conte tsipras

“CEDETE SUBITO, POI SARÀ PEGGIO” – IL CONSIGLIO ALL’ITALIA DI ALEXIS TSIPRAS: “È MEGLIO CHE FACCIATE OGGI QUEL CHE COMUNQUE VI FARANNO FARE DOMANI. SE INVECE AVETE UN’ALTRA IDEA (L’USCITA DALL’EURO?), BUONA FORTUNA” – LE PREVISIONI CATASTROFICHE DI “GOLDMAN SACHS” E I COMMISSARI CHE ASPETTANO SULLA RIVA DEL FIUME: SE LO SPREAD ARRIVA A 400 PUNTI SALTA TUTTO E BALLIAMO IL SIRTAKI

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

tsipras copia

Di recente Alexis Tsipras ha avvicinato alcune personalità italiane perché, come premier greco, aveva delle scuse da presentare e un consiglio da dare. Prima le scuse, o almeno la spiegazione, per non aver creato neanche un po' di attrito nell' ingranaggio dell' area euro che sta mettendo il bilancio di Roma sotto accusa. «Non posso far nulla perché sarei il primo a destare sospetti», ha detto Tsipras, che senz' altro ricorda come l' Italia non fece nulla quando lui cercò disperatamente di ammorbidire le condizioni - allora draconiane - poste dall' area euro alla Grecia.

 

Poi però Tsipras, memore della ritirata che improvvisò nel luglio 2015 dopo aver bloccato i conti bancari degli elettori per evitare il collasso del sistema, ha offerto un consiglio all' Italia. «È meglio che facciate oggi quel che comunque vi faranno fare domani», ha osservato. «Se invece avete un' altra idea - ha aggiunto, forse alludendo all' opzione di uscita dell' euro che lui rifiutò - be', allora good luck». Buona fortuna.

 

EUROPE THE FINAL COUNTDOWN

Non serve l' esperienza di un politico greco per capire che oggi non ne ha bisogno solo il governo italiano, ma l' intero Paese. Venerdì Moody' s, l' agenzia di rating che ha appena declassato il debito italiano a un solo gradino da «spazzatura», ha fatto capire che potrebbe rivedere in peggio il giudizio se l' economia peggiorasse ancora.

 

E pochi giorni fa Goldman Sachs, la banca americana, ha pubblicato le sole stime di crescita davvero realistiche sulla base dei dati disponibili: il prodotto lordo dell' Italia nel 2019 dovrebbe crescere dello 0,4%, un terzo di quanto prevede la Commissione Ue e circa un quarto di quanto annunciato dal governo. Una differenza di Goldman rispetto a Bruxelles o ai politici di Roma, è che la banca non ha l' esigenza politica di fingere di credere che l' Italia sia in ripresa.

conte di maio salvini

 

La Commissione Ue potrebbe averla per rafforzare la sua accusa che il governo di sta comportando come la cicala della favola di La Fontaine; il governo invece per rafforzare la propria stessa favola, secondo cui questa manovra giova all' economia.

 

Naturalmente la realtà è diversa, più simile a quella descritta da Goldman. Il relativo allentarsi delle tensioni di mercato negli ultimi giorni è servito ad alcuni investitori per ricostruire posizioni ribassiste sull' Italia da livelli più favorevoli, contando sul fatto che i prezzi cadano ancora e i rendimenti del debito pubblico salgano.

 

tsipras juncker

È ciò su cui si punta ai piani alti della Commissione Ue, dove si è già fatto il calcolo che l' Italia non possa sostenere uno spread a 400 punti (oggi il rendimento fra i titoli decennali di Berlino e di Roma è di 306 punti, il 3,06%, ma di recente ha già superato quota 330).

 

È questo che intende dire Tsipras quando invita gli italiani a cambiare strada per non essere costretti a farlo dopo danni ingenti, pagando un prezzo più alto. La Commissione e l' intera area euro ritengono di avere il coltello dalla parte del manico, perché vedono dove sembra essere diretta l' Italia: una crisi di liquidità sul debito nei primi mesi del 2019, quando il Tesoro dovrà fare provvista sul mercato ma gli investitori esteri proseguiranno il loro sciopero attuale. Questa crisi, se arrivasse, piegherebbe le banche prima ancora che il governo perda l' accesso al mercato.

moody's rischio declassamento

 

La riflessione di Bruxelles si poggia poi su un altro fattore: l' Eurobarometro, un sondaggio della Commissione, mostra che il sostegno degli italiani all' euro sia molto cresciuto e oggi arrivi al 57%. Di conseguenza si ritiene che l' opinione pubblica obbligherà il governo a fare marcia indietro e a chiedere un salvataggio europeo - se necessario - pur di restare nella moneta unica.

 

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

Sono calcoli molto razionali, che non includono né rendono espliciti altri fattori. Il primo è che sul governo agiscono anche correnti sotterranee sempre pronte a prendere in ostaggio la maggioranza degli italiani e portare il Paese fuori dall' euro, per ragioni ideologiche o anche solo di potere: non perdere il controllo di fronte alle pressioni di Bruxelles. Il secondo fattore è che le condizioni di un eventuale salvataggio europeo potrebbero di fatto includere la cessione - convenientemente - a soggetti esteri di Eni, Enel, parti della stessa Cassa depositi e prestiti o il rinvio o la revisione in peggio dei termini di rimborso dei titoli del debito pubblico ai creditori privati.

 

tsipras e la merkel xxx028049a

Il terzo poi è una differenza di fondo con l' esperienza dello stesso Tsipras: nel 2015 lui poté decidere da solo, mentre oggi l' Italia è guidata dal duumvirato dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Nessuno dei due, cedendo a Bruxelles, vuole lasciare le praterie elettorali del populismo all' altro. Non è chiaro se i vicepremier si rendano conto in pieno della strada sulla quale hanno messo il Paese. Perché in fondo la trattativa che conta non è fra Roma e Bruxelles, ma fra loro.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…