gianni letta silvio berlusconi mario draghi

“CHE VUOL DIRE CHE GIANNI È ANDATO A PALAZZO CHIGI? PRIMA DEL VERTICE?” – A TURBARE I SOGNI QUIRINALIZI DI BERLUSCONI C’È ANCHE E SOPRATTUTTO LETTA (ZIO), CHE IERI È STATO RICEVUTO DAL CAPO DI GABINETTO DI DRAGHI, ANTONIO FUNICIELLO – IL DUPLEX TAJANI-RONZULLI È MOLTO AGITATO DALLO STRANO ATTIVISMO DELL’EMINENZA AZZURRINA, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON DRAGHI. DALLO STAFF DI “MARIOPIO” HANNO FATTO FILTRARE CHE L’ARGOMENTO DELLA CONVERSAZIONE ERA IL QUIRINALE (DI CHE ALTRO POTEVANO PARLARE?) – IL DAGOREPORT: IL PIANO B DI SALVINI E MELONI PER DARE UNO SCHIAFFONE ALL'EX SIRE DI "HARD-CORE" E CANDIDARE PROPRIO GIANNI LETTA

draghi enrico gianni letta

1 - FATTO L’INCONTRO, GABBATO LO SANTO: SALVINI E MELONI SPERANO CHE BERLUSCONI PRENDA UNO SCHIAFFO. LO SCHIAFFO DEFINITIVO. I 505 VOTI NON CI SONO. COME PIANO B, I DUE HANNO IN SERBO UN NOME DI MASSIMO CONSENSO: GIANNI LETTA. UN CANDIDATO PERFETTO: UN DIPENDENTE DI MEDIASET, MAI USCITO DA ROMA, PRIVO DI QUALSIASI RAPPORTO CON L’EUROPA

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/fatto-rsquo-incontro-gabbato-santo-salvini-meloni-sperano-che-296229.htm

GIANNI LETTA BERLUSCONI

 

2 - GIANNI LETTA VA A PALAZZO CHIGI. L’IRA DEL CAVALIERE: “NON SAPEVO NULLA”

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

Qualcosa comincia a muoversi davvero anche a Palazzo Chigi. Quando le agenzie battono la notizia che Gianni Letta è stato ricevuto da Antonio Funiciello, capo di gabinetto del premier Mario Draghi, il vertice di centrodestra è finito da più di un’ora.

 

antonio funiciello

Nel giardino, a favore dei fotografi, i leader hanno improvvisato pose e gesti di intesa con Silvio Berlusconi, prima di salutarlo. Pochi minuti dopo, non sono ancora le sei, Villa Grande è semivuota. Il leader di Forza Italia è attorniato dallo staff. La notizia lascia tutti stupiti.

 

«Che vuol dire che è andato a Palazzo Chigi questa mattina? Prima del vertice?», chiede Berlusconi. La ricostruzione è confermata da fonti a lui vicine: il fondatore di Mediaset, assicurano, non ne sapeva nulla. Né tantomeno, aggiungono, è stato inviato a far visita a Draghi come emissario del presidente di Forza Italia, come qualcuno potrebbe immaginare.

 

Ma soprattutto: avrebbe taciuto dell’incontro per tutta la durata del summit con i leader di Lega e Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. È una precisazione importante, che dà l’idea di come la partita del Quirinale stia slabbrando ogni certezza e di quanto i sospetti, anche tra amici o alleati, siano diventati la matrice comune delle diverse interpretazioni dei fatti.

RIUNIONE DEL CENTRODESTRA A VILLA GRANDE

 

Il colloquio tra Funiciello e Letta, durato un’ora, avviene su richiesta di quest’ultimo. Le bocche, però, alla domanda su cosa si siano detti, restano cucite. Verrebbe naturale pensare che Letta abbia incontrato pure Draghi, ma lo staff del premier si affretta a smentire. Dalle stanze attigue a quella dell’ex banchiere filtra che si è «verosimilmente parlato anche di Quirinale».

gianni letta foto di bacco

 

E non potrebbe essere altrimenti. Come è stato in precedenza per la Rai, Funiciello è delegato a trattare con i partiti, per sondarne la volontà, i desideri e le intenzioni. Per Draghi è fondamentale capire cosa farà Berlusconi. «Tutto dipende da lui», è la riflessione che fanno a Palazzo Chigi.

