MISSILISITICO IN GRADO DI PROTEGGERE GLI STATI UNITI - IL VALORE DELL'OPERAZIONE? TRA I 6 E I 10 MILIARDI - MUSK E I SUOI AMICI HANNO PROPOSTO DI AFFITTARE "L’OMBRELLO" AL PENTAGONO: I MILITARI NON SAREBBERO PROPRIETARI DEI DISPOSITIVI, MA AVREBBERO ACCESSO ALLA TECNOLOGIA. LA FORMULA CHE CREA PIÙ DI QUALCHE DUBBIO TRA I GENERALI A STELLE E STRISCE - MUSK FA LO GNORRI: "NON CI INTERESSA IL PROGETTO"
MUSK, APPALTO SCUDO MISSILISTICO DI TRUMP NON CI INTERESSA
(ANSA) - NEW YORK, 17 APR - "SpaceX non ha provato a presentare un'offerta" per ottenere il contratto per la costruzione di parte dello scudo missilistico 'Golden Dome', voluto da Donald Trump sul modello dell'Iron Dome di Israele.
Lo ha detto Elon Musk smentendo le indiscrezioni al riguardo. "La nostra preferenza è restare concentrati a portare l'umanità su Marte. Se il presidente ci chiedesse aiuto al riguardo, lo faremmo ma spero che siano altre società a farlo", ha messo in evidenza Musk.
LO SCUDO SPAZIALE DI DONALD
Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
donald trump e elon musk alla ufc di miami
Gli uomini d’oro per la «cupola d’oro», lo scudo anti-missile Golden Dome «ordinato» da Donald Trump pochi giorni dopo il suo insediamento. La società SpaceX di Elon Musk, la Palantir del miliardario conservatore Peter Thiel e l’Anduril di Palmer Luckey si sono alleate per portare avanti il progetto e, secondo la Reuters, potrebbero essere in vantaggio su altre compagnie.
Perché i loro leader hanno appoggi, godono del consenso del presidente, si sono spesi e hanno speso soldi per farsi largo nell’entourage di The Donald. E ne hanno già parlato, probabilmente, in contatti diretti.
Le crisi mediorientali, il conflitto in Ucraina, le mosse cinesi e le continue provocazioni nordcoreane hanno dimostrato come le guerre siano combattute anche con sistemi a lungo raggio. Sono armi in mano a piccole e grandi potenze, in grado di fare danni.
E gli Stati Uniti, assieme a Israele, hanno sviluppato un ombrello che ha limitato i colpi ma anche dimostrato di essere, in alcuni casi, perforabile da vettori neppure troppo sofisticati. I pasdaran, in una rappresaglia, hanno comunque raggiunto un’importante base dello Stato ebraico che ha insistito, all’opposto, sull’efficacia della difesa.
Le batterie di Patriot e i più moderni Thaad — trasferiti di nuovo in Medio Oriente — hanno svolto il loro compito ma c’è l’urgenza di parare la minaccia di ordigni intercontinentali. Così Trump, appena arrivato alla Casa Bianca, tra i primi ordini esecutivi ha firmato quello del Golden Dome , ribattezzato così per la passione che il tycoon ha per l’oro.
ELON MUSK - JD VANCE - IMMAGINE GENERATA DALL IA
Una decisione tanto simbolica quanto importante a indicare quali siano le priorità della sua amministrazione. Con l’obiettivo di avviare i «lavori» il prima possibile: secondo le previsioni, il tutto dovrebbe essere attivo entro il 2030, sempre che la tabella sia rispettata e non spuntino ostacoli.
È composto da tre «cerchi». Il primo è rappresentato dai sensori che devono individuare e tracciare i «proiettili» sparati da un nemico. […]
Il secondo è lo snodo comando-controllo: deve coordinare «scoperta» e risposta. Il terzo è l’anello più complesso, quello dell’intercettazione dei missili in arrivo con l’uso di laser o di «proiettili».
È stato calcolato che dovrebbero essere messi in orbita diverse centinaia di satelliti — forse un migliaio —, suddivisi tra le «sentinelle» incaricate di monitorare lancio, traiettoria e i mezzi che devono stopparli. Una prima valutazione fatta dai contabili di SpaceX ritiene che solo questa fascia potrebbe comportare un costo che oscilla tra i 6 e i 10 miliardi di dollari. Non poco.
Per alcuni esperti non c’è la certezza assoluta che la rete «stesa» possa frenare tutti gli ordigni e rilanciano dubbi sulla «compattezza». Del resto, alcuni test svolti in passato sulla costa occidentale Usa, prove elaborate considerando il pericolo rappresentato dai vettori di Kim Jong-un dove sono stati usati dei missili, hanno confermato che i tempi di reazione sono stretti ed è necessario avere un network tanto ampio quanto multiplo.
[…]Nella ricostruzione della Reuters c’è poi un aspetto controverso. Musk and company hanno proposto di affittare «l’ombrello» al Pentagono: in sostanza, i militari non sarebbero proprietari dei dispositivi sofisticati ma avrebbero accesso alla tecnologia.
Un’estensione, in un settore però strategico, della pratica dei contratti. Un modo per velocizzare il tutto superando protocolli a volte rigidi. Infatti, non poche attività, comprese alcune legate all’intelligence, sono state appaltate a società esterne. Facile però comprendere che la formula susciti dubbi tra i generali in quanto ci sono ragioni di opportunità e sicurezza. […]