mike bloomberg donald trump

TU SEI NANO E TU UNO SFIGATO - QUESTO IL LIVELLO DELLO SCONTRO TRUMP-BLOOMBERG SU TWITTER, CON IL PRESIDENTE CHE PUNZECCHIA IL MILIARDARIO: ''UNA MASSA DI 1,62 CENTIMETRI DI ENERGIA MORTA, CHE NON HA IL CORAGGIO DI SALIRE SUL PALCO PER SFIDARE QUESTI POLITICI. ODIA BERNIE IL MATTO E GRAZIE AI SUOI SOLDI RIUSCIRÀ A FERMARLO'' - E QUELLO SCENDE AL SUO LIVELLO: ''FREQUENTIAMO LE STESSE PERSONE A NEW YORK E ALLE SPALLE DICONO DI TE CHE SEI UN PAGLIACCIO''

 

 

 

Alberto Flores d'Arcais per “la Stampa

 

Mike Bloomberg vs. Donald Trump. Fuori i secondi, tra il presidente degli Stati Uniti venerato dai suoi fan come un re e l' ex sindaco di New York (il più amato dai tempi di Fiorello La Guardia) è iniziato il match dell' anno: una sfida di parole (e insulti) sul ring di Twitter.

 

mike bloomberg donald trump

Due miliardari newyorchesi, da decenni tra i più famosi vip della Grande Mela, hanno dato vita ieri a un duello social quasi fossero due adolescenti alle prese con troppo testosterone. Sono nati nella stessa città, fanno parte della stessa generazione (Trump ha 74 anni, Bloomberg 77), si conoscono benissimo da almeno quattro decenni, hanno frequentato per anni gli stessi party, hanno decine di amici in comune ma oggi farebbero fatica a stringersi la mano.

 

Per The Donald l' ex sindaco-miliardario potrebbe diventare il maggior pericolo elettorale (anche se fino al Super Tuesday non scenderà in campo), per Mikey (come lo chiamano affettuosamente nella Big Apple) il presidente racchiude in sé tutto il male possibile («a novembre va battuto ad ogni costo»). Da tempo Trump ironizza sul suo potenziale sfidante chiamandolo «Mini Mike» (Mike il piccoletto) ma ieri, con il suo tweet lanciato alle 8:23 di mattina, ha dato il meglio (o il peggio): «Mini Mike è una massa di 1,62 centimetri di energia morta, che non ha il coraggio di salire sul palco per sfidare questi politici di professione. Niente scatole per favore. Odia Bernie il matto e grazie ai suoi soldi riuscirà a fermarlo».

MICHAEL BLOOMBERG DONALD TRUMP

 

Il riferimento alle «boxes» (scatole) è dovuto a una fotografia - presa a un comizio di Bloomberg - in cui era salito sopra una scatola per arrivare meglio al microfono. In realtà l' altezza dell' ex sindaco di New York è 1,76, certamente più bassa di quella di Trump (che è alto 1,92) ma più che nella media.

 

La replica di Bloomberg non si fa attendere. Prima parlando a Winston-Salem in North Carolina (dove il 3 marzo si voterà nelle attese primarie che vedranno alle urne grandi Stati come California e Texas), davanti a una folla di bianchi, afro-americani e latinos: «Non sono spaventato da Trump ed è per questo che continua a twittare contro di me. C' è un modo per capire se è preoccupato ed è quando ti menziona. È un narcisista e, se vuoi davvero infastidirlo, dì "quella persona", non dire Donald Trump».

 

Il presidente Usa ha rincarato la dose, paragonando la sfida lanciata da Bloomberg a quella che Jeb Bush (fratello e figlio di due presidenti) aveva lanciato contro di lui 2016: «Mini Mike Bloomberg è un PERDENTE, che ha soldi ma non è in grado di dibattere, ha zero presenza. Mi ricorda una versione minuscola di Jeb 'il Molle' Bush, ma Jeb ha più capacità politiche».

 

MICHAEL BLOOMBERG DONALD TRUMP

Nuova replica di Bloomberg, stavolta anche lui via Twitter: «Conosciamo le stesse persone a New York. Alle tue spalle tutti ridono di te e ti chiamano 'pagliaccio che abbaia a Carnevale'. Tutti sanno che hai ereditato una fortuna e l' hai buttata via con affari stupidi e per incompetenza. Io ho una storia e le risorse per batterti. E lo farò». Per dimostrare la sua superiorità si è affidato all' autoironia, con alcuni «meme» diffusi sui social. In uno compare un finto scambio di messaggi di Bloomberg in cui chiede a un amico (con milioni di follower su Instagram) come rendere il suo aspetto «più accattivante».

micheal bloomberg donald trumpRudy Giuliani, Donald Trump, Michael Bloomberg, Bill Clinton, Joe Torre.bloomberg trumpmicheal bloomberg donald trump 2

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)