 

E Letta, in questo senso, rappresenta il suo migliore alleato. I due hanno un canale aperto da sempre, si sentono spesso, e hanno incrementato i contatti nelle ultime settimane, proprio per capire fino a dove voglia spingersi Berlusconi.

IL VERTICE SUL QUIRINALE A VILLA GRANDE BY ELLEKAPPA

 

Quella che inizialmente sembrava una fantasticheria, e poi un capriccio, si è trasformata in una vera e propria campagna elettorale. E per quanto irrituale come autocandidatura, è una manifestazione di orgoglio che ha avuto l’effetto di far impantanare i piani di Draghi e di rendere molto più complicato il suo trasloco al Colle.

 

Berlusconi si è impuntato. Letta lo ha intuito prima di tanti altri e lo ha già spiegato al premier in altre occasioni. «Bisogna capire se fa sul serio, se vuole rimanere candidato fino alla fine». Fino cioè alle prime quattro votazioni.

 

meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

L’ex sottosegretario, che ha aiutato il tycoon di Arcore a districarsi nella palude romana negli anni del potere e della gloria a Palazzo Chigi, è tra i più scettici che possa riuscirci. A sentire l’entourage di Berlusconi, durante il vertice Letta non avrebbe detto nulla dell’incontro avvenuto in mattinata. Ma ha spinto a prendere tempo, con una frase che è, insieme, un invito al realismo e un tentativo di congelare la candidatura: «È giusto verificare i numeri, prima di andare avanti».

 

I sospetti, si diceva. L’ex premier è amareggiato, vuole capire cosa c’è dietro, visto che uno dei suoi uomini di maggiore fiducia, è andato a Palazzo Chigi, a parlare con il braccio destro del suo principale avversario nella partita del Quirinale, senza avvertirlo e prima del vertice che poche ore dopo lo avrebbe incoronato candidato del centrodestra.

 

gianni letta foto di bacco (4)

Anche il coordinatore Antonio Tajani e la senatrice Licia Ronzulli non sono sereni. Si soffermano ad analizzare il tempismo scelto da Letta e le sue mosse nelle ultime 72 ore. Mai, dicono, negli ultimi anni era stato così tanto loquace in così poche ore. Alla camera ardente di David Sassoli, l’altro ieri, e poi di nuovo a margine del funerale, Letta ha lanciato un invito a guardare oltre le bandiere, «all’interesse generale e al bene comune». Nessuna parola spesa a favore di Berlusconi, né un segnale indirizzato verso una miracolosa convergenza in Parlamento.

 

licia ronzulli antonio tajani

In questo groviglio di dubbi, Letta si attira anche un sospetto ulteriore. Gli uomini di Berlusconi si chiedono cosa stia tramando. Se Draghi stia semplicemente giocando di sponda con l’uomo delle trattative segrete di FI, o se Letta stia addirittura accarezzando la possibilità che, nel rimpallo dei veti, possa finirci lui, a quasi 87 anni, al Quirinale.

 

House of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarella

È una voce che corre tra i partiti, frutto anche delle frequentissime chiacchierate che ama avere con i leader o i loro ambasciatori di fiducia. Per esempio, con Luigi Di Maio e con Giuseppe Conte nel M5S, con Giancarlo Giorgetti nella Lega. Chiede, si informa, vuole capire chi controlla chi, quanti voti sono a rischio, quali candidature alternative – Marta Cartabia, Letizia Moratti, Pierferdinando Casini, Giuliano Amato – possono reggere. Per Draghi è una risorsa preziosa, per le sue capacità di relazioni e perché può rappresentare il primo pontiere a cui affidare le rassicurazioni da trasmettere ai partiti. Una su tutte, quella che vogliono sentirsi ripetere ogni giorno i parlamentari, e da cui dipende l’elezione del premier a futuro presidente della Repubblica: un governo si troverà, e la legislatura non terminerà prima.

 

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…