BERLUSCONI CHI? - IL SEGNALE DELLA FINE DELL’ERA DEL BANANA? IL COMUNE DI ROMA RIPRISTINA LA FERMATA DELL’AUTOBUS DI VIA DEL PLEBISCITO, DAVANTI ALL’INGRESSO DI PALAZZO GRAZIOLI - GLI UTENTI ATAC ERANO STATI SACRIFICATI PER LA SICUREZZA DELL’EX PREMIER - I ROMANI NON GLI AVEVANO MAI PERDONATO QUEI 200 METRI IN PIÙ A PIEDI, E IL PD, IN MANCANZA DI VERE IDEE, NE AVEVA FATTO UNA BATTAGLIA DI VITA O DI MORTE…

1- RIPRISTINATA LA FERMATA DI VIA DEL PLEBISCITO
Rinaldo Frignani per "Corriere della Sera - Roma"

Contro la sua soppressione, il 26 dicembre di tre anni fa, si erano mobilitati un po' tutti. A cominciare dai residenti del centro e da chi, ogni giorno, doveva recarsi in autobus dalle parti di piazza Venezia e corso Vittorio Emanuele. Ci fu anche chi minacciò un ripristino coatto con un assalto a sorpresa e chi, all'indomani delle dimissioni dell'allora premier Silvio Berlusconi, raccolse firme in più di un'occasione per far rimettere la storica palina.

Mercoledì la svolta: la Prefettura ha disposto che la fermata dell'Atac di via del Plebiscito, di fronte a Palazzo Grazioli, torni al suo posto. Dal canto suo l'assessore alla Mobilità di Roma Capitale Antonello Aurigemma ha annunciato che «la fermata degli autobus di via del Plebiscito torna operativa dalle ore 11 di giovedì».

Al termine di una riunione con i vertici delle forze dell'ordine, e ascoltati i loro pareri, il prefetto Giuseppe Pecoraro ha emanato una disposizione per il ripristino visto che, secondo i tecnici, sono venuti meno i rischi per la sicurezza e per l'ordine pubblico che avevano portato alla decisione di togliere la palina, anche dopo alcune manifestazioni non autorizzate (anche con lanci di letame) di fronte al portone della residenza romana dell'ex premier.

Ad anticipare la decisione, il 19 aprile scorso, è stata l'interrogazione parlamentare presentata dai senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta al ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri a nome di molti romani e dell'Associazione utenti del trasporto pubblico, «privati di ben 18 linee pubbliche. Questa soppressione - dissero allora - costringe i romani e non, da oltre due anni, a scendere quasi a metà di via del Corso o all'inizio dei Fori Imperiali per raggiungere a piedi la loro destinazione».

Saranno ora il Comune e l'Atac, sei mesi dopo le dimissioni di Berlusconi, a stabilire i tempi e i modi per ricollocare la fermata dell'autobus nello stesso punto di prima, a metà strada fra Palazzo Napoleone e Palazzo Grazioli. Ci sono quindi buone speranze di rivedere i bus delle linee 30, 62, 63, 64, 70, 81, 87, 130, 186, 492, 571, 628, 810, n5, n6, n7, n15 e n20 di nuovo in via del Plebiscito. In loro difesa erano state raccolte 10 mila firme, consegnate al prefetto nel febbraio 2010 e si mobilitarono anche i commercianti. Ci fu anche chi partecipò a sit-in per il ripristino della fermata.

Nella loro interrogazione i due politici del Pd avevano anche ricordato come fossero passati 830 giorni «da quando, senza alcun preavviso e con un vero e proprio blitz notturno», la fermata venne soppressa e che erano passati circa cinque dalle dimissioni di Berlusconi da presidente del Consiglio.


2- BERSANI ALL'INDOMANI DELLE ELEZIONI TWITTO' SULLA FERMATA

Dall'articolo di Liborio Conca per "Repubblica.it" - (...) Persino il segretario del Pd Pierluigi Bersani, all'indomani delle dimissioni di Berlusconi da presidente del Consiglio nel novembre scorso, arrivò a twittare: "E adesso rimettete la fermata dell'autobus a via del Plebiscito". Erano passati solo pochi minuti dalla salita di Berlusconi al Quirinale, e già si guardava oltre. Sembra che per la fermata di via del Plebiscito quell'oltre sia proprio arrivato.

 

Silvio BerlusconiVIA DEL PLEBISCITO RIPRISTINATA FERMATA DAVANTI PALAZZO GRAZIOLI jpegVIA DEL PLEBISCITO RIPRISTINATA FERMATA DAVANTI PALAZZO GRAZIOLI jpegVIA DEL PLEBISCITO RIPRISTINATA FERMATA DAVANTI PALAZZO GRAZIOLI jpegVIA DEL PLEBISCITO FERMATA DAVANTI PALAZZO GRAZIOLI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...