selinunte

UNA REGIONE IN CROCE(TTA)! SEMBRA UNO SCHERZO MA NON LO È: UN’AZIENDA TENTA INVANO PER UN ANNO DI REGALARE 50MILA EURO AL SITO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE, ALLA FINE SI ARRENDE. MANCA UN REGOLAMENTO CHE RENDA POSSIBILE IL BONIFICO!

1 - «MANCA IL REGOLAMENTO». E LA REGIONE BLOCCA LO SPONSOR A SELINUNTE.

Sergio Rizzo per “Il Corriere della Sera”

Rosario Crocetta Rosario Crocetta

 

L’ aveva detto due anni fa, il siciliano Vito Varvaro, che nell’isola «la più grande carenza è il management». Il presidente della Cantine Settesoli, uno dei più grandi produttori vinicoli d’Italia, si riferiva in un’intervista ai manager in grado di gestire le aziende private, che in Sicilia a suo dire scarseggiano. Varvaro è l’ex amministratore delegato per l’Italia della multinazionale americana Procter & Gamble, siede nel consiglio della Piaggio ed è stato consigliere di Tod’s, Bulgari, Marcolin e Bialetti.

 

crocetta e le trans crocetta e le trans

Dunque ne ha viste di tutti i colori, ma di sicuro non gli era mai capitato di non riuscire a versare dei soldi allo Stato, perché lo Stato a cui li offre non li vuole. Il che gli ha consentito anche di verificare come il problema del management privato in Sicilia sia niente, purtroppo, rispetto a quello di certa burocrazia pubblica.

 

Da quindici mesi Varvaro cerca inutilmente di sponsorizzare l’area archeologica di Selinunte, e ora siamo al punto in cui la spugna vola sul ring. La metafora pugilistica calza perfettamente al caso, perché altro non è stata che una lunga e inconcludente colluttazione nella quale non sono mancati risvolti kafkiani. L’ultimo: non sapendo come liberarsi dell’ostinato sponsor e dei suoi soldi, la Regione Siciliana ha sentenziato che non si può accettare una sponsorizzazione in mancanza di un regolamento regionale sulle sponsorizzazioni che sarà cura della Regione emanare.

SELINUNTESELINUNTE

 

Quando, non è dato sapere. E dire che Selinunte di soldi ne avrebbe bisogno eccome, forse anche più di altri beni culturali siciliani. Non fosse altro perché quel sito archeologico che aspira a essere inserito fra i patrimoni dell’umanità, e negli anni passati non ha certo subito un trattamento coerente con tale ambizione, anche accerchiato com’è da un micidiale abusivismo, è rimasto escluso dal piano finanziario regionale d’intervento riservato ai luoghi che hanno il bollino Unesco o sono in attesa di riceverlo. Ma tant’è. La burocrazia prevale anche sul buonsenso.

 

SELINUNTE SELINUNTE

È l’estate del 2014 quando tutto comincia. Il fatturato della Cantina Settesolisupera di slancio i 50 milioni, incassati in gran parte grazie alle esportazioni in 40 Paesi, fra cui la Cina. E se un’azienda cooperativa della quale sono soci i tre quarti degli abitanti di Menfi decide di dare un contributo alla cultura è ovvio che possa pensare a Selinunte.

 

Da quel centro di 13 mila abitanti in provincia di Agrigento, l’area archeologica dista appena una ventina di chilometri, ed è una delle testimonianze storiche più importanti del Mediterraneo. Ecco allora l’idea:Settesoli verserà direttamente 50 mila euro al Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, da investire nei restauri, e quindi si proporrà come capofila per un’operazione di fund raising con l’obiettivo di raccogliere da altri soggetti privati almeno mezzo milione di euro.

 

SELINUNTE   SELINUNTE

C’è anche, come del resto non è anormale in una sponsorizzazione, un certo tornaconto aziendale. Ma non è questo che crea turbamento. Il direttore del Parco, Leto Barone, si dice d’accordo: il comitato tecnico scientifico dell’Ente esamina la proposta e la approva. Il sindaco di Castelvetrano, Felice Junior Errante, pure. E nemmeno l’assessorato regionale competente, quello ai Beni culturali e all’Identità siciliana guidato da Antonio Purpura, solleva particolari obiezioni.

 

Da agosto 2014, quando è partito il progetto, siamo adesso a febbraio 2015 e il dossier è sul tavolo del dirigente del servizio promozione, Enrico Carapezza, per il via libera definitivo. Lì staziona un mesetto, finché viene recapitato alla Settesoli dalla Regione la comunicazione che la pratica si è bloccata. Causa, un avvicendamento al vertice della burocrazia dell’assessorato. Sembra una cosa da niente.

 

SELINUNTE  SELINUNTE

C’è solo un nuovo direttore generale, che si chiama Gaetano Pennino. Ma solleva un problema: dice che si deve fare una procedura a evidenza pubblica. Sarà cura del medesimo assessorato predisporre il relativo bando di gara sulla base degli interventi finanziabili individuati dal Parco. In alternativa, la Settesolipuò ricorrere a una possibilità gentilmente concessa dalla normativa nazionale sulle sponsorizzazioni, ovvero il versamento di una somma «sottosoglia» per accedere a una procedura semplificata. Quant’è la soglia? Quarantamila euro.

 

I mesi passano e del bando di gara neppure l’ombra. Allora Varvaro ingaggia uno studio legale specializzato nella materia e visto che sul fronte regionale non si muove nulla decide comunque di tirare intanto fuori quei quarantamila euro. Si prepara così una nuova offerta di puro finanziamento: ma intanto è scoppiata l’estate e si sa, con il caldo tutto viaggia ancor più a rilento.

