mussolini covatta moro bignardi

URNE FUNERARIE PER VIP E FIGLI D’ARTE - SOLO 364 VOTI PER ALESSANDRA MUSSOLINI: ANCORA MENO PER LA SORELLASTRA RACHELE - FLOP ANCHE PER LA PRIMOGENITA DI MORO, IL FIGLIO DI COSSIGA E PER LA NIPOTE DI RITA LEVI MONTALCINI - RIDE SOLO IL FIGLIO DI DARIA BIGNARDI: ELETTO CONSIGLIERE MUNICIPALE A MILANO

1. IL FIGLIO DI DARIA BIGNARDI CE LA FA: ELETTO CONSIGLIERE NEL MUNICIPIO 1

LUDOVICO MANZONI RENZILUDOVICO MANZONI RENZI

Da “milano.fanpage.it”

 

Se Beppe Sala non può ancora sorridere e dovrà aspettare il ballottaggio per avere eventualmente la meglio su Stefano Parisi, nel centrosinistra milanese c'è chi sorride già al primo turno. Si tratta di Ludovico Manzoni, il giovanissimo figlio di Daria Bignardi salito agli onori delle cronache – come aveva rivelato Paola Bacchiddu su Affaritaliani – per essersi candidato col centrosinistra per il Consiglio di municipio di quella che era la vecchia zona 1.

 

LUDOVICO MANZONILUDOVICO MANZONI

Al primo turno il candidato presidente sostenuto dalla coalizione di centrosinistra, Fabio Luigi Arrigoni, ha ottenuto il 45,2 per cento dei voti risultando il più eletto. Per effetto del diverso meccanismo elettorale in vigore nei municipi (dove il ballottaggio scatta se nessuno dei candidati riesce a raggiungere il 40 per cento dei voti più uno) Arrigoni è stato eletto al primo turno ottenendo il premio di maggioranza e portando in Consiglio diversi consiglieri schierati nelle liste a lui collegate.

LUDOVICO MANZONILUDOVICO MANZONI

 

Tra questi, forte delle sue 141 preferenze, anche Ludovico Manzoni, che su Facebook non trattiene la propria soddisfazione: "Sono felice di potere essere uno dei consiglieri eletti, è stata una battaglia difficile, in un contesto in cui purtroppo ci sono state anche sconfitte, ma siamo riusciti a farcela, Grazie a tutti voi!", ha scritto, invitando poi tutti a impiegare le proprie energie in vista del ballottaggio del prossimo 19 giugno.

 

 

2. DA COVATTA ALLE MUSSOLINI, QUANTI VIP BOCCIATI

Tiziana Paolocci per “il Giornale”

 

Il volto noto e il nome che «pesa» non ha più effetto sugli elettori. Soubrette, giornalisti e calciatori non hanno convinto gli italiani, che domenica si sono recati alle urne snobbando i vip. Non è un segreto per nessuno che la tentazione di «buttarsi» in politica, a fine carriera, è una calamita per molte facce conosciute, attratte dalla voglia di cavalcare ancora l' onda.

ALESSANDRA E RACHELE MUSSOLINIALESSANDRA E RACHELE MUSSOLINI

 

Simona Tagli, 52 anni, figura nell' esercito dei bocciati. Era scesa in campo a Milano con Fratelli d' Italia sostenendo Stefano Parisi e aveva scelto sui suoi manifesti un cruciverbone, tanto per rispolverare nella testa della gente perché era diventata famosa in tv. Ma il suo programma «Meno piste ciclabili e più sicurezza», basato sul dar spazio alle auto a discapito delle due ruote nella città della Madonnina, è bastato solo a farle ottenere 31 voti.
 

È andata peggio a Roberta Beta, ex gieffina, candidata nella lista Roma Popolare a sostegno di Alfio Marchini, che ha ottenuto solo due preferenze e forse non ha convinto nemmeno i suoi familiari. Flop anche per l' ex calciatore Daniele Massaro. L' attaccante, che con la Nazionale italiana ha ottenuto il titolo di campione del mondo nel 1982, schierato da Forza Italia a Milano, si è fermato a 384 voti.
 

In casa Lega Nord Matteo Salvini ha fatto incetta di voti (8mila) al contrario dello storico autista di Umberto Bossi Pino Babbini (74 voti) e del suo successore, Aurelio Locatelli (14), che è stato al servizio del fondatore della Lega Nord e ora di Salvini.
 

MARIA FIDA MOROMARIA FIDA MORO

A Roma Irene Pivetti si era candidata nella lista «Noi con Salvini» e ha ottenuto 323 preferenze. Con Forza Italia, invece, c' era Luigi Amicone, giornalista direttore di Tempi che si è piazzato sesto con 1.579 preferenze.
 

Solo in 362, invece, hanno scelto Alberto Veronesi, figlio dell' oncologo Umberto, che figurava nella lista «Beppe Sala sindaco» mentre Piero Maranghi, figlio del delfino di Enrico Cuccia, ha avuto 312 voti. Poco da ridere anche per il comico Giobbe Covatta, capolista dei Verdi a Roma: per lui 120 crocette.

 

GIOBBE COVATTAGIOBBE COVATTA

Pessimo risultato anche per Daniela Martani, ex hostess Alitalia ed ex concorrente del Grande Fratello, che nella capitale stava con i Verdi. Non bastano 364 voti invece ad Alessandra Mussolini, capolista di Forza Italia a sostegno di Alfio Marchini, ancora meno per la sorellastra Rachele. Non è andata bene nemmeno ai figli di papà.

 

Maria Fida Moro, primogenita dello statista Aldo, candidata con i «Democratici e popolari più Roma» per Giachetti è stata scelta da 44 elettori. Ha convinto poco anche Giacinta Ruspoli, 28 anni, avvocato, figlia di Sforza «Lillio» Ruspoli, schierata con la Meloni; Giuseppe Cossiga, figlio dell' ex capo dello Stato Francesco, candidato capolista a Roma per «Federazione Popolare per la libertà» sempre con la Meloni (24 preferenze).

 

Piera Levi Montalcini, nipote di Rita Levi Montalcini, tra le file del Partito democratico a Roma, ha ottenuto 220 preferenze. Nessun traguardo nemmeno per Alessia Filippi, campionessa azzurra di nuoto, capolista della civica di Roberto Giachetti, che ha portato a casa solo 57 preferenze.
 

COVATTA MUSSOLINI MOROCOVATTA MUSSOLINI MORO

Claudio Pizzarotti, papà del sindaco di Parma Federico, si è fermato a 33 preferenze in quel di Castellarano (Reggio Emilia). Ma il record in negativo l' ha ottenuto il diciottenne Aldo Maria Biscardi, nipote del celebre giornalista sportivo Aldo Biscardi, candidato a Roma con La Destra di Storace: ha preso un solo voto.

RACHELE MUSSOLINIRACHELE MUSSOLINILUDOVICO MANZONI 1LUDOVICO MANZONI 1

 

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…