vespa vinitaly gentiloni meloni

LE VERE CONSULTAZIONI? SI FANNO AL VINITALY, NELLA "CANTINA" DI VESPA! DALLA CASELLATI A SALVINI FINO ALLA MELONI, TUTTI (TRANNE DI MAIO) PASSANO DALLO STAND DI BRU-NEO CHE OGGI HA BRINDATO CON GENTILONI: "NON GLI HO OFFERTO IL VINO DEL COMMIATO PERCHE’ IL PREMIER NON HA FINITO LA SUA CARRIERA POLITICA”- VIDEO

 

vespa meloni

Stefano Filippi per il Giornale

 

Doveva nascere sotto le «ombre de vin» che da queste parti suggellano contratti, alleanze, chiacchiere, amicizie.

 

 

Invece nel paese delle ombre non c'è traccia del governo ombra. L'avevano già battezzato «patto dell'Amarone», il vino più nobile di Verona. Matteo Salvini ha preferito dedicare a Luigi Di Maio un bicchiere di Sforzato, un rosso valtellinese. «Sforzati di fare qualcosa», ha mandato a dire il leghista al grillino. In Lombardia di giochi di parole con i nomi dei vini se ne potrebbero fare parecchi, non solo con lo «Sfursat» che pure è un nettare di carattere. In Valtellina si produce pure l'Inferno e nell'Oltrepò pavese il Buttafuoco e il Sangue di Giuda. All'aspirante premier a Cinque stelle poteva capitare di peggio.

SALVINI CASELLATI

 

Niente incontro, niente governo ombra, ma dietro le quinte del Vinitaly non si smette di trattare. La fiera di una delle eccellenze italiane è un palcoscenico nazional popolare. E farsi vedere tra i vignaioli significa garantirsi un bagno di folla rigenerante. «Sono qui a onorare il lavoro di eroici imprenditori», dice il segretario della Lega. Salvini, Di Maio, Casellati, Meloni, Martina, Gelmini, Brunetta, Zaia: tutti a Verona in un tour tra le cantine e attenti agli incroci pericolosi. Non è difficile in una fiera enorme e affollata come un formicaio, dove ogni passo è una sosta e dopo qualche assaggio il tempo diventa un concetto evanescente.

 

salvini

Matteo Salvini arriva per primo tirandosi dietro le telecamere e fiondandosi a sorseggiare un Sagrantino umbro accompagnato dallo scrittore Mauro Corona, bandana in testa e un mezzo sigaro tra le dita. A sentire la presidente del Senato che inaugura la manifestazione, Salvini non ci va. Anche Giorgia Meloni evita il salone dove Maria Elisabetta Alberti Casellati porta al Vinitaly il saluto delle istituzioni. Luigi Di Maio arriva dopo pranzo, alle 14. Gli altri sarebbero tutti ancora a portata di brindisi ma le strade non s'intrecciano mai. La sua prima tappa è a un consorzio neonato, quello del Pinot grigio delle tre Venezie, con appena un anno di vita. Di Maio e il presidente, Albino Armani, si erano conosciuti a un convegno a novembre. Qualche giorno fa il leader grillino aveva fatto sapere che sarebbe andato a trovarli. Scelta mirata: nel Nordest il Pinot grigio come volumi produttivi è secondo soltanto al Prosecco.

 

salvini

Salvini ha un'agenda impegnativa, tra cui Confagricoltura, Coldiretti, Regione Veneto. E a metà pomeriggio una tappa obbligata nel vero cuore politico del Vinitaly. Si trova nel padiglione 7 ed è lo stand di Vespa vignaioli. Bruno Vespa è lì, anfitrione dei suoi vini (eccellenti) prodotti nella masseria pugliese presso Manduria. Se il salotto di Porta a porta è la terza Camera della Repubblica, il salottino allestito al Vinitaly è la prima cantina dello Stato. Come a Roma, l'andirivieni è continuo e l'accesso è regolato da un sommelier in frac. La prima a sedersi è Giorgia Meloni con un gruppo di parlamentari veneti di Fratelli d'Italia. Poi è la volta della Casellati accompagnata da deputati e senatori di Forza Italia. Salvini vi si reca nel pomeriggio con una robusta scorta leghista. La gente si ferma all'esterno, scatta foto, invoca il giornalista e l'aspirante premier. Qualcuno si dà di gomito: «Stanno facendo il governo». Ma l'ospite nega e tutela la riservatezza dei dialoghi.

 

Nel salottino di Vespa il clima è reso cordiale da un originale spumante rosé battezzato Noitre, che potrebbe essere benaugurante per l'unità dei centrodestra.

 

vespa gentiloni

Ma i rappresentanti dei tre partiti non s'incontrano nemmeno alle consultazioni ombra, alle quali Di Maio manco si presenta. Saltato anche lo stand di Renato Brunetta, felicissimo produttore di vino (azienda agricola Capizucchi) con la moglie Titti in una tenuta a pochi passi dal santuario del Divino Amore presso Roma. L'ex ministro ha uno stand più piccolo dove non c'è posto per i conciliaboli ma soltanto per i brindisi e l'orgoglio forzista. «Non morirò leghista e nemmeno grillo-leghista garantisce - Il governo partirà da chi ha vinto le elezioni. E se i 5 stelle non ci stanno ce ne faremo una ragione». Prosit.

 

 

2. VESPA E GENTILONI

Da repubblica.it

 

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha visitato alcuni stand del Vinitaly di Verona, fermandosi  a parlare con i produttori di Umbria, Marche e Lazio, le regioni colpite dal terremoto. Quindi si è recato nello spazio espositivo dell'azienda vitivinicola di Bruno Vespa, dove ha degustato i prodotti di alta gamma del giornalista. "Non abbiamo parlato di politica mo solo di vino - precisa il conduttore - non gli ho offerto il vino del commiato perché Gentiloni non ha certo finito la sua carriera politica".   

 

gentilonivespa

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…