salvini di maio

… E TU CON CHI STAI? SALVINI E DI MAIO ALL’ESAME DI POLITICA ESTERA AL QUIRINALE – PER MATTEO I SIRIANI “GASSATI” SONO UNA FAKE, BACIA PUTIN DOPO AVER MENATO MERKEL E MACRON – DI MAIO, INVECE, S’INCHINA ALLA NATO (MA GRILLO NON VOLEVA USCIRNE?) – PICCOLA DOMANDA: L'EUROPA E USA ACCETTERANNO MAI DI TENERE SU L'ITALIA CON QUESTI DUE A PALAZZO CHIGI?

 

1. LA FUGA IN AVANTI DEL LUMBARD

Ugo Magri per la Stampa

 

salvini maglietta putin

La trattativa M5S-Lega sembra bene avviata, ma rischia di annegare nel primo grande bagno di realismo: il dramma siriano. Di Maio ha promesso di presentarsi al Quirinale con elementi che dimostreranno come lui e Salvini non stiano perdendo tempo. Dunque, il Presidente non avrà bisogno di pungolare i partiti con pre-incarichi o altro: già procedono per conto loro. C' è da scommettere che Sergio Mattarella sarà felice di registrare gli eventuali passi avanti.

Di Maio e Varricchio a Washington

 

Non si accontenterà di parole, pretenderà qualche ragguaglio concreto e qualcosa di molto somigliante a un crono-programma, cioè tempi certi di avanzamento degli eventuali accordi. Nello stesso tempo, però, il Capo dello Stato sarà altrettanto curioso di capire in che modo i vari protagonisti si porranno dinanzi agli accadimenti in Siria e alla drammatica escalation di queste ore.

assad putin

 

Già, perché la portata dello scontro non può lasciare indifferente l' Italia. Sebbene nessuno ci sia venuto a chiedere un impegno diretto sul piano militare, al massimo qualche futuro supporto di tipo logistico, è chiaro che chi si candida a governare il paese deve fornire indicazioni chiare sul proprio tasso di fedeltà alle alleanze internazionali. E qui si potrebbe porre qualche serio problema anche rispetto al negoziato in corso.

napolitano assad jpeg

 

Già sette giorni fa, durante il primo giro di consultazioni, Mattarella aveva sollecitato chiarimenti ai partiti. Viene dato atto a Di Maio, nel giro stretto presidenziale, di aver ripetuto allora, davanti alle telecamere, che il M5S si sente parte dell' Occidente e sostiene la Nato: due garanzie niente affatto scontate alla luce delle antiche posizioni grilline, più attente semmai alle ragioni di Mosca. Laddove Salvini era stato ben poco rassicurante e anzi, dalla stessa tribuna quirinalizia, aveva scagliato fulmini e saette contro il tandem europeo Merkel-Macron.

 

 

MATTARELLA E LUIGI DI MAIO

Nei giorni successivi le differenze di politica estera non avevano impedito ai due partiti di intavolare un dialogo che registra progressi e proprio ieri ha permesso di scegliere un candidato comune, leghista, a capo della Commissione speciale della Camera. Pare sia in corso una stesura condivisa delle richieste per il nuovo Def, il documento di strategia economica.

 

E sta maturando l' idea di un tavolo di confronto programmatico approfondito, dove gettare le basi del famoso «contratto alla tedesca». Ma nessuno poteva immaginare un nuovo orrendo massacro di civili, con le armi più abiette. Né tantomeno prevedere un intervento diretto delle potenze alleate.

PUTIN SALVINI

 

Perciò si può dare per certo che Mattarella riproporrà oggi la questione sollevata una settimana fa, ma in maniera ancor più diretta. E qualora riscontrasse una diversità di accenti, o addirittura una diversità di posizioni, non esiterebbe a domandare in che modo queste potrebbero conciliarsi.

