CULATELLO E CAMICIA - BERSANI SCEGLIE VENDOLA COME ‘COMPAGNO’ PER LA COSA A TRE CON CASINI PER ISOLARE DEFINITIVAMENTE TONINO DEI LIVORI - IL GOVERNATORE GAIO, CON UNA SCENEGGIATA CONCORDATA CON CULATELLO, ANNUNCIA LA PROPRIA CANDIDATURA (DI CARTONE) ALLE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA - MA NICHI HA FATTO MALE I CONTI: LA BASE DI “SEL” È INCAZZATA E AL FLIRT CON I CALTA-CATTO DELL’UDC AVREBBE PREFERITO DI PIETRO…

Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

Prima incontra Pier Luigi Bersani, col quale stringe definitivamente i bulloni dell'alleanza col Pd. Poi lascia agli atti un'apertura all'Udc di Pier Ferdinando Casini, che rettifica parzialmente dopo che sul Web va in scena la rivolta della base di Sel. Quindi sbarra la strada ad Antonio Di Pietro. E infine, nel bel mezzo di una conferenza stampa convocata nel primo pomeriggio al quartier generale del suo partito, dà l'annuncio: «Ho deciso di candidarmi alle primarie del centrosinistra».

Nel giro di pochissime ore, e con sole quattro mosse, Nichi Vendola definisce l'orizzonte di Sinistra e libertà. E anche quello suo personale. Oltre a ufficializzare il varo dell'«alleanza tra progressisti» che battezza - salvo poi derubricarla a una battuta - nel nome di «polo della speranza».

Il tassello principale del «patto» viene apposto nel faccia a faccia mattutino col leader del Pd. Bersani, che nelle ultime settimane ha intensificato i contatti con Vendola, sa da giorni dell'intenzione di «Nichi» di candidarsi alle primarie per la premiership. E la mossa, soprattutto nella tempistica, è stata addirittura concordata. Infatti a Pier Luigi va bene così, visto che la sua priorità era aprire all'Udc e sciogliere ogni riserva sul varo dell'alleanza tra progressisti e moderati. Un'alleanza che, ormai, sembra non contemplare più Di Pietro.

«Tonino» è uno degli argomenti chiave del vertice. L'ex pm, nella versione di Bersani, è un uomo che «ha scelto un'altra strada». In quella di Vendola, che nel pomeriggio criticherà i suoi «calci negli stinchi all'arbitro» (leggasi Napolitano) paragonandoli ai modi «di Berlusconi», è un politico che rischia di finire «alla deriva» a causa del suo «propagandismo esagerato». Ma non è soltanto una questione di modi o di toni.

I leader di Pd e Sel, infatti, fanno i conti con la scissione che presto potrebbe portare alcuni dipietristi fuori dai confini dell'Idv. E ascoltano entrambi il resoconto del bersaniano Maurizio Migliavacca, che negli ultimi giorni ha parlato con molti di loro. A cominciare da Massimo Donadi, che dopo l'ufficializzazione del patto Bersani-Vendola manda a Di Pietro un messaggio che sa di aut aut. O l'ex pm chiede immediatamente un incontro con Pd e Sel, oppure convoca «con urgenza» l'esecutivo del partito.

Di Pietro, che fino a pochi giorni fa proponeva a Vendola un accordo dei «non allineati», sa di aver perso una sponda. Forse l'unica. Ed è furibondo col governatore pugliese. «Se rompe con l'Idv rompe anche con le battaglie in difesa dei lavoratori», gli manda a dire. «E se pensa di fare a meno dell'Idv», aggiunge, «vuol dire che pensa di fare a meno anche dei suoi elettori».

Troppo tardi. La rotta di Vendola è già tracciata. Ed è una rotta in cui ci sono l'alleanza col Pd e con la lista civica nazionale che presto sarà lanciata da alcuni sindaci di centrosinistra. Più l'attesa che si materializzi la scissione dell'Idv. Senza dimenticare che, al contrario di quanto avverrà con Gianfranco Fini, il dialogo con Casini per la costruzione della «coalizione della speranza e del futuro» è possibile.

«Nessuna svolta», però, avverte il governatore pugliese dopo la rivolta della base di Sel alla notizia dell'accordo con l'Udc. L'unica svolta - anzi, come dice lui, l'unica «notizia» - è la candidatura alle primarie. «Lo faccio sulla base di una spinta larga, che non viene solo da parte del mio partito», scandisce. La sua discesa in campo può favorire Matteo Renzi? «A dire il vero non sono molto preoccupato», risponde sorridendo. Non lo è neanche Bersani. Che infatti recita il canovaccio concordato con «Nichi» alla perfezione. «Vendola? Sono contento che si candidi».

 

bersani e vendolaNICHI VENDOLA - PIERLUIGI BERSANI - ANTONIO DI PIETROPIER FERDINANDO CASINI lapresse massimo donadi

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel goldman sachs

"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL LORO 2,7% DI UNICREDIT? I BENINFORMATI PUNTANO IL DITO SU GOLDMAN SACHS: LA BANCA AMERICANA E' ADVISOR DI COMMERZBANK, CHE TRA DUE GIORNI TERRÀ IL SUO “INVESTOR DAY”, E HA TUTTO L’INTERESSE A VEDER SVALUTARE IL TITOLO DELLA BANCA ITALIANA, CHE VUOLE PAPPARSELA – ORCEL TIRA DRITTO E ANNUNCIA CHE UNICREDIT "HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 5% IN GENERALI”. E NON ESCLUDE UN RILANCIO SU BPM"

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…