merkel schaeuble

UN’ATOMICA PER MERKEL - SCHÄUBLE EVOCA PER LA PRIMA VOLTA LA POSSIBILITÀ DI DIMETTERSI - UNA MOSSA CHE IPOTECA L’IMMINENTE TRATTATIVA CHE MERKEL DOVRÀ CONDURRE CON I PARTNER EUROPEI, IL FMI, LA BCE E LA GRECIA PER IL PIANO ELLENICO DA 86 MILIARDI DI EURO

Tonia Mastrobuoni per La Stampa

schaeuble kohl merkelschaeuble kohl merkel

 

Nessun gioco delle parti, «non è il mio modo di fare, né quello della cancelliera». Wolfgang Schäuble ha scelto il settimanale tedesco più importante, «Spiegel», per mandare un messaggio molto chiaro ad Angela Merkel, ai partner di coalizione socialdemocratici, alla Commissione europea, forse anche a Mario Draghi.

 

schauble MERKELschauble MERKEL

Nessuno dia per scontato che il ministro simbolo dell’austerità e sostenitore di una temporanea uscita della Grecia dell’euro, uscito sconfitto dall’ultimo vertice europeo, si dia per vinto. Schäuble ha evocato per la prima volta la possibilità di dimettersi. Una mossa furba, che ipoteca l’imminente trattativa che Merkel dovrà condurre con i partner europei, il Fmi, la Bce e la Grecia per il piano ellenico da 86 miliardi di euro.  

schaeuble dopo l attentatoschaeuble dopo l attentato

 

Il punto più rilevante dell’intervista comincia con un passaggio per palati raffinati: Schäuble ricorda le elezioni europee del 1999, quando lui era leader della Cdu e Merkel «il mio segretario generale». Sui cartelli elettorali comparvero insieme, lo slogan fu «Non sempre della stessa opinione, ma sempre sulla strada giusta».

 

merkel schaeublemerkel schaeuble

Il loro rapporto è rimasto «così fino ad oggi», sottolinea Schäuble. Ma un anno dopo, lo scandalo dei fondi neri bruciò il pupillo di Kohl; poco dopo Schäuble subì il sorpasso di Merkel che gli soffiò il partito, poi il cancellierato. E fu sempre lei a mettersi di traverso sulla sua candidatura a Presidente della Repubblica. Salvo poi ripescarlo come ministro.  

 

Alla domanda se questa dialettica non è un problema, per la cancelliera e il suo ministro più importante, nel momento in cui si negozia su un dossier pesante come la Grecia, Schäuble replica che nella ricerca delle soluzioni «ogni politico ha la responsabilità nei confronti del ruolo che ricopre. Nessuno può essere obbligato. Se qualcuno provasse a farlo, potrei andare dal Presidente della Repubblica e chiedere di dimettermi». Quando il cronista incalza: «Ci sta pensando?» Schäuble risponde «no, come le viene in mente?». 

 

Wolfgang SchaubleWolfgang Schauble

L’interpretazione è semplice, sostengono i suoi. Schäuble non lascia: muove un passo in quella direzione. Forte di una posizione limpida, precipitata nel comunicato dell’ultimo Eurogruppo dove si parla di Grexit, forte di una fetta crescente del partito che è con lui, come dimostrano i 65 ribelli (60 contrari e 5 astenuti) del voto al Bundestag, ma confortato anche da una popolarità in crescita in Germania, Schäuble resta, ma non incondizionatamente.  

 

Il negoziato con la Grecia non sarà semplice; non è ancora sicuro se basteranno gli 86 miliardi previsti, è in corso una discussione su come alleggerire il debito, ci sono dubbi sul ruolo del Fmi e sulla volontà e la capacità dei greci di implementare le riforme.

 

 schaeuble   dopo l attentato schaeuble dopo l attentato

Inoltre, il ministro non ha gradito la fronda nella Spd contro la sua ipotesi di Grexit, né la posizione di Juncker, giudicata troppo accondiscendente con Atene, né ha digerito le discussioni con Draghi all’ultimo Eurogruppo sul rischio contagio. Se alla fine del negoziato l’accordo sarà incompatibile con le sue posizioni, le dimissioni potrebbero diventare reali. Un’atomica per Merkel. 

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…