zelensky donald trump vladimir putin

TRUMPONE LANCIA L’AMO, ZELENSKY ABBOCCA, E L’EUROPA LO PIGLIA IN QUEL POSTO – IL PRESIDENTE UCRAINO APRE A COLLOQUI CON PUTIN SE GLI STATI UNITI FORNIRANNO A KIEV “GARANZIE DI SICUREZZA”. UN EVENTUALE ACCORDO DOVRÀ PREVEDERE UNA FORZA DI INTERPOSIZIONE: SE “MAD VLAD” SI RIFIUTASSE, TOCCHEREBBE AI SOLDATI EUROPEI SCENDERE “BOOTS ON THE GROUND” – IL CREMLINO INVITA IL TYCOON A CELEBRARE INSIEME LA VITTORIA SUL NAZISMO: “NON DIMENTICHEREMMO MAI L’AIUTO RICEVUTO DAGLI USA” (IERI LA STESSA FRASE, INVERTITA, ERA STATA PRONUNCIATA DA TRUMP)…

1 - ZELENSKY, COLLOQUI CON PUTIN SE TRUMP FORNIRÀ GARANZIE

volodymyr zelensky - world economic forum di davos

(ANSA) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto all'agenzia Bloomberg che potrebbe avere colloqui con il presidente russo Vladimir Putin se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump fornirà all'Ucraina garanzie di sicurezza. La dichiarazione è stata rilanciata dalla Tass.

 

2 - CREMLINO, 'TRUMP CELEBRI CON NOI LA VITTORIA SUL NAZISMO'

(ANSA) - Mosca non dimenticherà mai l'aiuto ricevuto dagli Usa nella Seconda guerra mondiale e spera che il presidente Donald Trump "condividerà la gioia di celebrare l'80/o anniversario della vittoria" sul nazifascismo con la Russia.

 

vladimir putin

Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax. Ieri Trump aveva detto che gli Usa non devono "mai dimenticare" che la Russia li ha "aiutati a vincere la Seconda guerra mondiale".

 

3 - “GUERRA RIDICOLA, PUTIN LA FERMI” TRUMP MINACCIA SANZIONI A MOSCA

Estratto dell’articolo di Pa.Mas. per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2025/01/23/news/donald_trump_avvertimento_guerra_putin-423955698/

 

Trump e Putin

Trump alza i toni sull’Ucraina, minacciando Putin di imporre sanzioni ancora più dure alla Russia, se non accetterà la sua proposta di negoziare la fine della guerra. Fonti con una conoscenza diretta delle posizioni della nuova amministrazione rivelano a Repubblica che Washington è pronta anche ad aumentare le forniture militari a Kiev, invece di ridurle, se Mosca rifiuterà di sedersi al tavolo.

 

«Non cerco - ha scritto Trump sul social Truth - di fare male alla Russia. Mi piace il popolo russo e ho sempre avuto una relazione molto buona con il presidente Putin. Non dobbiamo dimenticare che Mosca ci ha aiutato durante la Seconda guerra mondiale». Poi però ha sollecitato la chiusura del conflitto, con un tono molto brusco: «Farò alla Russia, la cui economia sta crollando, e al presidente Putin, un grande favore. Patteggia ora e metti fine a questa ridicola guerra. Non può che peggiorare».

 

lavrov putin

Ma «se non ci sarà un accordo, e a breve, non avrò altra scelta se non imporre nuove tasse, dazi e sanzioni su tutto quanto venduto dalla Russia e agli Stati Uniti, e vari altri Paesi partecipanti. Facciamola finita con questa guerra, che non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente. Lo possiamo fare in modo facile o duro. Quello facile è sempre migliore. E’ il momento di fare un accordo. Non dobbiamo perdere altre vite».

 

Trump […] vuole chiamare Putin e lo farà molto presto. Gli dirà che è venuto il momento di chiudere la guerra e lui è disposto ad aiutarlo per trovare una soluzione onorevole. Il progetto prevede il congelamento del fronte, senza riconoscimenti dei territori occupati dai russi, e poi il negoziato per definire l’assetto di lungo termine. Se Putin rivuole il Kursk deve restituire agli ucraini qualcosa.

vladimir putin conferenza stampa di fine anno 2024 foto lapresse 7

 

Probabilmente Zaporizhia, con la centrale nucleare, che ora nessuno sta usando e rappresenta un grande pericolo per la sicurezza, perché è tutta minata e potrebbe saltare.