 

CHIARIMENTO PRELIMINARE

Stando alle cose dette ieri, le distanze sono abissali. Da una parte Di Maio ha manifestato posizioni attendiste, cautamente critiche verso la soluzione militare, però coerenti con la collocazione atlantica dell' Italia. Se fosse lui a guidare il governo, non si produrrebbe alcuno strappo. Salvini invece ha sposato in pieno le tesi di Putin, con accenti oltranzisti che riecheggiano addirittura Assad.

missili verso la siria sopra il libano

 

Chi detterebbe la linea, tra Di Maio e Salvini? Le risposte dei due saranno decisive perché Mattarella (assicura chi lo conosce bene) mai darebbe via libera a un governo senza prima aver fatto chiarezza se sta con la Russia o con l' Occidente.

 

2. GENTILONI NON SI SMARCA DAGLI ALLEATI

Marco Galluzzo per il Corriere della Sera

 

L' escalation possibile in Siria crea più di un corto circuito nella nostra diplomazia. Due giorni fa il numero due dell' ambasciata americana a Roma è stato ricevuto a Palazzo Chigi dall' ufficio diplomatico del presidente del Consiglio. Ieri aerei da ricognizione americani sono decollati da Sigonella. Il ruolo del nostro Paese, che finora è sempre stato fuori dal teatro siriano, appare più delicato di fronte al vuoto di potere a Palazzo Chigi.

 

TRUMP PUTIN SIRIA

Non per nulla la scena ieri se l' è presa Matteo Salvini. Ha anche detto che «da aspirante premier forse non mi conviene fare certe dichiarazioni», ma «il presidente americano non può annunciare missili via twitter, come se fossero pollo arrosto e patatine, le bombe raramente risolvono i problemi, quella delle armi chimiche è una fake news, quindi dico a tutti di fermarsi prima che sia troppo tardi».

 

Insomma mentre Washington, Parigi e Londra sembrano coordinare una risposta, Salvini si smarca rispetto ai nostri tradizionali alleati, chiede a Gentiloni di «intervenire e di opporsi in modo chiaro ai bombardamenti». Di Maio invece assume una posizione meno tranchant, anche lui non in linea con una possibile escalation, ma più istituzionale: «Proprio perché siamo alleati di Usa e Occidente dobbiamo consigliare una soluzione pacifica, che non si arrivi alle bombe».

 

TRUMP GENTILONI

Gli Stati Uniti devono chiedere l' autorizzazione al nostro governo se dalle loro basi sul nostro territorio iniziano operazioni offensive, ma non di supporto logistico. E' plausibile che Gentiloni sia stato informato di questo tipo di operazioni.

 

Proprio il presidente del Consiglio in carica per gli affari correnti ha assunto una posizione molto prudente: «Non dobbiamo dimenticarci della tragedia che c' è in Siria. L' uso di armi chimiche non può essere in alcun modo tollerato», ma «se dobbiamo immaginare una soluzione stabile e di lungo periodo, oltre che rispondere ai crimini, dobbiamo lavorare per la pace, quindi dare centralità all' Onu e ai tavoli negoziali».

 

TRUMP PUTIN

In ogni caso: «L' Italia, come noto, non ha mai preso parte ad attività militari», aggiungono a Palazzo Chigi, e rispetto ad ogni attività in atto in Siria, «l' Italia non è direttamente coinvolta». E questo mentre alla Camera i parlamentari dei 5Stelle chiedono proprio a Gentiloni di riferire alle Camere (avverrà forse la prossima settimana), e mentre il Pd attacca Salvini chiedendogli di chiarire «se vuole cambiare le nostre tradizionali alleanza internazionali, lo dica chiaramente», è la sintesi del segretario reggente Maurizio Martina.

 

giovanni toti paolo romani

Ma le spaccature non sono finite qui, perché anche da Forza Italia, con Paolo Romani, si levano voci molto critiche verso un possibile intervento: «Non è possibile che Assad abbia utilizzato armi chimiche, il nostro governo si dissoci da una rappresaglia che sarebbe assurda».

 

L' impressione è che, pur non partecipando, il governo in carica non si opponga ad un intervento degli alleati. Dalla Farnesina il sottosegretario Vincenzo Amendola: «Il governo è a fianco dei tradizionali alleati del nostro Paese: Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Salvini deve chiarire».

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…