terre rare unione europea ue

UE AUTARCHICA – L’UNIONE EUROPEA PROVA A SGANCIARSI DALLA CINA (E DAGLI STATI UNITI) SU TERRE RARE E TECNOLOGIE STRATEGICHE: IL PIANO DELLA COMMISSIONE PREVEDE DI INCREMENTARE LA PRODUZIONE E LA LAVORAZIONE DI MATERIE PRIME CRITICHE, PER RIDURRE LA DIPENDENZA DA PECHINO, CHE HA UN MONOPOLIO DI FATTO DEI MINERALI, CRUCIALI PER L’INDUSTRIA TECNOLOGICA…

terre rare e materie prime – i dati per la transizione energetica – la stampa

1. MATERIE PRIME E TECNOLOGIE STRATEGICHE L'UE PUNTA ALLA TRANSIZIONE FATTA IN CASA

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

Da un lato ci sono gli Stati Uniti che offrono maxi-sussidi alle loro imprese per sostenere la transizione ecologica. Dall'altro la Cina che sfrutta la dipendenza europea dalle sue materie prime e dai suoi pannelli solari. Per l'industria europea non è facile farsi strada […], per questo l'Ue ha aggiunto altri due tasselli alla sua strategia comune per non restare indietro. […]

 

xi jinping ursula von der leyen summit ue cina

Dopo aver lanciato una riforma del mercato elettrico (meno ambiziosa del previsto), la Commissione europea ha messo sul tavolo altri due provvedimenti che ora dovranno passare al vaglio dei governi e del Parlamento Ue: un piano per spingere l'industria a emissioni zero […] e un provvedimento per incrementare la produzione e la lavorazione di materie prime critiche.

gentiloni breton

 

Una mossa, questa, che punta a ridurre la dipendenza dalla Cina, tanto che fissa un limite chiaro: entro il 2030, la dipendenza di ciascuna materia prima strategica da un singolo Paese, in tutte le fasi della trasformazione, non potrà superare il 65% del consumo Ue.

 

L'Europa punta invece ad aumentare la propria attività estrattiva per coprire almeno il 10% del proprio fabbisogno, ma anche quella per la lavorazione delle materie prime (l'obiettivo è del 40%) e per il riciclo (almeno il 15% entro il 2030).

 

joe biden ursula von der leyen 1

Per spingere lo sviluppo dell'industria europea e al tempo stesso favorire la transizione ecologica, la Commissione ha individuato otto tecnologie «strategiche» che daranno un contributo fondamentale alla decarbonizzazione: solare fotovoltaico e solare termico; eolico onshore e rinnovabili offshore; batterie e accumulatori; pompe di calore ed energia geotermica; elettrolizzatori e celle a combustione; biogas/biometano; stoccaggio e cattura del carbonio; tecnologie di rete. […] Nell'elenco non figura il nucleare, ma il commissario all'Industria Thierry Breton ha voluto precisare che «il nucleare fa parte del nostro piano», visto che la proposta prevede «sostegni alle tecnologie avanzate per produrre energia da processi nucleari con minimi scarti del ciclo combustibile, reattori modulari di piccole dimensioni».

 

terre rare

Per raggiungere l'obiettivo del 40%, il piano prevede di ridurre gli oneri amministrativi e di semplificare la concessione dei permessi, anche attraverso l'istituzione di un'autorità unica nazionale, che dovrà consentire di effettuare tutte le procedure online in 9-12 mesi. Sul fronte dei finanziamenti, non ci sono nuove risorse a livello Ue. Sullo sfondo resta l'impegno a istituire, nel medio periodo, un Fondo sovrano, anche se ancora non è chiaro come sarà finanziato.

 

Tra le altre misure previste, Bruxelles vuole accelerare la cattura di CO2, arrivando almeno a 50 milioni di tonnellate l'anno entro il 2030 e imporre alle autorità pubbliche di considerare i criteri di sostenibilità per le tecnologie a impatto zero negli appalti. Per sostenere la diffusione dell'idrogeno rinnovabile, verrà creata una Banca europea dell'idrogeno. […]

TERRE RARE E MATERIE PRIME DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

 

2. MATERIE PRIME, IL PIANO UE “IMPORT NON OLTRE IL 65% DA UN PAESE ESTERNO”

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

L’Europa lancia la sfida alla Cina. Stop alla dipendenza da Pechino su terre rare e materie prime. Ossia a quei minerali fondamentali per la produzione dei principali beni tecnologici (come le batterie) e di quelli indispensabili per la transizione ecologica (i pannelli solari). Di fatto per tutti i prodotti che hanno a che fare con l’elettrificazione dell’economia.

xi jinping charles michel ursula von der leyen

 

La Commissione Ue ieri ha presentato un regolamento, il “Raw Materials Act”, che fissa limiti all’importazione di queste materie e impone ai 27 di incrementarne l’estrazione nei rispettivi territori. Ma di quali “terre” si parla? In particolare di boro, cobalto, rame, gallio, litio, magnesio, nichel manganese, silicio, titanio e tungsteno. Secondo l’esecutivo europeo, allora, entro il 2030 il 10% delle materie critiche consumate nel Vecchio Continente in un anno dovrà essere estratto in Europa.

 

Così come dovrà avvenire all’interno dei confini dei 27 il 40% della lavorazione e il 15% del riciclo. E, infine, non oltre il 65% delle materie prime critiche potrà arrivare da un singolo Paese terzo. Una misura costruita su misura per limitare la capacità di ricatto della Cina.

 

ursula von der leyen joe biden

Del resto la richiesta a livello globale di questi “ingredienti” sta salendo di anno in anno. E al momento il “Dragone” detiene oltre il 90% delle materie critiche, mentre gli Usa finanziano con fondi pubblici - con 370 miliardi di euro dell’Ira, provvedimento contro l’inflazione - i settori green e clean tech. Altro esempio: il 63% del cobalto, utilizzato nelle batterie, viene estratto Congo e il 60%, raffinato ancora in Cina.

 

La Commissione scommette dunque sulla creazione di catene di approvvigionamento sicure e resilienti e sulla costituzione di una sorta di “club interno” per dar vita a una economia di scala e acquisti comuni. L’idea è di implementare la collaborazione con partner extra-Ue produttori di terre rare: dal Messico alla Gran Bretagna, dalla Nuova Zelanda al Cile, dall’Australia all’Indonesia. […]

Terre rare Ucrainaestrazione terre rare sulla luna 5il rendering del futuro ecoparco industriale della lkab

Ultimi Dagoreport

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…