SE FINMECCANICA VIVE UN BUON MOMENTO IN BORSA, RIMANE PESSIMO IL RAPPORTO DI ORSI CON MONTI-GRILLI (CHE NON VOGLIONO RICEVERLO) - SILURATO DAGLI STATI UNITI SIMONE BEMPORAD, REO DI ESSERE NELLA CERCHIA DEI GUARGUAGLINI-BOYS, ORSI HA AFFIDATO GLI “AFFARI ESTERI” A DE BENEDICTIS - DOPO LA CESSIONE DI AVIO, IL PEZZO FORTE RESTA ANSALDO ENERGIA: MA BERSANI NON VUOLE VENDERE - GUARGUAGLINI ARCHIVIATO, LA MOGLIE INVECE PATTEGGERÀ UN ANNO PER FATTURE FALSE…

1 - DAGOREPORT
Come mai un tipino come Monti non ha avuto il coraggio di mettere alla porta l'indagato Giuseppe Orsi? Certo, quando, come recentemente, il presidente e amministratore di Finmeccanica ha chiesto udienza al premier, è stato freddamente accompagnato dal sottosegretario Catricalà.

Orsi bussava alla porta di palazzo Chigi per la sostituzione del consigliere in quota Udc, finito nei guai, il casiniano Franco Bonferroni. Dopo la porta sbattuta in faccia da Rigor Montis, Orsi ha provato a farsi ricevere da Vittorio Grilli ma dal ministro dell'Economia stesso trattamento: è così finito davanti al capogabinetto Vincenzo Fortunato.

PS - Silurato dagli Stati Uniti Simone Bemporad, reo di essere nella cerchia dei Guarguaglini-boys, Orsi ha affidato gli "affari esteri" al suo braccio destro Alberto De Benedictis.


2- LE SFIDE DI ORSI PER IL RILANCIO - LA VENDITA DI ANSALDO ENERGIA RESTA AL CENTRO
Gianni Dragoni

Giuseppe Orsi ha chiuso il 2012 esprimendo grande soddisfazione per un ordine di 12 aerei Eurofighter firmato dall'Oman, un contratto che porterà lavoro anche all'Alenia e alle aziende di elettronica di Finmeccanica. Ma non era questo l'unico motivo di soddisfazione per il presidente e a.d. della Finmeccanica. A risollevare il morale di Orsi è anche il silenzio calato, dopo mesi in cui è stato esposto a una gragnuola di indiscrezioni, sulle indagini giudiziarie relative alle accuse di corruzione - che ha sempre rigettato - per presunte tangenti per 51 milioni di euro pagate su una commessa di elicotteri in India, quando guidava l'AgustaWestland.

Finmeccanica vive un buon momento anche in Borsa. Il titolo aerospaziale è stato tra i migliori nel 2012, da gennaio a dicembre ha guadagnato il 52% finendo a 4,352 euro, il rialzo è proseguito nel nuovo anno. Resta però ampiamente sotto la quotazione, quasi 9 euro, del 4 maggio 2011, quando Orsi è stato nominato a.d. di Finmeccanica e «capoazienda» da Giulio Tremonti.

Molti analisti collegano la ripresa in Borsa all'attesa per le dismissioni previste dal piano di Orsi e ai benefici che ne potrebbero derivare per la riduzione dei debiti e le plusvalenze. Il piano di Orsi, la cui «struttura» è stata approvata dal cda del 15 novembre 2011 al quale non partecipò polemicamente l'allora presidente Pier Francesco Guarguaglini, prevede la concentrazione «su aree strategiche dove è possibile raggiungere un posizionamento di leadership a livello internazionale», nella difesa e aerospazio, con un ruolo centrale per AgustaWestland, l'azienda nel cuore di Orsi.

Il piano prevede un «riassetto del portafoglio e riduzione dell'indebitamento» con cessioni nel settore civile, in attività estere dell'elettronica e partecipazioni di minoranza. Il 15 novembre 2011 fu annunciato che «al fine di consentire il riassetto del portafoglio e la riduzione dell'indebitamento, Finmeccanica intende procedere - entro l'esercizio 2012 - a finalizzare cessioni di attività per un controvalore di circa un miliardo di euro».

Quest'obiettivo non è stato raggiunto, ma il lavoro prosegue. Dalle dismissioni Finmeccanica non ha incassato nulla nel 2012. Il 21 dicembre ha firmato, insieme a Cinven, l'accordo per la cessione a General Electric del suo 14,3% in Avio: Finmeccanica ha detto che incasserà 260 milioni di euro, non ha precisato quando, dovrebbero passare alcuni mesi prima che l'operazione venga perfezionata. Da dove arriveranno le risorse per arrivare a un miliardo di incasso?

La cessione più importante nei piani di Orsi è l'Ansaldo Energia, c'era un forte interesse della Siemens. È l'operazione più controversa perché potrebbe finire in mani straniere un'azienda con una buona tecnologia, in un panorama di crescente desertificazione industriale in Italia. Anche i ministri dello Sviluppo Corrado Passera e dell'Economia Vittorio Grilli si sono espressi contro una vendita all'estero, favorendo la nascita di una cordata italiana tra imprenditori bresciani e il Fondo strategico della Cdp (cioè lo Stato), che ha presentato l'unica offerta, prima di Natale, ma era «subottimale», secondo una fonte finanziaria, infatti Finmeccanica l'ha respinta.

