VENDESI PELLE DI PITONESSA - ALLA STABILITÀ SICULO-DEMOCRISTA NON SERVE UNA SANTADECHE’ “DIVISIVA” (CHE ORMAI È ISOLATA ANCHE NEL PDL) – L’INTERVISTA

Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

Daniela Santanchè sta bene e manda a tutti un saluto rassicurante: non è vero che Angelino Alfano e i moderati del Pdl stanno cercando di emarginarla, è una balla colossale la storiella che Francesca Pascale, la fidanzata ufficiale del capo, le avrebbe gentilmente fatto capire di non essere più tanto gradita a Palazzo Grazioli, come un tempo.

Bisogna crederle? Probabilmente, no. La sua posizione è oggettivamente delicata, trova chiuse porte che prima erano spalancate; con il capo la frequentazione non è più quotidiana; gli avversari di partito sono minacciosi e, stavolta, fanno sul serio.

La politica è così. Sali, e scendi. Eppure lei è stata a lungo lassù. 
Continuare a mettere la Santanchè nel nido dei «falchi» era anzi diventato addirittura riduttivo. Lei era molto di più: e meritava un soprannome adeguato. Ci pensò, con un colpo di genio, Giuliano Ferrara. Che la battezzò: «Pitonessa».

Qualcuno, naturalmente, capì fischio per fiasco. In un pomeriggio di sole, nel cortiletto di Montecitorio - mettendo su la sua caratteristica maschera, che non sai mai se è un ghigno di sfrontatezza o un sorriso di perfidia - toccò così proprio alla Santanchè prendersi la briga di spiegare bene: «Non per deludere i miei detrattori, però "pitonessa" non è la moglie del pitone, ma Pizia, detta appunto anche "la pitonessa", la sacerdotessa che, nel mondo greco, pronunciava gli oracoli in nome di Apollo».

Apollo: intendendo Berlusconi. 
Perché era così, è stato così. 
Ovunque ci fosse il capo, c'era lei. Pranzi, cene, riunioni a qualsiasi ora del giorno e della notte (adesso, per dire, ha molto più tempo per sé e per la sua azienda). Bravissima a trasferire al Cavaliere quel senso di fedeltà estrema ma non ottusa e non banale: aveva sempre uno scatto, un guizzo, l'idea giusta per una provocazione, per rilanciare, per non arrendersi. Certe volte, all'improvviso, calava il silenzio e si sentiva solo la sua voce.

Gli altri: Bondi - per indole - mite, conciliante, curiale. Verdini: più ruvido e operativo, l'uomo dei numeri, con l'incarico di serrare i ranghi. Capezzone: sempre impegnato a dichiararsi d'accordo (e a non farsi mordere da Dudù, il barboncino di palazzo). Ghedini: l'avvocato che conosce le carte giudiziarie - affari e sesso, corruzione e bunga bunga, potere e passione - il legale necessario a interpretare i confini tra politica e legge; quindi gelido e di poche, taglienti parole.

Lei, la Santanchè, era un'altra cosa. 
Paga questo. Rapporti scaltri ma su uno sfondo di lealtà con pochi selezionati cronisti (per sapere cosa accadeva intorno alla scrivania del Cavaliere, ad un certo punto, erano obbligati a farle una telefonata); mediaticamente - soprattutto da Santoro e da Vespa - una tigre capace si scuotere gli animi dei berluscones più delusi. E poi sempre quella sua energia quasi irritante, quel suo passo di carica, in capolavori di equilibrio, anche sui marmi lucidi del Transatlantico, e poi, ancora, quella sua capacità di esserci fisicamente quando con il dito medio alzato salutava i manifestanti, quando scendeva dal Suv ed entrava al Billionaire del suo amico e socio Flavio Briatore, quando per il capo andava a presidiare il Palazzo di Giustizia di Milano, o quando, sempre per il capo, per farlo contento, andava a fare jogging con Francesca Pascale (memorabili restano le immagini della scorsa primavera, sulle stradine della Costa Smeralda, con loro due in tutina e scarpette).

«Ma perché, scusi, non capisco: adesso cosa sarebbe successo di così straordinario, di nuovo, di clamoroso?».

Lei non legge i giornali, onorevole Santanchè?
«Ma certo che li leggo, li leggo tutti... e tutti, più o meno, raccontano falsità!».

Va bene, così è facile.
«No! È la verità! Lo capisce anche lei che a qualcuno, in questo momento, conviene seminare veleni, no?».

Però lei a Palazzo Grazioli entra con minor frequenza di prima, i rapporti con Berlusconi non sono più quotidiani e...
«Sciocchezze! Noi siamo una comunità... Ci sono legami umani fortissimi...».

Sarà. A Palazzo Grazioli un po' di cosucce eloquenti sarebbero comunque accadute... 
«Tipo?».

Tipo che la Carfagna e la De Girolamo si sono messe a litigare e la Pascale le ha accompagnate alla porta. Stesso trattamento riservato a Verdini. E anche lei, onorevole, dicono che... 

«Fal-si-tà! Capito? Fal-si-tà! Guardi che la famiglia Berlusconi è una famiglia per bene, educatissima...».

Quindi i suoi rapporti con il Cavaliere continuano ad essere ottimi?
«Certo! Ma che dubbi ha? No, dico: capisco che lei deve fare il suo lavoro, e la ringrazio per avermi cercata, però, davvero, rincorrere simili bugie...». 
(È in grande difficoltà: però, a giudicare dalla grinta, è chiaro che scherzava l'altro giorno quando disse a Berlusconi d'essere pronta a mettere la sua testa bionda su un piatto d'argento pur di placare il risentimento di Angelino Alfano).

 

 

MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE daniela santanche Daniela Santanche MANIFESTAZIONE PDL VIA DEL PLEBISCITO SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE Alfano e Bondi - Copyright Pizzighedini longo TORTA DI COMPLEANNO PER BERLUSCONI NITTO PALMA CARFAGNA MICHELA VITTORIA BRAMBILLA BEATRICE LORENZIN NUNZIA DE GIROLAMO FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!