ursula von der leyen - cdu

URSULA SI RICANDIDA, MA LA STRADA PER LA RIELEZIONE NON È SPIANATA – NEL 2019 FU EMMANUEL MACRON A BOICOTTARE LA PROCEDURA DELLO SPITZENKANDIDATEN E TIRARE FUORI DAL CILINDRO IL NOME DELLA SEMISCONOSCIUTA VON DER LEYEN, PER FAR FUORI MANFRED WEBER – ORA, IL RIALLINEAMENTO A DESTRA DI URSULA (QUASI A DISCONOSCERE IL GREEN DEAL) POTREBBE FARLE PERDERE SOSTEGNI TRA I SOCIALISTI – IL PPE SARÀ QUASI SICURAMENTE PRIMO PARTITO, MA DOPO IL VOTO DI GIUGNO SERVE IL VIA LIBERA DEL CONSIGLIO EUROPEO, CIOÈ DEGLI STATI, E POI DEL PARLAMENTO UE…

1. CAMALEONTE URSULA

Estratto dell’articolo di Uski Audino e Marco Bresolin per “la Stampa”

 

friedrich merz ursula von der leyen

Il Green Deal come marchio di fabbrica del suo primo mandato è ormai soltanto un ricordo. Per il suo bis alla guida della Commissione, Ursula von der Leyen ha deciso di cambiare la scaletta delle sue priorità: al primo posto c'è la Difesa, […] al secondo c'è la necessità di supportare la competitività delle imprese europee. Un programma obbligato visto che questa volta la sua candidatura non potrà essere "calata dall'alto" come cinque anni fa, estratta dal cilindro di Emmanuel Macron durante le trattative post-elettorali tra i leader.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI

Questa volta von der Leyen dovrà passare per una campagna elettorale sotto l'insegna del Partito popolare europeo e in particolare del suo partito, la tedesca Cdu. L'esito del percorso iniziato ieri, con l'ufficializzazione della candidatura come Spitzenkandidaten, è dunque tutt'altro che scontato perché per arrivare fino in fondo bisogna superare diverse tappe e dietro ognuna di esse si nascondono insidie. Su una cosa, però, è stata netta: nessuna collaborazione con i partiti dell'estrema destra.

 

L'arrivo sul palco della Konrad Adenauer Haus - sede federale della Cdu a Berlino - è stato accompagnato dagli applausi. Ma il calore è un'altra cosa. Sono applausi di circostanza quelli che gli tributa il suo partito. I cristiano-democratici tedeschi di Friedrich Merz hanno scelto di incoronare «all'unanimità» una personalità che non amano, ma che non ha rivali nel suo ruolo all'interno del partito tedesco.

 

LAGARDE - MERKEL - VON DER LEYEN

Von der Leyen può vantare buone relazioni internazionali e soprattutto […] ha ottimi rapporti con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Un asso da giocare di non poco rilievo in questo momento perché «la sicurezza sarà la cosa più importante in questi prossimi anni, insieme all'economia», dice il numero uno della Cdu, il partito che conta nel Ppe il gruppo più numeroso di delegati.

 

Il mandato politico […] è che «la futura Commissione deve fare in modo che l'Europa resti competitiva al livello mondiale», dichiara Merz. In modo che l'industria tedesca non perda (ancora) quote di mercato - è il sottotesto. In passato dalle file della Cdu e in particolare della Csu (l'omologo partito bavarese) sono arrivate critiche più o meno velate al Green Deal di Bruxelles.

Manfred Weber e Ursula von der leyen

 

Perfino ieri un esponente della Csu ha rilasciato una dichiarazione dove ricordava che «von der Leyen ha riconosciuto troppo tardi che non si protegge l'ambiente con la burocrazia». Per questo il programma presentato ieri a Berlino è studiato per suonare come musica alle orecchie del partito che ha scelto di sostenerla.

 

Il discorso di von der Leyen ruota intorno a tre pilastri: il primo è «migliorare la capacità difensiva dell'Europa ampliando l'industria della difesa», con la nomina di un commissario ad hoc. In secondo luogo si punta ad abbattere la burocrazia, […]. Infine cambia l'asse prospettico sul Green Deal: restano gli obiettivi ambientali, ma andranno portati avanti «insieme con l'industria». La strada per il bis alla Commissione, però, è soltanto all'inizio.