Finmeccanica prosegue le trattative con i potenziali interessati. I candidati più forti sono due società coreane, la Doosan e la Samsung, ognuna corre da sola, e la tedesca Siemens, che smentisce di essersi ritirata. Poi c'è la cordata italiana, finora una sorta di armata Brancaleone, insieme allo Stato.

L'eventuale vendita di Ansaldo andrebbe sottoposta al nuovo governo. Va detto che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, il favorito nei sondaggi elettorali, ha frenato sulla vendita, come riferito dal Secolo XIX il 29 novembre: «Se sei l'azionista pubblico di Finmeccanica, ha senso vendere Ansaldo Energia? E se non sei azionista, devi dare una risposta ai problemi settore per settore».

L'altra spina per Orsi è il riassetto dell'elettronica nella nuova Superselex, chiamata Selex Es. La società è operativa dal primo gennaio 2013, guidata da Fabrizio Giulianini e con un direttore generale proveniente dall'AgustaWestland, Alessio Facondo. Dalla razionalizzazione sono previsti, secondo indiscrezioni, da 3mila a 5mila esuberi. Finmeccanica smentisce, finora non ha annunciato esuberi. «C'è già il problema di Ansaldo Energia, meglio rimandare l'annuncio degli esuberi Selex», riferisce una fonte autorevole. Il tema verrà affrontato dopo le elezioni del 24 febbraio. Quando potrebbe esserci più chiarezza anche sulle indagini giudiziarie e sul sostegno politico a Orsi, arrivato da Varese a Roma con il sostegno della Lega e dell'Udc.


3- FINMECCANICA, ARCHIVIAZIONE PER GUARGUAGLINI - LA DECISIONE DELLA PROCURA DI ROMA NELL'AMBITO DELL'INCHIESTA SULLE FALSE FATTURAZIONI
Marco Ludovico per "Il Sole 24 Ore"

La procura di Roma ha archiviato la posizione di Pierfrancesco Guarguaglini, ex amministratore delegato di Finmeccanica. Guarguaglini era stato iscritto nel registro degli indagati a causa delle dichiarazioni di Lorenzo Cola, faccendiere e superconsulente della holding. Il reato ipotizzato dagli inquirenti era quello di utilizzo di false fatturazioni nell'inchiesta che ha coinvolto anche sua moglie, Marina Grossi, ex amministratore delegato di Selex Sistemi integrati. Marina Grossi, che ha sempre dichiarato la sua totale innocenza ed estraneità alle imputazioni, alla fine patteggerà nel processo in corso, la pena ipotizzata dovrebbe essere di circa un anno.

La decisione del giudice delle indagini Anna Maria Fattori di prosciogliere Guarguaglini, appresa ieri, è stata assunta il 7 dicembre scorso e depositata il 27 dello stesso mese.
La richiesta di archiviazione era stata avanzata nel luglio 2012 dal pubblico ministero Paolo Ielo e dal procuratore aggiunto Giuseppe Caperna (poi deceduto). I pubblici ministeri, nella richiesta al gip, spiegavano che le dichiarazioni di Cola, considerate attendibili per altri aspetti dell'inchiesta, come quelli relativi all'ex ad di Selex Sistemi integrati, non avevano trovato invece nessun riscontro per quanto riguarda Pierfrancesco Guarguaglini.

Il manager, peraltro, proprio a causa del fatto di risultare nel registro degli indagati fu costretto a dimettersi il primo dicembre dell'anno scorso da Fimeccanica e a lasciare la carica di amministratore delegato a Giuseppe Orsi: indagato, quest'ultimo, per corruzione internazionale e riciclaggio prima dalla procura di Napoli e oggi a Busto Arsizio. Anche Orsi, del resto, ha sempre proclamato la sua totale estraneità alle accuse ipotizzate a suo carico.

Per Marina Grossi ci sono in ballo altri processi, poichè l'inchiesta sugli appalti con Finmeccanica è stata scomposta in più filoni giudiziari e quindi in diversi capitoli processuali. Nel procedimento dove la Grossi ha chiesto di patteggiare sono coinvolti anche l'imprenditore Tommaso Di Lernia, il commercialista Marco Iannilli e Lorenzo Cola, che hanno già trovato un accordo per il patteggiamento a un anno di reclusione. Pronto a patteggiare anche Ilario Floresta, componente del consiglio di amministrazione dell'Enav, mentre l'ex direttore commerciale di Selex, Manlio Fiore, dovrebbe optare per il rito ordinario.

A tutti gli imputati, per fatti avvenuti tra il 2009 ed il 2010, è contestato dal pm Ielo il reato di concorso in corruzione. Il processo è stato aggiornato all'11 aprile davanti al gup di Roma, Elvira Tamburelli.

 

 

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