 

Sull’ingresso di Kiev nella Nato non si dirà nulla, perché Putin non lo vuole, e quindi concedergli il rinvio ufficiale di 20 anni vorrebbe dire dargli una vittoria che Trump non intende regalare. Però il nuovo presidente, peraltro come il predecessore Biden, non ritiene che l’Ucraina sia pronta ad entrare nell’Alleanza e quindi tacerà. L’eventuale accordo dovrà prevedere una forza di interposizione.

 

volodymyr zelensky donald trump

L’opzione preferita sarebbero i reparti della Nato. Il presidente ucraino Zelensky ha detto da Davos che servirebbero almeno 200.000 uomini e gli Stati Uniti dovrebbero partecipare. Se però Putin rifiutasse di avere i militari dell’Alleanza vicino ai propri confini, e Trump si opponesse all’invio di soldati americani, gli europei dovrebbero farsi carico di questa missione senza il cappello Nato.

 

L’Onu per ora non viene citata, ma alla fine potrebbe diventare l’unica ipotesi accettabile per tutti.  […]

 

4 - DOCCIA FREDDA SULLO ZAR E LA STRATEGIA DELLA GENTILEZZA «MA ALLA FINE IL LEADER USA DOVRÀ NEGOZIARE CON NOI»

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

trump e putin 1

«A proposito, Sergei, non è oggi l’insediamento del nuovo presidente americano?». Appena tre giorni fa. Con una domanda retorica e solo in apparenza casuale rivolta al suo ministro degli Esteri, collegato via video come tutti gli altri partecipanti alla riunione del Consiglio di sicurezza non per caso convocato proprio di lunedì, come non accadeva da mesi, Vladimir Putin aveva introdotto il tema dell’avvicendamento alla Casa Bianca, che sarebbe avvenuto di lì a poche ore.

 

Dopo la risposta affermativa di Sergei Lavrov, il presidente russo aveva letto una dichiarazione evidentemente preparata da prima, con la quale era diventato il primo leader mondiale in ordine di tempo a fare gli auguri a Donald Trump. I toni, mai così concilianti in epoca recente.

 

[…] Lo schiaffo di Trump a Putin è una doccia fredda non del tutto inattesa. Nei giorni scorsi, politici e media russi, avevano messo in guardia sull’imprevedibilità del nuovo presidente. Adesso, ne prendono atto, anteponendo un pragmatismo calcolato alla loro retorica incendiaria. […]

 

ZELENSKY - DONALD TRUMP - FOTO LAPRESSE - 2

 

A vederla da Mosca, sembra essere soprattutto una questione di buone maniere. Non ci si approccia così a Putin. Lo dice anche Leonid Slutsky, presidente della Commissione esteri della Duma, che parlando con l’agenzia statale Ria Novosti fa un po’ l’offeso.

 

«Il nostro presidente ha confermato la disponibilità al dialogo, ma deve essere un dialogo paritario e di reciproco rispetto. Trump per ora lancia minacce, ma non propone cose concrete per uscire dalla crisi ucraina, limitandosi a minacciare. Noi invece seguiremo con attenzione le sue scelte, ma valuteremo solo iniziative reali».

Leonid Slutsky

 

[…] Mikhail Rostovskij, editorialista del Moskovskij Komsomolets che ha una certa consuetudine con Putin, scrive che la minaccia di nuove sanzioni è la conferma dell’esistenza di contrasti «anche molto profondi» tra Russia e Usa.

 

Ma è convinto che alla fine prevarranno gli interessi comuni del Cremlino e della nuova Casa Bianca. «Ben presto prenderà il sopravvento la “chimica personale”, la loro stima reciproca, l’accettazione reciproca del fatto che l’oppositore è un “cool guy”, l’istintiva simpatia tra i due».

 

ZELENSKY - DONALD TRUMP - FOTO LAPRESSE

Sembra più un auspicio che una previsione. Così come la galassia ultranazionalista, di recente molto silenziata sui media ma ben diffusa nel Paese, si augura che la dialettica rimanga allo stadio muscolare. «Con le sue brusche parole» scrive il sito Tsargrad di proprietà del cosiddetto oligarca di Dio Konstantin Malofeev, «Trump ha fatto affondare definitivamente il “partito della pace”, cosa che di sicuro non è un male».

volodymyr zelensky - world economic forum di davos

Trump e Putin

il cerchio magico di vladimir putin

 

ZELENSKY - DONALD TRUMP - FOTO LAPRESSE - 1

volodymyr zelensky - world economic forum di davos

d azero a dieci meme by emiliano carli

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...