DAGONEWS! - LA VERITÀ SULLA CADUTA DEL GOVERNO DRAGHI SARÀ MATERIA DI APPASSIONATI DEL GENERE CRIME - C’È CHI ATTRIBUISCE L’INIZIO DELLA FINE DEL GOVERNO DRAGHI ALLA SCISSIONE DAL M5S DI LUIGI DI MAIO CHE HA INASPRITO LA POLITICA DI CONTE - APPROFITTANDO DELLO STRAPPO DEL M5S SUL DECRETO AIUTI, LEGA E FORZA ITALIA HANNO CHIESTO UN RIMPASTO DI GOVERNO: FUORI NON SOLO I MINISTRI 5STELLE (PATUANELLI, DADONE, D’INCÀ), VOLEVANO ANCHE LA TESTA DI LAMORGESE E DI MAIO. E SI SONO RITROVATI CON UN VOTO ANTICIPATO CHE NESSUNO, NEMMENO LA MELONI, VOLEVA…
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la replica di mario draghi al senato 2
La verità sulla caduta del governo Draghi sarà materia per gli appassionati del genere Crime. I pezzi del puzzle vengono composti e sparigliati per provare a dare agli eventi una loro coerenza. C’è un filone di pensiero che attribuisce l’inizio della fine del governo Draghi alla scissione dal M5s di Luigi Di Maio e dei suoi fedelissimi. Tolto un mattoncino di un governo che si reggeva con lo sputo, è venuto tutto giù.
Uno strappo che ha inasprito i rapporti tra Conte e Draghi, poi definitivamente compromessi dalle “rivelazioni” del sociologo Domenico De Masi (“Draghi ha chiesto a Grillo di cacciare Conte perché inadeguato”).
La mancata fiducia del M5s al Decreto Aiuti ha spinto Lega e Forza Italia a chiedere un rimpasto di governo per regolare i conti. Salvini e Berlusconi non intendevano solo escludere i ministri cinquestelle dall’esecutivo (Patuanelli, Dadone, D’Incà), volevano soprattutto la testa del ministro dell’Interno Lamorgese e del ministro degli Esteri Di Maio.
Draghi avrebbe dovuto dimettersi, Mattarella avrebbe dovuto iniziare le consultazioni e verificare l’esistenza di una nuova maggioranza, dare l’incarico a Draghi per formare un nuovo governo con tanto di giuramento.
Mariopio si sarebbe trovato, controvoglia, a governare con un esecutivo sbilanciato a destra proprio nei mesi caldi della stesura della Legge di bilancio, a sei mesi dalla fine della legislatura. Un calcolo politico e di opportunità gli ha consigliato di adottare una linea intransigente verso i partiti (con ceffoni assestati a Lega e M5s), perfetta per farsi congedare.
Quel che è accaduto successivamente è noto. Scioglimento delle Camere e voto anticipato. Fu vera gloria per Salvini e Meloni? Era quel che realmente desideravano? I dubbi degli “addetti ai livori” sono molti.
Un conto è invocare “elezioni subito” a beneficio di elettori e tifosi. Diverso è ritrovarsi al governo con lo scoglio immediato di una delicatissima Legge di bilancio da scrivere. E poi il voto anticipato ha bruciato ogni tentativo di rimonta della Lega su Fratelli d’Italia, togliendo a Salvini il ruolo di playmaker. Il Capitone sognava di andare al voto per essere subalterno alla Meloni? Ah, saperlo...
mario draghi al senato di maio conteMARIO DRAGHI ESCE DAL SENATO