 

ursula von der leyen cdu

Il 6 marzo von der Leyen sarà incoronata ufficialmente come candidato di punta del Ppe al congresso di Bucarest, anche se in realtà lei ha deciso di non correre per un seggio al Parlamento europeo. Sulle liste, quindi, il suo nome non ci sarà. Con ogni probabilità il Ppe sarà ancora il primo partito, ma la sua riconferma non sarà automatica: dopo il voto, servirà il via libera (a maggioranza qualificata) del Consiglio europeo e successivamente il voto dell'Europarlamento.

 

URSULA VON DER LEYEN ANGELA MERKEL

Cinque anni fa fu eletta con nove voti di margine e quest'anno il suo riallineamento sulle posizioni del Ppe potrebbe farle perdere qualche sostegno nel campo socialista, anche perché si voterà a scrutinio segreto. Von der Leyen ha provato a tracciare una linea netta alla sua destra, assicurando che non intende collaborare con «gli amici di Putin», citando «Afd, Marine Le Pen, Wilders e altre forze estremiste». Si tratta degli alleati della Lega, che infatti ha subito sparato a zero contro il bis della tedesca. La premier Meloni, invece, si era detta disponibile a sostenerla. Si tratta di un nodo politico che a un certo punto verrà al pettine.

 

2. URSULA VON DER LEYEN CERCHERÀ UN SECONDO MANDATO A CAPO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Articolo di “The Guardian”, dalla rassegna stampa estera di “Epr comunicazione”

 

ursula von der leyen cdu

Ursula von der Leyen ha annunciato la sua intenzione di cercare un secondo mandato come presidente della Commissione europea durante una riunione del partito dell'Unione Cristiano-Democratica (CDU) che si è tenuta lunedì a Berlino, scrive The Guardian.

 

A capo della più potente istituzione di Bruxelles, la von der Leyen, 65 anni, ha mantenuto una cauta riservatezza sulle sue intenzioni nell'ultimo anno, evitando di rispondere a tutte le domande sull'argomento.

 

Ma l'annuncio della sua candidatura per altri cinque anni segnerà il primo passo di una battaglia elettorale che durerà quattro mesi e che potrebbe coinvolgere un campo più ampio: alcuni ipotizzano che il primo ministro dell'Estonia, Kaja Kallas, possa candidarsi per l'incarico in estate, quando verrà fatta la scelta finale.

 

Manfred Weber e Ursula von der leyen

Dopo essere stata selezionata dalla CDU, dovrà ottenere il sostegno di altri due partiti all'interno del Partito Popolare Europeo (PPE), il raggruppamento di centro-destra del Parlamento europeo, che comprende anche i partiti al potere in Grecia, Irlanda, Lituania e Svezia.

 

Dovrà poi vincere un voto al Congresso del PPE a marzo, che si terrà a Bucarest, prima di affrontare l'ultimo ostacolo a giugno, quando inizierà la vera e propria contesa per i posti di comando a Bruxelles.

 

Secondo il processo Spitzenkandidaten, la scelta del presidente della Commissione europea è legata ai risultati delle elezioni del Parlamento europeo previste per il 6-9 giugno.

friedrich merz ursula von der leyen

 

Ma ciò che accadrà a giugno sarà determinato dalla percentuale di voti che il PPE otterrà dopo le elezioni. Nel 2019, il PPE ha conquistato la maggioranza dei seggi e ci si poteva aspettare che il suo candidato, Manfred Weber, venisse nominato alla carica. Ma non è riuscito a costruire un sostegno trasversale con i socialisti, che sono arrivati secondi, presentando un altro candidato di alto profilo, Frans Timmermans.

 

La spaccatura ha creato spazio per von der Leyen, candidata a sorpresa dal governo tedesco. "Ricordiamo che nel 2019 nessuno l'aveva mai sentita nominare e che nel giro di poche settimane è passata dall'essere ministro della Difesa in Germania ad avere l'incarico più potente a Bruxelles", ha detto un diplomatico, ricordando che non ha nemmeno fatto campagna elettorale per l'incarico.

 

Nella spartizione post-elettorale, è probabile che gli occhi siano puntati sugli altri incarichi di vertice.

 

MANFRED WEBER ABBRACCIA URSULA VON DER LEYEN

Il ruolo di capo diplomatico, ora ricoperto da Josep Borrell, è in palio, così come il capo del Consiglio europeo, che facilita le relazioni tra i primi ministri e negozia le posizioni, spesso in situazioni spinose come la recente disputa con l'Ungheria sui finanziamenti all'Ucraina.

 

Dopo le elezioni di giugno, queste posizioni saranno probabilmente divise tra due degli altri grandi raggruppamenti politici, attualmente i socialisti e democratici (S&D) e il gruppo liberale Renew degli eurodeputati.

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa Manfred Weber e Ursula von der leyen

 

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...