LA VERA STORIA DEL BEAUTY CONTEST: LO ZAMPINO DI PASSERA - L’EMENDAMENTO ANTI-MEDIASET CHE IMPONE L’ASTA SULLE FREQUENZE È STATO VOTATO DA PD, IDV, E LEGA - PERCHE’ IL PRESIDENTE DI COMMISSIONE (PDL) SI È AFFRETTATO A FARLO VOTARE INVECE DI POSTICIPARLO O RISCRIVERLO? - FORSE PERCHÉ FA PARTE DI DI QUEI PARLAMENTARI CHE VOGLIONO FAR PRECIPITARE IL GOVERNO PER ANDARE ALLE URNE A OTTOBRE. PROPRIO LO SCENARIO CHE VEDREBBE PASSERA IN POLE POSITION…

Claudio Cerasa per "Il Foglio" - http://www.ilfoglio.it/cerazade/2416

Oggi su molti giornali avrete letto della storia del beauty contest, dell'emendamento presentato ieri dal governo in commissione finanze alla Camera e dell'annullamento definitivo dell'assegnazione gratuita delle frequenze del digitale. Al di là del merito della questione, prima che l'emendamento fosse approvato in commissione le posizioni di Pd e Pdl erano piuttosto chiare. Il Pd chiedeva l'annullamento tout court del beauty contest e il Pdl invece no. Risultato: il ministro dello Sviluppo Corrado Passera alla fine ha presentato in commissione finanze un emendamento che sembrava scritto più che da un governo tecnico da un governo di centrosinistra, e comprensibilmente il Pdl si è molto incazzato.

Questo è quello che avete letto sui giornali. Ma tra le righe di questa vicenda c'è una storia che vale la pena di essere raccontata. Una storia per certi versi clamorosa. La storia è questa. Lunedì pomeriggio, ovvero il giorno prima che venisse presentato in Commissione l'emendamento sul beauty contest, il ministro Passera ha chiamato al telefono Paolo Gentiloni (Pd) e ha chiesto ancora una volta, per l'ultima volta, qual era la posizione ufficiale del partito sul tema. Tutto normale, tutto come sempre, se non fosse però che una volta attaccata la cornetta Corrado Passera non ha fatto lo stesso con il responsabile del settore del Pdl. Solo un caso?

Probabilmente no, e alla fine, a sorpresa, il contenuto dell'emendamento presentato da Passera è risultato perfettamente coincidente proprio con le richieste del Pd (e dell'Idv). E dunque no, stavolta niente mediazione. Solo una scelta politica? Forse c'è qualcosa di più, e quel qualcosa in più ce la racconta un deputato che era presente ieri in commissione finanze.

"E' stato tutto assurdo, e a noi tutti presenti è sembrato essere un regolamento dei conti nel Pdl. Mi spiego. Il presidente della commissione finanze della Camera si chiama Gianfranco Conte, ed è un deputato del Pdl. Conte, per capirci, una volta letto l'emendamento invece che farlo votare avrebbe potuto tranquillamente rinviare la discussione; ma non l'ha fatto. E anzi, a sorpresa, ha scelto di mettere il turbo, e ha fatto votare con urgenza l'emendamento nonostante tutto quello che era successo subito dopo pranzo".

Cosa era successo dopo pranzo? E' successo questo. E' successo che una volta resisi tutti conto che il contenuto dell'emendamento avrebbe potuto mettere in crisi, in questo contesto, la strana maggioranza di governo, alcuni deputati del Pd e altri del Pdl si sono rivolti all'esponente del governo presente in commissione - Massimo Vari, sottosegretario allo Sviluppo - per capire se l'emendamento sarebbe stato modificato o no dall'esecutivo. Vari, per tutto il primo pomeriggio, ha provato a contattare Passera al telefonino; ma il ministro dello Sviluppo non ha mai risposto al suo sottosegretario.

A quel punto, avendo visto Vari in difficoltà, alcuni esponenti del Pd e del Pdl hanno scelto di rivolgersi direttamente a Pietro Giarda, ministro dei rapporti con il Parlamento. Giarda, a quanto pare, non era stato informato della decisione di Passera di non arrivare a una mediazione tra Pd e Pdl sul capitolo del beauty contest (fino a lunedì, infatti, gli accordi tra governo e partiti erano diversi), e una volta capito il potenziale pasticcio decide di rivolgersi direttamente a Mario Monti.

Sono le 14.30 circa: Monti inizia a interessarsi al dossier ma non riesce a fare in tempo a bloccare l'iter in commissione, e nonostante la cautela chiesta sul tema da parte dei deputati del Pdl il presidente della commissione Gianfranco Conte (del Pdl anche lui) sceglie di andare avanti e mette ai voti l'emendamento. Naturalmente, il Pd a favore (insieme con la Lega) mentre il Pdl vota contro. Perché tutta questa fretta nell'andare avanti con l'emendamento in commissione?

Il deputato presente ieri in commissione ha una sua teoria. "Si tratta di una battaglia tutta interna al Pdl, tra tutti coloro che vogliono andare al voto in autunno e quelli che invece vogliono andare avanti con questa legislatura. Ebbene, possiamo dire che con la storia del beauty contest il partito del voto a ottobre ha registrato una prima piccola significativa vittoria, e il fatto che un esponente del Pdl come Conte abbia scelto di andare avanti nella discussione sull'emendamento nonostante le richieste contrarie dello stesso Pdl è un segnale inequivocabile del fatto che nel centrodestra sta crescendo il peso di chi vuole andare a votare in autunno.

E in questo scenario, evidentemente, nello scenario del voto in autunno uno dei protagonisti rischia di essere la persona che più di tutte ieri può essere considerata responsabile del pasticcio politico sul beauty contest, e che più di tutte, in fondo, all'interno del governo, avrebbe un certo interesse a far precipitare la situazione, e magari a scendere direttamente in campo. Avete capito, sì, parlo proprio di Corrado Passera".

 

 

ANTENNE tv localiMARIO MONTI Fedele-Confalonieri-BerlusconiCORRADO PASSERA PAOLO GENTILONI GIANFRANCO CONTE DEPUTATO PDLMASSIMO VARI

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)