UN'ALTRA “VENDETTA” CONTRO LE TOGHE È SERVITA – I CAPIGRUPPO DI MAGGIORANZA HANNO TIRATO FUORI DAL CASSETTO LA RIFORMA DELLE INTERCETTAZIONI: LA DISCUSSIONE RICOMINCIA IN COMMISSIONE GIUSTIZIA E DOVRÀ ESSERE COMPLETATA ENTRO LA FINE DI FEBBRAIO – PER I MAGISTRATI, LE NUOVE NORME SONO INACCETTABILI: I 45 GIORNI AL MASSIMO DI INTERCETTAZIONI, SALVO I REATI DI MAFIA E TERRORISMO, “RIDURRANNO LA TUTELA DEI DIRITTI DELLA PERSONA”. MA IL CENTRODESTRA HA DECISO: SI VA AVANTI (SOPRATTUTTO ORA CHE LA GUERRA CON LE TOGHE È AL SUO APICE, DOPO L’INDAGINE SU MELONI PER IL CASO ALMASRI)
Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per "la Stampa"
Il destra-centro non si è dimenticato della riforma delle intercettazioni, approvata al Senato nel novembre scorso. Si ricomincia di slancio alla Camera. I capigruppo della maggioranza hanno deciso che la riforma s'ha da completare entro la fine di questo mese. Nella commissione Giustizia soltanto per un sovrapporsi di casualità non comincia oggi l'esame degli emendamenti, ma il rinvio è di pochissimi giorni.
Data la determinazione della maggioranza è sicuro che a breve la riforma sarà legge. E a quel punto cominceranno i dolori, perché la riforma è draconiana. Come regola generale si concedono ai magistrati 45 giorni al massimo di intercettazione salvo i reati di mafia e terrorismo. Unico caso di proroga per intercettare oltre il mese e mezzo, «qualora emergano elementi specifici e concreti» che dovranno comunque «essere oggetto di espressa motivazione».
Erano i primi giorni del novembre scorso quando il Senato ha approvato il ddl che porta la firma di Pierantonio Zanettin, Forza Italia. L'associazione nazionale magistrati quel giorno suonò quasi le campane a morte. «Migliaia di inchieste saranno a rischio. Parliamo di uno strumento fondamentale nella lotta al crimine che va salvaguardato e non limitato», commentò l'allora vicepresidente dell'Anm, Alessandra Maddalena […].
«La stretta sulle intercettazioni determina un rischio concreto di ridurre la tutela dei diritti della persona», disse la giudice. Intendeva dire che la giustizia girerà a vuoto senza poter ricorrere com'è oggi alle intercettazioni e che a quel punto le vittime dei reati non saranno più tutelate.
[…] Da parte della maggioranza (al Senato c'era anche il supporto di Italia viva, chissà come andrà alla Camera), però, non ci sono tentennamenti. Tanto più con l'ira contro le toghe di questi giorni. E addio anche all'appello di quattro parlamentari del destra-centro ad esentare dalla tagliola i reati contro le donne. […]
intercettazioni guardia di finanza
Invece no, su tutto prevalgono le considerazioni politiche. Dice Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione Giustizia, di Forza Italia: «È ora di concludere con questa riforma». Molto meno convinto dall'opposizione è Federico Gianassi, Pd, che ritiene, come pure dissero i suoi colleghi al Senato, che «il limite dei 45 giorni è troppo stretto per alcuni reati complessi e ci vuole più elasticità».
Quanto più i magistrati protestano, tanto più la maggioranza ha voglia di fare presto.
Disse infatti, sarcastico, il senatore Zanettin il giorno dell'approvazione del suo ddl: «Questo testo è stato pesantemente criticato in particolare dal dottor Di Matteo, secondo il quale le indagini di mafia diventeranno più difficoltose. Secondo Di Matteo ogni reato sostanzialmente è mafia, perché perseguendo quel reato si può individuare un mafioso. È la teoria dei cosiddetti reati-spia. Perseguendo il responsabile di un semplice divieto di sosta, in effetti, si può incappare in un pericoloso mafioso».
ALFREDO MANTOVANO. - GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - MATTEO PIANTEDOSI - FOTO LAPRESSE
E aggiunse: «Sono rimasto assai sorpreso anche dall'intervista rilasciata dal procuratore di Genova, secondo il quale l'inchiesta sul presidente Toti non si sarebbe potuta concludere se fossero state in vigore le norme che oggi proponiamo. Vogliamo fare un bilancio di questa inchiesta? Tre anni di intercettazioni e cosa hanno portato? A 1.500 ore di lavori socialmente utili. Un risultato di cui una procura deve andare particolarmente orgogliosa…».
giorgia meloni carlo nordiocarlo nordio - giorgia meloni - matteo piantedosi - composizione fotografica del fatto quotidianointercettazioni Giuseppe Amato procuratore generale di Roma