GIOCARE LA CARTA-MOSCA E RITROVARSI CON LA CARTA MOSCHICIDA - TSIPRAS CHIAMA DI NUOVO PUTIN, MA STAVOLTA I RUSSI SI SONO STUFATI DEI GIOCHI GRECI. PUSHKOV (DUMA): 'HANNO VISSUTO A CREDITO E CREATO UNA PIRAMIDE FINANZIARIA'
Anna Zafesova per “la Stampa”
Il numero del Cremlino resta nell’agenda di Alexis Tsipras, che ieri mattina ha chiamato Vladimir Putin. Il laconico comunicato stampa della presidenza russa sottolinea che la telefonata è avvenuta «su iniziativa della parte greca», e che Putin ha espresso «l’appoggio al popolo greco nel superare le difficoltà» (ma non al governo). Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov smentisce che si sia parlato di soldi: «Finora la Grecia non ci ha mai chiesto aiuti».
L’entusiasmo verso i «fratelli ortodossi» di Atene che si sarebbero buttati tra le braccia della Russia in cambio di un prestito-ponte, che si avvertiva fino a qualche tempo fa in alcuni ambienti moscoviti, sembra sparito, e a parte il messaggio di congratulazioni dai separatisti filo-russi del Donbass, Mosca è piuttosto fredda.
LE TENSIONI SUL PETROLIO
Perfino un putiniano come il presidente del Comitato esteri della Duma Alexey Pushkov sembra più tedesco che russo quando rimprovera ai greci di aver «vissuto a credito, creando una sorta di piramide finanziaria».
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Lo smacco all’Unione europea ovviamente non dispiace, ma non aumenta la simpatia per i greci, e un tabloid filo-governativo come la Komsomolskaya Pravda fa raccontare alla sua inviata un popolo di simpatici irresponsabili, mentre il direttore della Gazzetta Finanziaria Nikolay Vardul è scettico: «Vediamo la Grecia come alleato politico. Ma non è detto che alle dichiarazioni seguiranno i fatti, prima Atene deve accordarsi con i creditori». Intanto i russi rimproverano ai greci di aver fatto salire il dollaro e, di conseguenza, scendere il prezzo del barile.
IL NODO SANZIONI
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Difficile che un uomo diffidente come Putin non si sia fatto venire il sospetto che Tsipras lo sta soltanto usando per spaventare Bruxelles e Berlino. La speranza che Atene si sarebbe schierata con la Russia nella battaglia contro le sanzioni non c’è più: Tsipras non è un fan dell’embargo, ma ha già abbastanza guai per litigare con l’Ue anche su Mosca.
E l’altro aspetto che rende la Grecia preziosa per i russi, il progetto di hub del metano del Turkish Stream che dovrebbe tagliare fuori dalle forniture europee l’Ucraina, è ancora troppo in alto mare. Vardul teme che il collasso greco possa mettere in difficoltà il futuro gasdotto, anche perché «Gazprom non può fare tutto da sola».
I LAVORI SUL GASDOTTO
E ieri, per strana coincidenza, l’agenzia governativa Ria Novosti ha dato rilievo alla notizia che, secondo «fonti anonime», il monopolio del gas russo ha sospeso i lavori sul “corridoio sud”, che dovrebbe portare il gas verso i Balcani.