 

A cominciare dalle carte. Finalmente si arriva all’8 settembre, giorno in cui i dirigenti dell’assessorato e i vertici dell’azienda si incontrano per mettere la parola fine a questa incredibile vicenda. Parola fine che sarà pronunciata tassativamente entro 15 giorni, garantiscono gli emissari della Regione non prima di essersi complimentati perché per la prima volta si fa avanti uno sponsor privato. Passano due settimane e non accade nulla. Ne passano tre, idem.

SELINUNTE    SELINUNTE

 

Trascorso un mese, la Settesoli scrive con una certa irritazione all’assessorato avvertendo che in mancanza di una risposta «si vedrà costretta a prendere atto di una inspiegabile inerzia amministrativa traendone le dovute conseguenze fino all’abbandono dell’iniziativa».

 

A quel punto, palesemente sollevata, la Regione risponde qualche giorno dopo precisando che manca un regolamento regionale per le sponsorizzazioni: grazie tante, ma in assenza di quello non se ne fa nulla. Non basta un codice dei contratti pubblici, non basta un codice dei Beni culturali, non basta il regolamento nazionale sulle sponsorizzazioni messo a punto dal ministero. Ce ne vuole anche uno siciliano. Senza considerare che tutta questa giostra durata oltre un anno non sarà già costata anche più di quei benedetti quarantamila euro.

 

2 - CULTURA, BONACCORSI (PD): "IMBARAZZANTE REGIONE SICILIA SU SPONSOR SELINUNTE"

LORENZA BONACCORSI LORENZA BONACCORSI

(ilVelino/AGV NEWS) - "E' imbarazzante la risposta che la Regione Sicilia, dopo oltre un anno di attese e rimpalli burocratici, ha dato a una grande azienda che voleva contribuire, con una sponsorizzazione, alla tutela di un sito archeologico di rilevanza mondiale come Selinunte. Siamo di fronte all'ennesima stortura dell'autonomia usata male, mentre il Governo nazionale, con l'Art Bonus introdotto dal ministro Dario Franceschini, ha permesso di raccogliere in tutta Italia 34 milioni di euro di erogazioni liberali dei privati".

 

E' quanto dichiara la responsabile Cultura della segreteria nazionale Pd e deputata componente della commissione Cultura, Lorenza Bonaccorsi. "La vicenda raccontata dal 'Corriere della Sera' - spiega Bonaccorsi -, che ha visto l'azienda Settesoli 'vittima' della burocrazia siciliana, lascia interdetti e fa vergognare.

 

Un privato tenta inutilmente da oltre un anno di contribuire, anche con la ricerca di altri mecenati, alla tutela di un patrimonio archeologico e culturale inestimabile, che avrebbe grande bisogno di fondi per restauri e manutenzione, ma viene respinto perche' la Regione non si e' ancora dotata di un regolamento che le permetta di accettare quei soldi. Sembra un paradosso pirandelliano e invece e' una amara realta'.

lorenza bonaccorsilorenza bonaccorsi

 

Si parla di una cifra importante, mezzo milione di euro. Intanto il governo, con l'Art Bonus, ha raccolto in poco piu' di un anno contributi da 790 mecenati, per un totale di 34 milioni di euro. La Regione Sicilia non avrebbe potuto semplicemente recepire quanto previsto dal Governo nazionale? Ecco l'ennesimo caso in cui l'autonomia, peraltro molto costosa, invece di semplificare complica ancora di piu' le cose".

Ultimi Dagoreport

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...

massimiliano filippo romeo matteo salvini luca zaia

DAGOREPORT – AL CONGRESSO DELLA LEGA DEL 6 APRILE, SALVINI SARÀ RIELETTO SEGRETARIO PER LA TRAGICA ASSENZA DI SFIDANTI. L’UNICO CHE AVREBBE POTUTO IMPENSIERIRLO SAREBBE STATO IL COORDINATORE DEL CARROCCIO IN LOMBARDIA, L'EX FEDELISSIMO MASSIMILIANO ROMEO: MA IL COINVOLGIMENTO DEL FRATELLO, FILIPPO DETTO ''CHAMPAGNE'', NELLO SCANDALO LACERENZA-GINTONERIA NE HA AZZOPPATO LE VELLEITÀ – MA SUL TRIONFO DI SALVINI GRAVA UNA NUBE: CHE FARÀ IL “DOGE” ZAIA? SI PRESENTERÀ O RIMARRÀ A SCIABOLARE AL VINITALY DI VERONA?

stephen schwarzman jonathan grey giorgia meloni giancarlo giorgetti blackstone

DAGOREPORT: CHI TOCCA I FONDI, MUORE... – CHE HANNO COMBINATO DI BELLO IN ITALIA I BOSS DI BLACKSTONE, LA PIU' POTENTE SOCIETA' FINANZIARIA DEL MONDO? SE IL PRESIDENTE SCHWARZMAN ERA A CACCIA DI VILLONI IN TOSCANA, JONATHAN GRAY, DOPO UNA VISITA A PALAZZO CHIGI (CAPUTI) CON SALUTO VELOCE A MELONI, HA AVUTO UN LUNGO COLLOQUIO CON GIORGETTI SULLO STATO DEGLI INVESTIMENTI IN ITALIA (TRA CUI ASPI, DOVE I DIVIDENDI SONO STATI DECURTATI) – MENTRE IL FONDO USA KKR POTREBBE VALUTARE UN'USCITA ANTICIPATA DALLA RETE EX TIM (3 ANNI ANZICHE' 5)PESSIMI RUMORS ARRIVANO ANCHE DAL FONDO AUSTRALIANO MACQUARIE, PRESENTE IN ASPI E OPEN FIBER: MEGLIO DISINVESTIRE QUANDO I DIVENDENDI NON SONO PIU' CONVENIENTI....