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IL CARROCCIO NON RUSSA! L'INCHIESTA CHE METTE NEI GUAI ALCUNI LEGHISTI VENETI CHE AVREBBERO SOGGIORNATO IN HOTEL A 5 STELLE A SPESE DI MOSCA PER SOSTENERE L'ANNESSIONE DELLA CRIMEA – I LOBBISTI RUSSI ERANO PRONTI A PAGARE I POLITICI PER CAMBIARE LA NARRAZIONE OCCIDENTALE SULL’INVASIONE DELLA CRIMEA – VALDEGAMBERI, CONSIGLIERE REGIONALE VENETO, DICE DI NON AVER PRESO UN SOLDO MA NELLA SUA REGIONE...
Estratto dell’articolo di Enrico Ferro per “la Repubblica”
Cambiare la narrazione sulla Russia e sull’invasione della Crimea stringendo accordi, organizzando convegni, intrecciando relazioni economiche. Il tutto grazie a esponenti politici entrati anima e corpo in uno schema che aveva come unico scopo quello di conferire alle politiche di Putin il diritto di cittadinanza nella Ue. Pezzi della Lega hanno portato avanti per anni questa opera fluidificatrice, sfruttando anche la credibilità e la solidità delle regioni in cui esercitano la loro azione politica.
L’attività del consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, tesserato Lega, è certamente paradigmatica per comprendere quanto il partito di via Bellerio si sia speso per oliare i rapporti tra Italia e Russia. Una dinamica caldeggiata dal Cremlino che, anche in questo modo, avrebbe poi preparato il terreno per l’invasione dell’Ucraina. Adesso c’è anche un’inchiesta giornalistica internazionale, realizzata tra gli altri da IrpiMedia.
Grazie a migliaia di e-mail sotratte dagli hacker ucraini al parlamentare russo Sargis Mirzakhanian, responsabile della “International Agency for Current Policy” negli anni successivi all’invasione della Crimea nel 2014, sono emersi i rapporti e le loro dinamiche. Valdegamberi era uno snodo cruciale.
Le e-mail conterrebbero le prove di come i lobbisti russi intendessero pagare i politici: ci sono addirittura onorari e budget per piani di viaggio con soggiorni in resort a 5 stelle come il Mriya Resort and Spa, un mega hotel sulle rive del Mar Nero. Tuttavia, è bene specificarlo, nel malloppo raccolto non ci sono documenti finanziari o estratti conto bancari in grado di dimostrare che i pagamenti siano stati effettuati.
«Quante cazzate», sbotta Stefano Valdegamberi, ex assessore regionale del primo mandato di Luca Zaia e ora consigliere regionale. «Si evince chiaramente che le attività promosse erano di natura commerciale. Ma io non ho mai preso un soldo». Ma è Mirzakhanian stesso a descrivere questi pagamenti come il «prezzo del voto», in una email contenente le linee guida del progetto per l’Italia e l’Austria.
Riecco Valdegamberi in uno schema in cui gli viene attribuito l’incasso di 3 mila euro. «Probabilmente quei 3 mila euro sono i soldi che l’organizzazione del Forum di Nazarov ha speso per i viaggi e l’ospitalità della delegazione. Ma nessun compenso è stato dato», la replica del leghista. Della partita faceva parte anche il senatore veronese Paolo Tosato, anch’egli della Lega e anch’egli corteggiato affinché appoggiasse Mosca. Così fece, ma la sua risoluzione in Senato non venne recepita.
Uno dei primi grandi risultati ottenuti dal gruppo di Mirzakhanian è stato invece con il Consiglio regionale veneto. Grazie a Valdegamberi, il 18 maggio 2016 la delibera viene adottata a maggioranza. I primi in Europa. Nei mesi successivi, grazie alla spinta della Lega, Liguria e Lombardia hanno seguito l’esempio del Veneto e approvato le loro risoluzioni, riconoscendo la Crimea come parte della Russia.
Dopo il forum di Yalta del 2016, Valdegamberi è volato in Crimea alla ricerca di relazioni d’affari e ha portato con sé altri politici italiani: tre dal Veneto (Roberto Ciambetti e Luciano Sandonà della Lega, ma anche Marina Buffoni consigliera comunale di FdI a Padova), più uno ciascuno da Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Liguria. Al viaggio si è unita una delegazione di investitori italiani, tra cui alcuni imprenditori sempre dal Veneto. «Per Stefano Valdegamberi il risultato del viaggio non è stato puramente di pubbliche relazioni, ma di contatti promettenti per iniziative imprenditoriali, che pagano le sue campagne elettorali e sostengono la sua attività politica», ha scritto uno dei soci europei di Mirzakhanian in una e-mail. […]
Luciano Sandona, Roberto Ciambetti e Stefano Valdegamberi, in Crimea nel 2017