LA VERSIONE DI MUGHINI – “ESSERE ALLEATI DI AL SISI NON E’ MOLTO PIACEVOLE, ANZI - PER I PAESI OCCIDENTALI ESSERE STATI ALLEATI DI STALIN, UNO AL CUI CONFRONTO AL SISI È UN ANGIOLETTO NONCHE' ASSE PORTANTE DELLA RETORICA “ANTIFASCISTA”, LO ERA?
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, hanno ovviamente mille ragioni quanti si stanno affannando nel ricordarci che la politica dell’attuale governo egiziano e del suo leader - un alleato necessarissimo all’Occidente - non ha niente di ciò che caratterizza un francescano scalzo o una suora di clausura.
Lo sapevamo ben prima che il nostro Giulio Regeni fosse maciullato, e seppure i dettagli del caso rimangano a tutt’oggi oscuri. Sapevamo degli arresti oceanici di militanti e simpatizzanti dei Fratelli Musulmani messi fuori legge dal governo egiziano.
Sapevamo delle centinaia e centinaia di deparecidos egiziani, molti dei quali mi immagino non meno innocenti e adamantini del nostro Regeni. Se uno deve indicare un Paese in cui è ferma la distinzione tra ciò che è un libero dissenso politico e ciò che è invece un reato da perseguire con le buone o con le cattive, di certo questo Paese non è l’Egitto di oggi né quello di ieri.
L’Egitto è un Paese dove in politica ci si affronta con le cattive maniere. Vedo che qualcuno si sforza di sottolineare che i Fratelli Musulmani sono relativamente moderati e che comunque avevano vinto le elezioni. E a parte che sono venuti dal mondo dei Fratelli Musulmani gli assassini di un grande capo politico egiziano, Sadat, io sono di un avviso diverso.
Ho tirato un respiro di sollievo quando ho saputo che un generale aveva intercettato e stoppato la deriva oltranzista del precedente governo “legittimo”. E siccome in politica non è che i tuoi amici siano sempre e soltanto dei francescani scalzi, io penso che noi dobbiamo continuare a coltivare l’alleanza con Al Sisi. L’ho detto brutalmente, ma di questo si tratta, e ferma restando la necessità di ogni sforzo per trovare la verità sul come è stato maciullato Regeni.
Del resto, in fatto di alleanze anche col diavolo, che cosa è stata la coalizione antifascista celebrata da tanti, e per troppo tempo, se non l’alleanza dei Paesi Occidentali con un diavolo di nome Giuseppe Stalin, uno al cui confronto Al Sisi è un angioletto?
Quando Inghilterra e America decidono di allearsi con l’Urss invasa dai nazi, Stalin aveva già sterminato alcune decine di milioni suoi concittadini, aveva invaso la Polonia dal lato opposto da cui l’aveva invasa Hitler, aveva fatto massacrare a Katyn la crema della borghesia polacca, teneva in piedi un universo concentrazionario che aveva poco da invidiare a quello di Hitler.
Winston Churchill aveva pensato di lui che fosse un boia e un delinquente, e continuava a pensarlo pur dopo il giugno 1941, e con tutto questo lui e l’America lo inondarono di aiuti militari che servirono molto alla difesa (eroica) di Stalingrado. Non c’era da fare i difficili, bisognava sconfiggere Hitler. Così come oggi bisogna sconfiggere l’Isis. Questa è la politica, queste sono le sue leggi. Non le ho inventate io.
Mai e poi mai dobbiamo dimenticare l’orrore della morte di Regeni e la macchia che ne viene al governo egiziano, se non altro per le balle ha cercato di diffondere nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere (incidente stradale eccetera). Detto questo, io sono strafelice che a capo di un Paese decisivo ci sia un generale nostro amico (e comunque anti-fondamentalista) e non un ardente Fratello Musulmano. Spero che non siano in tanti quelli di voi che reputano la mia una bestemmia.
stalin con i figli vasily e svetlanajoseph stalin